Vaso di Pandora

Benessere psichico, come superare la tristezza: ecco alcune pratiche

Esistono degli antidoti alla tristezza? In tanti si pongono questa domanda e la risposta è si, ma spesso variano da persona a persona. Esiste però un antidoto “unico” valido per tutti: viaggiare.

È quanto emerso in seguito ad alcune ricerche effettuate in particolare da Marta Jiménez Castro, neuropsicologa specializzata in disturbi legati all’ansia e all’umore. Il viaggio, secondo la neuropsicologa, è un modo inequivocabile per uscire dalla propria zona di comfort e lasciarsi alle spalle quello che non va, indossando una maschera che permette di aprirsi al mondo circostante trovando rifugio nella magia del nuovo.

Secondo la ricerca effettuata, le persone che viaggiano più frequentemente sono quelle che sperimentano livelli più elevati di felicità. Fattore possibile anche grazie alle sostanze rilasciate dal cervello, in particolare la dopamina, l’ossitocina e la serotonina che si attivano nel corso dei viaggi, momento in cui gli individui superano i limiti del conosciuto per fronteggiare quello dell’estraneo.

In generale, il metodo migliore per contrastare la tristezza è quello di affidarsi a tre fattori: motivazione, entusiasmo e disconnessione. Tutti elementi riconducibili indubbiamente al viaggio, ma anche a quelle passioni che fanno sentire bene chi le pratica, come lo sport, o la musica.  Anche praticare attività che piacciono, come imparare una nuova lingua, leggere, rilassarsi, rilasciano infatti le sostanze preziose (dopamina, l’ossitocina e la serotonina) utili per fare da scudo alla tristezza ritrovando la felicità perduta.

Il consiglio infatti, qualora non fosse possibile organizzare un viaggio nell’immediato futuro, è quello di trovare qualcosa di nuovo, cimentarsi in attività che rendono possibile sentirsi bene permettendo al cervello di “disconnettersi”, letteralmente, da tutte quelle cose che lo rendono cupo e triste, ma non solo. Anche “viaggiare” pur restando nella propria città, riscoprendosi turisti dei luoghi inesplorati può essere un modo per tamponare e ovviare a quei periodi in cui sorridere costa più fatica.

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