Aumentano sempre più i casi di autolesionismo in Italia e nel mondo. Sono moltissimi infatti gli adolescenti e gli adulti, soprattutto giovani donne, che si provocano ferite, tagli o piccole bruciature o ustioni in particolare, su braccia e gambe.
Si tratta di un fenomeno tutt’altro che marginale, soprattutto in Europa, dove a praticare l’autolesionismo è circa il 17,2% degli adolescenti e il 13,4% dei giovani con un’età compresa tra i 18 e i 24 anni e infine gli adulti, con una percentuale che si attesta a 13,5%. Il fenomeno, secondo gli esperti, si è aggravato soprattutto con l’emergenza sanitaria, periodo in cui, nella solitudine vissuta da molti, si è acuita la necessità di provocarsi ferite nel tentativo, invano, di trovare sollievo.
È importante però fare attenzione alle persone a noi vicine, soprattutto gli adolescenti, che spesso cadono irrimediabilmente in un circuito vizioso in cui la fa da padrona il silenzio. Proprio questo è uno dei sintomi primari. L’obiettivo di chi pratica autolesionismo è infatti quello di provare a gestire un disagio di cui spesso, le persone intorno, non hanno conoscenza. È necessario infatti mettersi in ascolto degli altri cercando di captare proprio i silenzi che spesso parlano più di molte parole. Ma non solo. Chi tende a praticare l’autolesionismo avrà tendenze che lo porteranno spesso a preferire la solitudine e a nascondersi, soprattutto dietro abiti che possano evitare di mettere in mostra le ferite o le cicatrici. I campanelli d’allarme da non sottovalutare sono infatti magliette e pantaloni molto lunghi anche nelle stagioni in cui fa molto caldo, ma non solo. Bisogna fare attenzione ai lividi, al rifiuto a frequentare luoghi di aggregazione come palestre, mare, piscine o qualsiasi luogo in cui è necessario esporsi. Si tratta solo di alcuni segnali, piccolissimi in confronto alle moltissime altre sfumature che una persona immersa nel circolo della “dipendenza” da autolesionismo, può assumere. In ogni caso, è sempre necessario intervenire tempestivamente valutando un supporto specifico che preveda l’ausilio di figure come uno psicologo.