Con “accumulatore seriale” si indicano quelle persone che vivono una una condizione psicologica caratterizzata dall’incapacità di disfarsi di oggetti, indipendentemente dal loro valore reale, nota anche come “disturbo da accumulo”.
Si tratta di un comportamento che può portare a gravi conseguenze nella vita quotidiana dell’individuo, influenzando negativamente le relazioni interpersonali e la qualità della vita con rischiose ripercussioni sulla salute fisica e mentale.
Riconoscere i segni distintivi di questo disturbo è il primo passo per intervenire prontamente per affrontare questo problema.
I sintomi principali del disturbo da accumulo
- Difficoltà a disfarsi degli oggetti: l’accumulatore seriale prova un’estrema difficoltà a gettare via o donare oggetti, anche quelli che appaiono inutili o senza valore agli altri. Questa difficoltà è spesso accompagnata da un attaccamento emotivo agli oggetti stessi.
- Accumulo eccessivo: gli accumulatori seriali tendono a raccogliere una quantità eccessiva di oggetti, che può includere qualsiasi cosa, dai vestiti ai giornali, dai cibi confezionati agli oggetti tecnologici non funzionanti.
- Spazi abitativi congestionati: le case degli accumulatori seriali sono spesso piene di oggetti, al punto che le aree di vita funzionali, come cucine, bagni e camere da letto, diventano difficili se non addirittura impossibili da usare.
- Compromissione delle attività quotidiane: tale disturbo può interferire con le attività quotidiane, rendendo difficile cucinare, pulire, muoversi all’interno della casa o persino dormire in modo confortevole.
- Distress e disfunzione: le conseguenze di questa condizione possono comportare un significativo distress emotivo, tale da generare disfunzioni nelle relazioni familiari e sociali. Gli accumulatori seriali spesso provano vergogna o imbarazzo riguardo alla loro condizione e questo alimenta il desiderio di isolamento sociale.
Diagnosi
La diagnosi del disturbo da accumulo viene generalmente effettuata da un professionista della salute mentale attraverso un’accurata valutazione clinica.
Gli strumenti diagnostici utilizzati in questi casi possono includere interviste strutturate, questionari specifici e l’osservazione diretta dell’ambiente domestico dell’individuo.
Approcci di intervento
Si può intervenire in maniera efficace per contrastare questo disturbo tramite diversi approcci, a seconda dei casi.
Tra questi i più diffusi sono gli approcci psicoterapeutici, quelli farmacologici e quelli ambientali.
In ambito psicologico, si è dimostrata particolarmente la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC). Questo approccio terapeutico aiuta gli individui a modificare i pensieri disfunzionali e i comportamenti associati all’accumulo. Le tecniche utilizzate possono includere la ristrutturazione cognitiva, l’esposizione graduale agli oggetti e la gestione delle emozioni legate all’accumulo.
Parallelamente, è molto consigliata la terapia di gruppo dal momento in cui offre l’opportunità di condividere esperienze e strategie con altre persone che affrontano lo stesso disturbo, riducendo il senso di isolamento e fornendo un significativo supporto emotivo.
In alcuni casi, gli specialisti possono ritenere necessario l’intervento farmacologico. Sebbene non esistano farmaci specifici per il trattamento del disturbo da accumulo, alcuni farmaci antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), possono essere utili nel trattamento dei sintomi associati, come ansia e depressione.
Dal punto di vista “ambientale”, invece, in caso di disturbo da accumulo, è fondamentale ricorrere a una rete di supporto esterna.
Il de-cluttering assistito, ad esempio, consiste nel ricorrere all’assistenza di professionisti specializzati nel de-cluttering. Questi esperti lavorano insieme all’individuo per organizzare e ridurre l’accumulo di oggetti, promuovendo un ambiente più funzionale e sano.
Inoltre, il coinvolgimento della famiglia e degli amici può essere cruciale: educare ed informare sulla natura del disturbo è l’unico modo per essere capaci di offrire il supporto necessario senza giudizio.
Strategie di gestione a lungo termine
- Pianificazione e organizzazione: stabilire una routine di pulizia e organizzazione regolare può aiutare a mantenere sotto controllo l’accumulo. Chi soffre di questo disturbo potrebbe trarre beneficio dall’utilizzo di strumenti di pianificazione come agende, checklist e promemoria.
- Educazione continua: partecipare a workshop o gruppi di supporto dedicati al disturbo da accumulo può fornire nuove strategie e rinforzare le tecniche apprese durante la terapia.
- Monitoraggio e follow-up: mantenere un monitoraggio regolare con un professionista della salute mentale è necessario per assicurarsi che i progressi siano sostenuti e che eventuali ricadute siano gestite tempestivamente.
Il disturbo da accumulo è una condizione complessa e spesso debilitante, ma con il giusto approccio terapeutico e il supporto adeguato, è possibile gestirlo efficacemente.
La combinazione di psicoterapia, interventi farmacologici e supporto ambientale rappresenta il percorso più promettente per aiutare gli accumulatori seriali a vivere una vita più ordinata e soddisfacente.
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