I riflessi della nostra infanzia, e in particolare il modo in cui i nostri genitori ci hanno cresciuto, si riflettono sul modo in cui noi stessi eserciteremo la genitorialità. Il cosiddetto genitore critico è quello che incarna tutte le critiche, i giudizi e le aspettative ricevute durante la sua crescita. Avendo assorbito un’educazione basata su dettami di un certo tipo, critici e giudicanti, non può fare altro che comportarsi allo stesso modo con i propri figli. Dopotutto, si tratta dell’unico modello genitoriale che ha conosciuto. C’è una sorta di voce interiore che guida il genitore critico nel suo modo di essere padre o madre. Vediamo in che modo agisca, nei paragrafi che seguono.
Chi è il genitore critico?
Il genitore critico è espressione della nostra interiorità. Questa incarna critiche, aspettative e giudizi che abbiamo ricevuto durante la crescita. Sebbene non ne siamo consci, siamo stati vittima, per lunghi anni, di validazioni più o meno positive, in merito alle quali abbiamo costruito un modello cui ispirarci e rifarci nel momento in cui avremmo vestito noi i panni di un padre o di una madre. La criticità non si modella soltanto sui nostri genitori reali, ma si rifà anche ad altre figure significative, che possono essere insegnanti o modelli sociali che ci hanno influenzato nello sviluppo. Questa voce si manifesta spesso come un costante flusso di autocritiche o giudizi severi, ma ha l’obiettivo originario di proteggerci, evitando l’esposizione a pericoli o fallimenti. Tuttavia, con il tempo, può diventare un ostacolo al nostro benessere.
L’immagine del genitore critico può sembrare paradossale. L’intento di una guida genitoriale dovrebbe essere quello di sostenere e incoraggiare. Non certo quello di frenare o rivolgere critiche. In realtà, quando queste sono interiorizzate e si trasformano in convinzioni profonde, possono diventare una barriera alla crescita personale. Una voce che ripete frasi come non sei abbastanza bravo o devi fare di più per meritare approvazione, rivolgendole talvolta a noi stessi e talvolta ai figli, discende da traumi e ricordi del passato, ma cresce alimentandosi di esperienze e aspettative sociali. Riconoscere la presenza del genitore critico è il primo passo per iniziare a decostruire i suoi messaggi. In questa maniera, è possibile analizzarli e servirsene per capire le nostre paure, invece di lasciare che esse ci controllino e manipolino.
Perché ascoltare la propria voce interiore
Ascoltare la nostra voce interiore può sembrare controproducente quando questa è dominata dal genitore critico. Eppure, diventa un passaggio essenziale per comprendere le radici dei nostri pensieri e comportamenti. Questa voce rappresenta una sorta di dialogo interno. Talvolta appare rassicurante, ma in altre occasioni ci troviamo in un confronto duro e spietato. Ignorare o reprimere simili messaggi può amplificarne la potenza.
Questa critica voce interiore si manifesta in momenti di vulnerabilità, quando ci confrontiamo con aspettative elevate o temiamo il giudizio degli altri. Imparare ad ascoltarla, senza lasciarsene sopraffare, è fondamentale per trasformare queste critiche in qualcosa di costruttivo. Per farlo, è utile chiedersi se stia cercando di proteggerci o ci stia danneggiando. Spesso, il genitore critico si nutre di esperienze passate non elaborate, come episodi di fallimento o mancato riconoscimento. Dare spazio a questa voce significa anche analizzare e ristrutturare quei ricordi e le emozioni a loro collegate. In questo modo, ciò che inizialmente appare come una critica sterile può diventare un’opportunità di sviluppare una relazione più sana. Innanzitutto con noi stessi e poi con i bambini.
Pensieri positivi e pensieri negativi
Il flusso di pensieri che attraversa la nostra mente è composto da un delicato equilibrio tra pensieri positivi e pensieri negativi. Il genitore critico tende ad amplificare i secondi. Si focalizza infatti su ciò che non va, sugli errori passati o i possibili rischi futuri. Questa predominanza della cognizione pessimista, se lasciata incontrollata, mina l’autostima, alimenta l’ansia e blocca il raggiungimento degli obiettivi prestabiliti.
È importante sottolineare che i pensieri negativi non sono di per sé qualcosa da evitare. Di frequente, possono rappresentare un segnale utile, un avvertimento o una richiesta di cambiamento. Tuttavia, quando la voce del genitore critico monopolizza il nostro dialogo interiore, essi si trasformano in barriere, anziché in strumenti per evolvere. Bilanciare questa dinamica significa coltivare la consapevolezza dei pensieri positivi, spesso oscurati dalla negatività. Esistono tecniche psicologiche specifiche per riuscirvi, ma spesso è sufficiente il confronto con persone fidate. Questi comportamenti possono aiutarci a ridimensionare il peso del genitore critico, promuovendo una visione più equilibrata. Accettare che entrambe le tipologie di pensiero facciano parte della nostra esperienza è il primo passo per usarle in modo complementare, anziché lasciarci dominare da esse.
Stemperare il genitore critico che è in noi
Rendere la voce del genitore critico meno invadente non significa eliminarla. Semmai, si tratta di imparare a conviverci, gestendola in modo sano. Una delle strategie più efficaci è identificare i messaggi critici, riconoscendo da dove provengono e a quali esperienze, o convinzioni, si collegano. Spesso, dietro una critica severa si cela una paura o un bisogno insoddisfatto. Questo, merita di essere ascoltato. La pratica dell’autocompassione è uno strumento prezioso per contrastare il genitore critico. Imparare a trattarci con la stessa gentilezza e comprensione che riserviamo agli amici ci permette di sostituire i messaggi negativi con pensieri più equilibrati, dunque incoraggianti. Ad esempio, invece di dirci sei un fallimento, riformuliamo. Una frase come hai affrontato una difficoltà, e hai comunque imparato qualcosa di prezioso, dice più o meno la stessa cosa, ma mette tutto in un’altra prospettiva.
Infine, lavorare con un professionista, come uno psicoterapeuta, può aiutare a esplorare le dinamiche del genitore critico. Lo specialista è in grado di fornire strumenti personalizzati per gestire questa insidiosa voce interiore. L’obiettivo non è cancellare le critiche, bensì integrarle in una visione più ampia e costruttiva di sé, trasformando questa figura in una guida equilibrata, anziché in un ostacolo. Stemperare e controllare il genitore critico che è in noi richiede tempo, consapevolezza e impegno, ma il risultato è una vita più serena, nonché un rapporto più autentico con il nostro io interiore.