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Stereotipi sociali: le maschere dell’anima che ingabbiano la verità

La parola stereotipo deriva dal greco “stereos”, duro, e “typos”, immagine, quindi “immagine dura”. In psicologia lo stereotipo è una credenza o un insieme di credenze su un luogo, un oggetto, una persona o un insieme di persone accomunati da alcune qualità o caratteristiche. In definitiva un’immagine fissa che si sovrappone al nostro essere in cambiamento, vere e proprio maschere dell’anima che ingabbiano la verità. La nostra società si nutre di stereotipi, da quello della donna-madre, a quello dell’informazione che vediamo in tv, in particolare di tutti quei gruppi, istituzioni e categorie di persone molto ampie che formano e abitano la società. Spesso la parola stereotipo viene confusa con pregiudizio, facciamo subito chiarezza.

La differenza tra pregiudizio e stereotipo

Il pregiudizio è un giudizio che precede un’esperienza vera e propria e che si basa su sensazioni e/o emozioni che non hanno abbastanza dati per essere fondate né giustificate. Lo stereotipo, come abbiamo già visto, si nutre di un immaginario collettivo, forte in quanto sostenuto da più persone e che appare fondato e giustificato proprio da questa forza.

Come nasce uno stereotipo sociale?

Gli stereotipi sociali nascono per dare spiegazioni semplicistiche di fenomeni sociali complessi, per giustificare azioni deleterie contro un gruppo di altre persone.  Gli stereotipi nascono spesso per differenziare gruppi, creare “il nemico da combattere” e sottolineare che “siamo diversi”. Possiamo dire che gli stereotipi servono a legittimare atti di violenza, tensioni e conflitti, lasciando da parte la responsabilità dell’individuo che utilizzando pensieri stereotipati, si “protegge” da una responsabilità singola, da un pensiero critico, approfondito e altrimenti “fuori coro”. 

Nel linguaggio comune, quando riteniamo che un pensiero sia semplicistico e non fondato, diciamo “è uno stereotipo”, oppure ne facciamo esperienza quando ci capita di vedere un film che ci annoia, perché invece di scavare a fondo nella psiche dei personaggi si appella ai cosiddetti stereotipi. Gli stereotipi sociali rendono l’analisi della società banale e bidimensionale, manca tutto quello studio delle dinamiche sociali, dei comportamenti e della cultura che forma e sostiene una determinata società.

Gli stereotipi sociali più diffusi

Oggi l’informazione viaggia alla velocità della luce, perciò per capire quali siano gli stereotipi più diffusi basta farsi un giro sui social più utilizzati. Non mancheranno meme, commenti e post legati agli stereotipi, ma sono molti anche i contenuti che lottano contro la stereotipizzazione e cercano di costruire strade e direzioni diverse. Come possiamo immaginare gli stereotipi più diffusi sono legati al genere, all’ etnia, all’età e all’orientamento sessuale. Ovviamente gli stereotipi cambiano in base alla cultura dalla quale nascono ma tutti si presentano come maschere dell’anima che ingabbiano la verità.

Stereotipi di genere

Se sei una donna di sicuro non sai guidare, ti piace il rosa, sei sensibile e sai cucinare. Più o meno è questo il bagaglio di stereotipi sociali standard che appartengono alle donne nella società attuale e se vuoi sapere cosa significa essere un uomo secondo gli stereotipi, basta essere l’opposto di quanto detto per le donne. Provaci. Fatto? Lo abbiamo detto sin dall’inizio che lo stereotipo è semplicistico e per niente adatto a raccontare la nostra società fluida. Dunque, gli stereotipi sociali di genere riguardano i ruoli “normalmente” attribuiti agli uomini e alle femmine

Stereotipi etnici

Anche detti stereotipi razziali, gli stereotipi etnici riguardano caratteristiche, comportamenti, qualità attribuite a determinati gruppi etnici. Secondo questi stereotipi ci sono etnie più belle, più intelligenti, più capaci di altre e dunque con più diritto di essere considerate e rispettate. Sono il seme delle disuguaglianze, delle discriminazioni razziali che portano a guerre e segregazioni come quella dell’Apartheid nata per “separare” i bianchi dai neri.

Stereotipi legati all’età

Forse uno degli stereotipi ritenuti meno gravi e importanti ma che sta alla base di un corretto e sano funzionamento della società. Infatti, secondo gli stereotipi legati all’età, si tende a pensare che i giovani siano irresponsabili, gli anziani più fragili e meno capaci di accogliere cambiamenti e novità. Questi stereotipi hanno creato un distanziamento generazionale, sfiducia nei giovani e senso di inutilità negli anziani. Sarebbe opportuno e inclusivo, dare ad ogni età il valore che ha, la dignità che merita e avremo inevitabilmente come risultato grandi benefici per tutti.

Stereotipi legati all’orientamento sessuale

L’orientamento sessuale indica l’attrazione emozionale, romantica e/o sessuale che una persona possa avere verso un’altra persona o anche più persone, per includere ogni possibilità di orientamento si parla di LGBTQ+. Gli stereotipi includono le convinzioni che le persone LGBTQ+ siano “anormali”, in particolare dei gay si dice che siano tutti effemminati, con un gusto per l’estetica e la moda, amino la danza e a rischio malattie. Di stereotipi ce ne sono migliaia, da stereotipi apparentemente superficiali fino a stereotipi che diventano piaghe sociali per chi ne viene colpito. Migliaia di “si dice che” che creano emarginazione e disinformazione nella società.

Dallo stereotipo alla discriminazione

Come abbiamo visto, il passo dallo stereotipo alla discriminazione è brevissimo. Dove è presente uno stereotipo, esiste una persona o un gruppo di persone stereotipate, ovvero che a causa della forza dello stereotipo non possono vivere dignitosamente e in libertà.  Riteniamo che davvero gli stereotipi siano delle maschere che ingabbiano le verità, perché ingabbiano le persone, la loro vera essenza al di là del genere, dell’età, dell’etnia e dell’orientamento sessuale. Far parte di uno stereotipo significa non poter sperimentare la nostra persona che è sempre plurale e dovrebbe essere libera. Infine, ricordiamoci che dare adito agli stereotipi sociali, non ci permette di crescere e sperimentare come società in continua evoluzione e cambiamento e che questo dovrebbe essere alla base di una società contemporanea e libera.

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