Vaso di Pandora

 Briciole: Storia di un’anoressia riassunto: La recensione del libro di Alessandra Arachi.

Concordiamo tutti che ci sono libri e Libri. Alcuni che non richiedono una lettura impegnativa, quei libri che si etichettano come frivoli  che poi finiscono abbandonati su qualche scaffale lasciati ad impolverarsi. Poi invece ci sono altre categorie di libri, quelli che ti cambiano internamente, che ti danno uno schiaffo improvviso e che si portano nel cuore e nella mente per tutta la vita. In questa categoria rientra sicuramente il libro “Briciole; storia di un’anoressia” di Alessandra Arachi. 

Un racconto parzialmente autobiografico dai toni forti, freddi e duri sui disturbi alimentari

È difficile credere all’anoressia mentale. Chi la osserva da fuori non riesce a concepire che il cibo possa diventare un nemico così, all’improvviso, apparentemente senza motivi. Chi la vive non capisce più come sia possibile per le persone riuscire a mangiare senza pensieri, senza ansia, senza angoscia. Briciole: un’anoressica non concede più di tanto cibo al suo corpo. Briciole: un’anoressica non concede più di tanto spazio al mondo esterno. Ma succede che anche una briciola di emozione può ribaltare la vita.

Si tratta di un racconto parzialmente autobiografico che, come suggerisce il titolo, parla della sofferenza legata alla malattia mentale della protagonista che vive con la costante paura del cibo. Quello che colpisce è che la protagonista, di nome Elena, potrebbe essere una di noi, una adolescente che vede il proprio corpo cambiare e con esso anche il modo di vedere  il mondo che la circonda. L’innocenza sparisce e si inizia a pensare che forse per piacere un po’ di più agli altri si può lavorare sul proprio corpo per dimagrire. In questo la costante ammirazione degli altri diventa una droga per Elena, che continua ad abusarne e a perdere peso per riceverne più dosi. È proprio così che inizia la discesa in giù verso l’orrore della protagonista, la discesa verso l’anoressia

La parola “Briciole” presente nel titolo, descrive appieno la vita della protagonista che viene vissuta in granelli: alcune volte si concede pasti abbondanti che la fanno stare male, successivamente cerca di compensare con estremi digiuni.

Le parole fredde come lame di coltello utilizzate dalla scrittrice servono a sottolineare in modo fedele la cruda realtà dei disturbi alimentari.  Il racconto trascina il lettore, insieme alla protagonista, nel dolore della storia fino ad emozionarti, creando la giusta empatia, fino a farti realmente comprendere ciò che prova una persona anoressica. In più, il libro tende a sfatare tutti gli inutili stereotipi sulle ragazze anoressiche, mostrando al lettore la cruda realtà. 

Il libro è piuttosto breve, di sole 64 pagine, per cui è facile farsi catturare e non riuscire a staccarsi, col “rischio” di consumarlo in un solo giorno. Nonostante possa essere considerata una storia breve, la protagonista resterà indelebile nella nostra memoria e farà da monito su quanto possa essere doloroso un disturbo alimentare

La parte finale, dove Elena finalmente prende coscienza del proprio problema e delle proprie emozioni ci fa comprendere che l’accettazione del nostro stato interiore è il primo passo verso la guarigione e che tutto inizia da noi, soprattutto il cambiamento

Temi trattati

Risulta evidente che il tema principale del libro è l’anoressia nervosa, tema inserito nel DSM-5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) all’interno della categoria dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. I criteri diagnostici affinché si parli di Anoressia sono:

Poca quantità di cibo assunto con abbassamento del peso corporeo

• Paura di prendere peso o di diventare obesi

Errata percezione del peso corporeo o della propria immagine 

Vi sono due tipi di anoressia:

• Di tipo restrittivo: i pazienti mangiano poco ma non mettono in atto abbuffate o condotte di eliminazione. 

• Di tipo con abbuffate/condotte di eliminazione: in questo caso i pazienti dopo l’abbuffata ricorrono a vomito autoindotto , lassativi, diuretici o clisteri

Altro tema trattato all’interno del libro di Alessandra Arachi è l’alessitimia, ovvero la difficoltà nel riconoscere e descrivere le proprie emozioni.

L’alessitimia e l’anoressia nervosa sono spesso correlate, infatti i pazienti anoressici hanno difficoltà a riconoscere le emozioni dalle espressioni facciali con conseguente perdita di empatia. 

Le emozioni più associate all’anoressia sono: 

Rabbia: dalle persone anoressiche viene considerata imprevedibile, per questo tendono a soffocare questa emozione con il silenzio. 

Orgoglio: va a consolidare i comportamenti restrittivi alimentari per difendersi dalla vergogna

Paura: espressa soprattutto a livello fisico, con la paura di mettere peso.

Vergogna: del proprio corpo e del proprio comportamento

Conclusione

“Briciole” è un libro molto scorrevole, chiaro, diretto. Attraverso la storia della protagonista Elena si comprende benissimo cosa voglia dire vivere con l’anoressia, quali sono i meccanismi mentali scatenanti la patologia e quanto essa sia seria e nociva per la salute fisica. Leggere sia le quantità ridotte di cibo, che le abbuffate compiute da Elena solo per vomitare, lasciano il lettore colpito e sbigottito dinanzi un comportamento dannoso. Dalla lettura di questo libro ci si scontra con un’idea più chiara e semplice su cosa sia davvero l’anoressia. 

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