Negli ultimi anni, l’uso dei social media ha rivoluzionato il modo in cui le persone si impegnano in cause sociali e politiche.
Da un lato, piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram hanno permesso a chiunque di esprimere il proprio sostegno a campagne e movimenti con pochi clic. Dall’altro lato, è emerso un nuovo fenomeno: detto “slacktivism”, o “attivismo pigro”.
Ma cosa si indica esattamente con slacktivism? È davvero un segno di pigrizia o può rappresentare l’inizio di un cambiamento significativo?
Che cos’è lo “slacktivism”?
Il termine slacktivism deriva dalla combinazione delle parole inglesi “slacker” (pigro) e “activism” (attivismo). Si riferisce a quelle azioni di supporto a cause sociali che richiedono uno sforzo minimo, come mettere un “mi piace”, condividere un post, firmare una petizione online o cambiare la propria immagine del profilo per mostrare solidarietà a una causa.
Queste azioni sono oggetto di critiche frequenti e considerate superficiali e inefficaci. Molti tendono a pensare che si tratti di gesti compiuti unicamente per sentirsi bene con sé stessi, senza doversi impegnare realmente per una causa.
Le critiche allo slacktivism
Le critiche al slacktivism sono numerose e spesso giustificate.
Tra gli argomenti utilizzati maggiormente per evidenziarne gli aspetti negativi vi sono:
- Superficialità: le azioni indicate come slacktivism sono spesso considerate superficiali perché non richiedono un impegno reale o un cambiamento di comportamento nella propria vita quotidiana.
Un “mi piace” su un post non contribuisce concretamente alla risoluzione di un problema complesso, né prevede un coinvolgimento di forze ed energie.
- Autocompiacimento: lo slacktivism può fornire alle persone la falsa sensazione di aver contribuito a una causa, riducendo la motivazione a partecipare ad azioni più concrete e a impegnarsi concretamente.
- Effetto placebo: le azioni di slacktivism possono fungere da placebo, dando l’illusione che qualcosa stia effettivamente cambiando intorno a noi quando in realtà nulla è stato realmente fatto per affrontare la questione.
I benefici dello slacktivism
Nonostante le critiche, è importante riconoscere che lo slacktivism ha anche alcuni aspetti positivi.
È innegabile infatti che lo slacktivism generi un aumento della consapevolezza: anche le azioni più semplici, come condividere un post, possono contribuire a diffondere informazioni su una causa a un pubblico più ampio, il che potrebbe essere il primo passo verso un cambiamento più significativo. Inoltre lo slacktivism può aprire le porte a un coinvolgimento più profondo: per molte persone, che per un motivo o per un altro non hanno mai avuto occasione di interessarsi attivamente a cause e tematiche politiche e sociali, un’azione semplice può essere il primo passo per portarli verso un impegno più attivo e concreto.
Inoltre, attraverso lo slacktivism, le campagne possono raggiungere milioni di persone in poco tempo favorendo la mobilitazione di massa.
Questo tipo di visibilità può attirare l’attenzione dei media tradizionali e dei decisori politici, creando una pressione che potrebbe portare a cambiamenti reali.
Slacktivism e cambiamento sociale
Per valutare l’efficacia dello slacktivism, è utile considerare alcuni esempi concreti.
Movimenti come #BlackLivesMatter, #MeToo e alcune campagne per il cambiamento climatico, hanno beneficiato enormemente dalla visibilità derivante dai social media. Questi movimenti sono nati come semplici promotori di azioni di condivisione di pensieri e di sensibilizzazione alle tematiche online, ma sono via via cresciuti fino a diventare potenti forze di cambiamento sociale.
Ad esempio, il movimento #MeToo, nato come un semplice hashtag sui social media per sensibilizzare sulla diffusione della violenza sessuale e delle molestie, in poco tempo è diventato un movimento globale tale da portare a cambiamenti significativi e reali nelle politiche aziendali e governative di molti paesi.
Un altro esempio recente riguarda un’immagine creata con l’intelligenza artificiale con una scritta in inglese che invitava a riflettere su ciò che sta accadendo nella striscia di Gaza: l’immagine è circolata principalmente su Instagram e grazie alla funzione che permette agli utenti di ricondividere con un solo gesto un’immagine vista su un’altro profilo ha superato i milioni di visualizzazioni in poche ore. Non solo utenti comuni, ma anche personaggi dello spettacolo, digital influencer e figure di rilievo nel panorama internazionale hanno condiviso l’immagine sul proprio profilo, facendo sì che per circa due giorni la foto è stata l’immagina più vista in assoluto da ogni utente a livello globale. Le polemiche relative al fatto che la maggior parte delle persone che avevano ricondiviso l’immagine non si erano mai espresse prima sull’argomento, sono state sedate dalla speranza che una tale raccolta di consensi portasse finalmente a intraprendere delle azioni per cessare i conflitti in quei territori.
Verso un attivismo più efficace
Sebbene non sia la soluzione definitiva ai problemi sociali, lo slacktivism può essere un importante punto di partenza.
Tuttavia, per trasformarlo in un vero e proprio attivismo efficace, è necessario che le persone vadano oltre le azioni superficiali e si impegnino in maniera più concreta.
Per farlo è necessario essere consapevoli e informati sulle cause che si supportano, comprendendo le radici dei problemi e le possibili soluzioni. La partecipazione attiva, che può presentarsi sotto forma di manifestazioni, incontri pubblici e altre forme di attivismo offline, è fondamentale per essere davvero parte di un cambiamento.
Un altro modo efficace per sostenere attivamente le cause politiche, sociali e culturali che ci stanno a cuore è quella del sostegno finanziario. Effettuare donazioni economiche alle organizzazioni che lavorano sul campo è cruciale per facilitarle nella risoluzione dei problemi ed è l’azione migliore che possa intraprendere chi ha la disponibilità finanziaria per farlo ma poco tempo da dedicare attivamente.
Una tipologia di attivismo particolarmente efficace è poi la cosiddetta “advocacy”, che consiste nel contattare i rappresentanti politici, responsabili legali o comunque le persone in carico a seconda dei casi e delle situazioni per esprimere le proprie preoccupazioni e chiedere azioni concrete.
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