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Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, comunemente noto come DSM, è un sistema di classificazione dei disturbi mentali utilizzato dai professionisti della salute mentale in tutto il mondo. Questo manuale viene periodicamente aggiornato per evidenziare nuove scoperte scientifiche e le nuove conoscenze sulla diagnosi e il trattamento dei disturbi mentali. Si tratta di un manuale molto utile per i professionisti della salute mentale, grazie ad esso è infatti possibile avere una sorta di vademecum utile per poter supportare i pazienti durante il loro percorso terapeutico, ma non solo. Si tratta di un manuale certamente di difficile lettura, ma non comprensione, ragion per cui molte volte può essere utilizzato anche dai curiosi o da lavoratori di altre categorie, come ad esempio, sociologi, assistenti sociali, per poter conoscere i disturbi mentali, classificarli e permettere ai propri assistiti di poter ottenere un percorso terapeutico specifico. 

Storia del DSM

Il primo DSM fu pubblicato nel 1952 dalla American Psychiatric Association (APA). Era stato sviluppato principalmente per la ricerca e non era destinato ad essere utilizzato per la diagnosi clinica. Questa edizione fu pubblicata nel 1968 e comprendeva la classificazione dei disturbi mentali come un sistema diagnostico completo. Nel 1980, la terza edizione invece, fu pubblicata e rappresentò un importante cambiamento nella psichiatria moderna. Questa versione ha introdotto l’approccio multiasse alla diagnosi e ha rimodulato la teoria psicoanalitica, fino ad allora unico modo di comprensione dei disturbi mentali. 

Successivamente, nel 1994, è stata la prima volta che l’edizione del DSM ha utilizzato un approccio basato sulla descrizione dei sintomi per la diagnosi dei disturbi mentali. Infine,nel 2013, sono state apportate importanti modifiche e aggiornamenti al manuale, inclusi nuovi disturbi mentali e nuove descrizioni dei disturbi esistenti.

Struttura del DSM-5

Il DSM-5 è organizzato in modo gerarchico. Ci sono 20 categorie principali di disturbi, che vanno dalla schizofrenia e altri disturbi psicotici ai disturbi sessuali. All’interno di ogni categoria principale, ci sono sottocategorie di disturbi più specifici. Ad esempio, la categoria principale dei disturbi dell’umore comprende il disturbo depressivo maggiore, il disturbo bipolare e il disturbo ciclotimico. Ogni disturbo è descritto da un elenco di criteri diagnostici. Per esempio, il disturbo depressivo maggiore richiede la presenza di almeno cinque sintomi, tra cui la tristezza persistente o l’apatia per almeno due settimane. Inoltre, il DSM-5 include informazioni sulle cause e le caratteristiche del disturbo, nonché sulle opzioni di trattamento disponibili. Proprio per questa ragione si tratta di un manuale utile ai professionisti del settore e, in generale, a chiunque si trovi a lavorare a stretto contatto con persone che potrebbero avere, per ragioni differenti, disturbi di qualsiasi tipo. Può capitare, ad esempio, che un assistente sociale, leggendo il manuale, possa rendersi conto che il proprio assistito, magari un adolescente, abbia dei sintomi specifici che richiedano il supporto di un terapeuta o uno psichiatra specializzato in merito. 

Critiche al DSM

Nonostante l’ampia accettazione del DSM da parte dei professionisti della salute mentale, ci sono state anche alcune critiche. Alcuni professionisti della salute mentale sostengono che il DSM-5 tende a medicalizzare i comportamenti umani normali e a eccessivamente categorizzare le persone. Ad esempio, la categoria di “disturbo del comportamento alimentare non specificato” potrebbe essere utilizzata per diagnosticare un disturbo alimentare in un paziente che non soddisfa tutti i criteri diagnostici per un disturbo alimentare specifico. Altri critici sostengono che il DSM-5 sia troppo orientato alla somiglianza biologica e non abbia abbastanza in considerazione i fattori ambientali, come l’esperienza di vita e le relazioni interpersonali. Va sottolineato che si tratta di un manuale scientifico, ragion per cui, i fattori ambientali e le esperienze di vita, una volta isolati i sintomi, possono essere valutate in un altro momento, magari confutando anche l’ipotesi che ha portato ad una diagnosi relativa a lettura del manuale. 

Perché il DSM è utile 

Il DSM è un manuale utile, come già sottolineato, non solo per chi lavora nel settore della psicologia o psichiatria, ma anche per chi, lavorando a stretto contatto con persone che vivono in condizioni di disagio, ha necessità di ampliare la propria conoscenza in merito al tema potendo offrire maggiore competenza ai propri assistiti e fornendo loro così, qualora necessario, un percorso specifico che sia adatto alle proprie esigenze che, spesso, vengono sottovalutate in assenza di conoscenze specifiche. Il DSM, proprio per questa ragione, viene studiato anche in corsi diversi da quelli relativi solo alla psicologia, come ad esempio nei corsi per diventare assistenti sociali, ma anche in quelli di sociologia. Non solo, anche nei percorsi relativi alle carriere in scienze delle relazioni politiche spesso è necessario svolgere un esame di psicologia o psichiatria che prevede lo studio del manuale in questione. Infine, il DSM, può essere molto utile ai genitori,  soprattutto per comprendere come la psicologia può aiutare i figli durante l’adolescenza, tramite un approccio che, in caso di sintomi, possa permettere di affrontare un percorso. 

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