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Alcolismo e famiglia: come affrontare insieme questa sfida

L’alcolismo viene definito come un insieme di comportamenti correlati al rapporto che l’individuo ha nei confronti dell’alcol, i quali creano un grave disagio nella sfera comportamentale, sociale, e personale della persona. È un comportamento di ricerca compulsiva di bevande alcoliche e di assuefazione, che deprime il sistema nervoso centrale, riduce i freni inibitori e la capacità di giudizio. Ciò può causare problemi di varia natura e varia intensità, che riguardano la sfera personale, familiare o sociale; di conseguenza, l’aiuto da parte di chi è vicino al soggetto affetto da questa patologia è cruciale nel processo di guarigione.

L’alcol: un nemico un po’ romanticizzato

Molto spesso, l’alcolismo – che è una patologia vera e propria – non viene considerata con la serietà di cui dovrebbe godere: forse perché soggetti all’influenza di film e serie TV, o forse perché nella storia sono state tante le grandi menti alcolizzate, questo fenomeno viene frequentemente “romanticizzato” o “preso alla leggera”. 

Sono molteplici, infatti, i grandi della storia che sono rinomati per la loro tendenza a bere: Alessandro Magno – considerato uno dei più grandi comandanti militari di tutti i tempi – aveva smanie di potere man mano che la sua fama cresceva: si considerava un dio e aveva un comportamento sempre più sregolato, che lo portava anche a uccidere. Alcuni storici attribuiscono la causa di queste azioni all’alcolismo, il quale ha sicuramente influito sulla sua scomparsa prematura a soli 32 anni.

Anche Vincent Van Gogh, uno degli artisti più rinomati del diciannovesimo secolo, era innamorato dell’alcol: in particolare dell’assenzio, che era un soggetto frequente dei suoi dipinti. Si suppone che questo sia stato proprio la base del suo declino fisico e mentale, nonostante la sua produttività negli ultimi anni di vita sia stata fenomenale: infatti, è arrivato a creare oltre 2100 quadri.

Quali sono i danni a lungo termine provocati dall’alcolismo?

Gli effetti che l’alcol ha sul corpo sono molteplici e interessano l’intera sfera individuale. A livello di salute, sono subito riconoscibili sintomi legati al:

  • Tratto gastrointestinale, con gastriti e ulcere, fino ad arrivare alla cirrosi epatica.
  • Sistema cardiovascolare, con elevato rischio di cardiopatia.
  • Sistema nervoso, con debolezza muscolare, diminuzione di riflessi e sensibilità, e aumento di deficit cognitivi.

Dal punto di vista relazionale, l’alcol distrugge anche i rapporti tra gli individui: una persona alcolizzata è molto spesso sola, abbandonata a se stessa, in quanto i suoi comportamenti creano disagio. La sua irritabilità e mancanza di equilibrio rendono impegnativa la relazione con gli altri, i quali tendono a escludere una persona che sta chiedendo indirettamente aiuto.

In effetti, può capitare che una persona alcolizzata si rifiuti di riconoscere la propria malattia, perciò tenderà a considerare la terapia completamente inutile; è proprio per questo motivo ed è proprio in questi momenti che i familiari e gli amici dovrebbero starle il più vicino possibile, sostenerla e porsi in una posizione di ascolto e supporto nei suoi confronti: è solo in questo modo che si potrà conquistare la sua fiducia e convincere la persona a iniziare un percorso di recupero dall’alcolismo.

I familiari possono realmente aiutare?

Il processo di recupero dall’alcolismo è articolato e molto impegnativo: è importante che il soggetto sia consapevole di avere un problema, e che voglia essere aiutato a uscirne. In effetti, è difficile – quasi impossibile – aiutare una persona se prima la persona stessa non vuole essere aiutata! Di conseguenza, è fondamentale iniziare un percorso insieme, ricco di alti e bassi, in cui ciò che conta è cadere, ma alzarsi quella volta in più.

La disintossicazione dall’alcol è un processo che integra vari trattamenti: dalla terapia psicologica ai gruppi di ascolto, fino all’utilizzo di farmaci per controllare le crisi di astinenza; infatti, quando si smette di bere, l’organismo ritorna alla normalità e le funzioni cerebrali non sono più depresse. Quindi, nascono sintomi legati all’iperattività del sistema nervoso, come cefalea, tremori, debolezza e vomito.

Ma ciò che fa la differenza è l’approccio dei familiari nei confronti della persona che sta cercando di guarire: è necessario che siano i familiari ad accettare la patologia, perché conferiscono quella forza in più nei momenti in cui la persona alcolizzata non ha nessun motivo per andare avanti, ma vorrebbe soltanto bersi un bicchiere. Per affrontare il discorso, si parla in maniera lucida e razionale, e non importa quante volte la persona cara prometta di smettere da sola e che non abbia bisogno di aiuto: è proprio in quei momenti che ne ha più bisogno, che ha necessità di sostegno delle persone che gli vogliono bene e che tengono al suo miglioramento.

Quindi, quando si parla dell’argomento, è importante parlare con onestà e lucidità, senza recriminare o incolpare nessuno, ma con un atteggiamento risolutivo e volto al miglioramento delle condizioni della persona in cura. Se, al contrario, chi è affetto da questa dipendenza si mostra contrario alla cura, negherà di avere un problema e non vorrà sottoporsi alle cure. In questi casi, degli spunti di riflessione per affrontare la questione potrebbero essere:

  • Parlare in modo chiaro.
  • Mostrare all’atto pratico tutto ciò che perderebbe e che sta già perdendo.
  • Mostrare i benefici delle cure.
  • Trovare i motivi per i quali intraprendere il percorso di guarigione.
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