Chiamiamo funzioni esecutive quei processi psicologici, complessi ed evoluti, che permettono l’integrazione di aspetti cognitivi ed emotivi, per consentire al bambino di svilupparsi nella sua autoregolazione. Questa è un elemento cruciale nell’adattamento dell’uomo al suo contesto di vita. È l’autoregolazione che ci dà modo di comprendere i segnali esterni, le regole interpersonali, e ci consente di compiere ogni adattamento necessario a raggiungere i nostri scopi e il nostro benessere. Tipicamente, le funzioni esecutive nei bambini affiorano tra i 10 e i 12 mesi di età. È infatti questo il periodo nel quale il bambino mostra intenzionalità, volizione, controllo delle risposte automatiche e capacità di modificare un comportamento in base alle informazioni che acquisisce dall’ambiente esterno.
Lo sviluppo delle funzioni esecutive nei bambini
Nel momento in cui iniziano a svilupparsi, le funzioni esecutive emergono dapprima secondo tre processi di base:
- inibizione: prima tra le funzioni e più importante. Si osserva facilmente quando il bambino smette di essere vittima delle sue pulsioni e impara a controllare le risposte emotive. I genitori possono forzare questa funzione, per così dire, insegnando al piccolo, o alla piccola, ad attendere;
- la memoria di lavoro può svilupparsi successivamente all’inibizione oppure assieme a essa. Definiamo così la capacità di trattenere – temporaneamente, s’intende – a mente tutte le informazioni necessarie al corretto svolgimento delle attività quotidiane. Un semplice esempio di questa memoria riguarda l’abilità di ricordarsi quanto si è appena ascoltato, per mettere adeguatamente in atto il comportamento successivo sulla base delle indicazioni ricevute;
- la flessibilità, invece, ha a che fare con la capacità di pensare e mettere in atto un comportamento nuovo, magari nel caso in cui quello precedente e automatizzato si sia rivelato poco efficace al fine del raggiungimento dell’obiettivo.
Questi tre processi di base nel comportamento umano sono indispensabili. Essi ci danno modo di mettere in atto comportamenti complessi, come la pianificazione e il ragionamento, ambedue basati sullo sfruttamento delle funzioni esecutive nei bambini e negli adulti. Nel periodo prescolare, tra 3 e 6 anni, assistiamo alla loro piena maturazione, la quale continua comunque fino a dopo l’adolescenza, intorno ai 22 o 23 anni.
Valutare le funzioni esecutive nei bambini
Per valutare le funzioni esecutive nei bambini (e negli adulti, ma difficilmente si riscontra il bisogno o l’interesse di portare avanti questa seconda operazione) abbiamo a disposizione due tipologie di strumenti:
- test per la diretta valutazione delle prestazioni del bambino;
- questionari nei quali genitori e insegnanti descrivono i comportamenti che rilevano relativamente alle funzioni esecutive e all’autoregolazione del bimbo.
Valutare le funzioni esecutive nei bambini e monitorarne il corretto sviluppo serve a comprendere quali risorse cognitive, emotive e comportamentali del bambino siano maggiormente affinate. In tal maniera è facile prevedere il suo futuro adattamento al contesto di vita nel quale si ritroverà a crescere e maturare. Queste funzioni presentano un buon grado di predittività sui risultati scolastici nel lungo termine, sulle abilità personali più o meno definite e, in generale, sul livello culturale e socio-economico che il bambino potrà raggiungere una volta adulto. Potremmo dire che si tratta di una specie di mappa del potenziale dell’individuo. Non è poi detto che quanto si prevede sarà rispettato, ma è senz’altro probabile.
Consigli per genitori: è possibile migliorare le funzioni?
È già da circa 10 anni che numerosi studiosi, ovunque nel mondo, stanno cercando un modo per mettere a punto programmi di interventi mirati a migliorare le funzioni esecutive. I risultati delle meta-analisi, ovvero corpi di ricerca che riassumono migliaia di altri studi già pubblicati, hanno riportato prospettive incoraggianti. È possibile mettere a punto training per le funzioni esecutive nei bambini. La tecnica del near transfert consente di migliorare le competenze del piccolo ed è un vero e proprio allenamento dal quale non si deve sgarrare. Si ripongono numerose aspettative su questo metodo, dal momento che intervenire su processi non direttamente allenabili, come comportamento e abilità interpersonali, è molto più difficile e porta risultati deboli, quando non proprio trascurabili. La ricerca si sta dirigendo verso interventi integrati su attività cognitive e di regolazione emozionale.
Un programma di questo tipo può rivelarsi particolarmente impegnativo, dal momento che è necessario coinvolgere bambino, genitori e insegnanti. Un metodo che sta prendendo sempre più slancio, e che viene frequentemente consigliato ai genitori di neonati da un buon numero di pediatri, è il cosiddetto FEREA, acronimo di funzioni esecutive, relazioni, emozioni e ambiente.
Il metodo FEREA
FEREA è piuttosto innovativo, dal momento che comprende sia un intervento clinico sia un progetto formativo. Il primo dei due processi si chiama FEREA Training e prevede 10 incontri tra uno specialista e il bambino in età compresa tra 3 e 12 anni, per proporre attività divertenti e stimolanti che allenino le sue funzioni esecutive in maniera personalizzabile e tarata sulle proprie esigenze. Questo intervento coinvolge anche i genitori, ai quali saranno assegnati compiti per casa, perché non dovranno interrompere l’allenamento del bambino e gli insegnanti, i quali saranno chiamati a favorire la spigolatura dell’autoregolazione tra i banchi.
Il programma FEREA è invece il progetto formativo vero e proprio e, al momento, include 5 corsi online in formazione a distanza sincrona. Il corso base affronta tutte le più recenti conoscenze in merito di funzioni evolutive nei bambini e include test, casi clinici di studio e suggerimenti per il padre e la madre. Vi sono poi numerosi moduli di approfondimento che possono essere consultati da chiunque abbia bisogno di scavare più a fondo.
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