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Come ricordare l’abuso infantile e superarlo

L’abuso infantile è uno dei traumi più devastanti che si possa sperimentare. Esso ha profonde ripercussioni, è proprio il caso di dirlo, sulla salute mentale e fisica. In psicologia, la severità di questa ferita è determinata non solo dalla natura dell’abuso, che può essere fisico, emotivo, sessuale o motivato da negligenza, ma anche dalla durata e dall’intensità dell’esperienza traumatica. L’abuso ha effetti a lungo termine sullo sviluppo del cervello, ne influenza le capacità cognitive e, di conseguenza, condiziona le abilità sociali e il comportamento della persona. Chi abbia subito abusi durante l’infanzia può sviluppare una varietà di problemi psicologici, tra cui depressione, ansia, disturbi dissociativi o sintomi di stress post-traumatico (PTSD). Fare memoria di questa esperienza è spesso necessario per superarla. Per questo motivo, in questo focus, facciamo una panoramica su come ricordare l’abuso infantile.

La severità dell’abuso infantile in psicologia

La severità dell’abuso influisce molto sulla capacità di una persona di ricordare ed elaborare l’esperienza. Alcuni potrebbero sviluppare amnesie dissociative. Tipicamente, è quello che fa chi desideri reprimere i ricordi dell’abuso, frammentandoli secondo un proprio meccanismo di difesa contro il trauma. Altri potrebbero ricordare dettagli vividi e intrusivi, che emergono involontariamente sotto forma di flashback o incubi. In ogni caso, come ricordare l’abuso infantile è un processo complesso, intrinsecamente legato alla necessità di guarire e trovare un significato a quanto accaduto. In casi piuttosto severi, si passa attraverso l’aiuto di professionisti della salute mentale capaci di fornire supporto e guidare in maniera corretta il percorso di recupero.

Come ricordare l’abuso infantile e servirsi della memoria per superarlo

Come ricordare l'abuso infantile: un ragazzo traumatizzato
Chi ricorda l’abuso infantile come trauma può vivere veri e propri incubi quando la memoria riaffiora

Ricordare l’abuso infantile è un processo delicato, intimo e piuttosto difficoltoso. Il suo iter può variare significativamente da persona a persona. Per alcune vittime di trauma, i ricordi possono essere presenti e riaffiorare in modo continuo e doloroso. Per altre, invece, la memoria può essere repressa, o parzialmente celata, come meccanismo di difesa a protezione di un dolore insopportabile, anche dopo decenni. Quando si inizia un percorso terapeutico allo scopo di affrontare il trauma, la questione di come sia meglio ricordare l’abuso infantile si fa inevitabilmente cruciale. Alcuni approcci terapeutici, come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o quella nota come EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), possono aiutare a recuperare i ricordi in modo sicuro, integrandoli in un contesto più ampio e articolato di guarigione.

È consigliato affrontare questi ricordi con l’assistenza di un professionista qualificato. Il rischio di ri-traumatizzazione è infatti elevato. I ricordi riaffiorano spesso in modo incontrollato o traumatico. Durante la terapia, sicurezza e stabilità sono prioritarie. Il terapeuta lavora per creare un ambiente di supporto, all’interno del quale il paziente possa sentirsi al sicuro nell’esplorazione guidata del proprio passato. Non di rado, è necessario fare uso di tecniche di grounding e autoregolazione emotiva al fine di gestire i ricordi intrusivi e ridurre i sintomi di ansia e stress. Ricordare l’abuso infantile non è solo un processo di ricostruzione della memoria, ma anche un percorso presente e futuro che aiuti chiunque lo intraprende a rielaborare e comprendere il proprio vissuto.

Fare memoria dell’abuso infantile è un bene o un male

Il dibattito su come ricordare l’abuso infantile, e sul fatto se farlo sia benefico o dannoso, riporta a una delle questioni più complesse e controverse nel campo della psicologia traumatica. Da un lato, fare memoria dell’accaduto può essere essenziale per la guarigione. Ricordare permette alla persona di dare una forma al trauma subito, concretizzandolo e offrendo la possibilità di integrarlo nella propria storia di vita. Questo processo, spesso, aiuta a ridurre il potere dei ricordi traumatici, portando la persona a elaborare il dolore, la rabbia e la vergogna associati all’abuso. Inoltre, ricordare può consentire alla vittima di comprendere meglio i propri comportamenti, le proprie reazioni emotive e i modelli di relazione disfunzionali che potrebbero essersi sviluppati in risposta al trauma.

È però valida anche la tesi contraria. Esiste infatti il rischio che riportare alla luce ricordi dolorosi possa riattivare il trauma, rendendolo più vivido e doloroso che mai. Generalmente, questo avviene solamente se si opera in un contesto non sicuro né supportivo. Per alcuni, i ricordi dell’abuso possono essere addirittura devastanti, tanto che tentare di ravvivarli può condurre a un peggioramento dei sintomi – in qualche misura sempre presenti – dello stress post-traumatico. Ci riferiamo ad ansia, depressione o dissociazione. In questi casi, potrebbe essere necessario un approccio terapeutico più concentrato sul presente e sul futuro piuttosto che sul recupero del passato. La decisione di ricordare l’abuso infantile deve essere affrontata con sensibilità e rispetto per i bisogni e i limiti individuali. È essenziale che ogni percorso terapeutico sia personalizzato e adattato alle specifiche esigenze del paziente, valutando i potenziali benefici e i rischi di fare memoria.

Il superamento del trauma

Dopo aver affrontato il processo del riaffioramento e portato allo scoperto la memoria del trauma, è necessario lavorare su guarigione e recupero. Ciò non implica necessariamente la dimenticanza dell’abuso, ma sicuramente una sua sana integrazione nel personale cassetto dei ricordi. È un percorso che coinvolge ricostruzione dell’autostima, creazione di relazioni sane e apprendimento di nuove strategie di coping per la gestione di ricordi dolorosi ed emozioni difficili. Un aspetto non trascurabile nel superamento dell’abuso infantile è l’intervento sulla propria autostima. L’abuso può portare a sentimenti di vergogna e colpa. Attraverso la terapia, è possibile rielaborare questi sentimenti. Facendolo, non ci si vedrà più come vittime, bensì come sopravvissuti. La partecipazione a gruppi di supporto è particolarmente utile, poiché offre un senso di comunità e condivisione con persone che hanno affrontato esperienze simili.

Vivere nel presente è essenziale e occorre imparare a farlo al meglio, senza restare ostaggio del passato, per tremendo che sia. Esistono terapie che possono tenerci nel qui e ora, allontanando i pensieri intrusivi che provengono da altri momenti, già terminati. Superare l’abuso infantile è un percorso possibile e accessibile, soprattutto se intrapreso con il giusto supporto terapeutico e un’adeguata rete di sostegno.

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