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Relazione disfunzionale: quali sono i segnali di allarme e come uscirne

Uscire da una relazione disfunzionale significa impegnarsi ad affrontare un processo di guarigione. Questo richiede tempo. Inoltre, può rivelarsi psicologicamente provante. Ciononostante, è possibile ripristinare la propria autostima, ritrovando serenità emotiva. Il sostegno di una rete di relazioni sane, e un buon lavoro portato avanti su sé stessi, permettono di superare la sofferenza e costruire una vita più equilibrata e felice, libera dalle dinamiche tossiche del passato. La sfida di uscire da una relazione disfunzionale rappresenta una partita complicata. Cionondimeno, è necessario affrontarla al fine di ritrovare il proprio benessere. Con il giusto supporto e una buona dose di impegno è possibile spezzare il ciclo della sofferenza, ritrovando così una nuova serenità. Vediamo come sia possibile, nel concreto, fronteggiare e vincere questa sfida.

Che cosa significa relazione disfunzionale

Una relazione disfunzionale è una connessione tra due persone caratterizzata da dinamiche negative e malsane. I partner che la vivono non riescono a comunicare in modo efficace, né a supportarsi emotivamente. In questi rapporti, anziché nutrire la crescita personale e la reciproca soddisfazione, si tende a rafforzare modelli comportamentali che generano sofferenza e conflitti continui. Le relazioni disfunzionali non si limitano al contesto romantico. Possono infatti verificarsi anche tra amici, familiari o colleghi. Tuttavia, le relazioni di coppia sono, generalmente, quelle in cui queste dinamiche emergono più intensamente. Ciò che rende una relazione disfunzionale è l’incapacità di risolvere i conflitti in modo sano e rispettoso. Questa eventualità porta a una spirale di malintesi, accuse e recriminazioni.

Uno dei tratti distintivi di questi rapporti è il disequilibrio di potere. Normalmente, c’è chi tende a dominare, o manipolare, l’altro, creando una condizione di dipendenza, emotiva e/o psicologica. Questo comportamento può prendere molte forme, da dinamiche di controllo più sottili, come il gaslighting, fino a forme di vero e proprio abuso, fisico o verbale. Non è raro che chi sia parte di una relazione disfunzionale non ne riconosca immediatamente i segnali. I modelli di comportamento caratteristici, in fin dei conti, si sviluppano gradualmente. Con il trascorrere del tempo, la relazione diventa una fonte di stress costante, riduce la qualità della vita e abbassa l’autostima dei partner coinvolti.

I campanelli di allarme di una relazione disfunzionale

Relazione disfunzionale: una coppia parla dei suoi problemi
La relazione disfunzionale non riguarda necessariamente l’ambito sentimentale. È in questo campo, ad ogni modo, che si trova il maggior numero di rapporti malati

Riconoscere i segnali di una relazione disfunzionale è essenziale. Tanto per comprendere quando sia il momento di intervenire quanto per realizzare che non ci sia null’altro da fare, se non allontanarsi. Uno dei primi campanelli di allarme è la mancanza di rispetto. Quando uno dei partner sminuisce costantemente l’altro, lo critica in modo distruttivo o non considera i suoi sentimenti, si è già in presenza di una dinamica tossica. Senza stima e rispetto, ogni rapporto si deteriora rapidamente. Un secondo segnale è l’assenza di una comunicazione efficace. In una relazione disfunzionale, i partner non riescono a esprimere i propri bisogni e/o preoccupazioni senza sfociare in conflitti. Ogni tentativo di dialogo si trasforma in una lotta di potere, o in una competizione per chi ha ragione. Non si cerca mai una soluzione comune. Questo porta a una costante frustrazione e incomprensione, nonché a un inevitabile aumento del disagio emotivo di entrambi.

Il controllo e la gelosia eccessiva sono altre due spie che non vanno sottovalutate. Se un partner cerca di controllare le scelte dell’altro, limitando la sua libertà o interferendo nelle sue decisioni personali, è chiaro che si viva una relazione disfunzionale. La gelosia, se ossessiva e non giustificata, significa insicurezza, e può sfociare in comportamenti possessivi e manipolativi. Il peggiore dei segnali possibili, naturalmente, è la presenza di violenza, sia fisica sia psicologica. Abusi verbali, minacce, intimidazioni o atti di violenza fisica sono manifestazioni estreme di una relazione gravemente compromessa. Quando si verificano, occorre intervenire immediatamente.

Quanta sofferenza causa questa condizione

Le relazioni disfunzionali portano a una sofferenza prolungata e profonda. Influenzano non solo la salute emotiva, bensì anche quella fisica. Chi vive in una relazione di questo tipo sperimenta ansia, depressione, stress cronico e disturbi del sonno. La costante tensione emotiva porta a una sensazione di isolamento e impotenza. Il dolore psicologico generato da un rapporto di questo genere può avere effetti devastanti. Le persone si sentono intrappolate, incapaci di uscire dalla spirale di conflitti, recriminazioni e abusi emotivi. La convinzione di non meritare di meglio o di essere responsabili dei problemi nella relazione può spingere a rimanere in situazioni tossiche per troppo tempo, aggravando il malessere. In questa maniera si erode la propria identità, provando senso di vuoto e disperazione.

Una relazione disfunzionale si ripercuote anche sul corpo. Lo stress cronico generato da questo tipo di rapporto influenza il sistema immunitario, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e causando disturbi gastrointestinali. Le persone sperimentano una riduzione della propria capacità di concentrarsi sul lavoro o nelle attività quotidiane.

Come uscirne

Uscire da una relazione disfunzionale è un processo complesso. Richiede tempo, ma è possibile. Il primo passo è riconoscere che la relazione è dannosa per il proprio benessere. Questo può avvenire attraverso l’autoriflessione, il dialogo con persone di fiducia o con l’aiuto di un terapeuta. È essenziale ammettere a sé stessi che il rapporto non è salutare e che non si è più disposti a tollerare ulteriori sofferenze. Presa coscienza, vanno stabiliti dei confini chiari. Dobbiamo essere decisi nel proteggere il nostro spazio emotivo e fisico, evitando di cedere alle manipolazioni o alle dinamiche di controllo. Riduciamo il contatto, interrompiamo le discussioni tossiche o pianifichiamo un’uscita definitiva. Insomma, facciamo tutto quel che serve.

Contare su una rete di supporto è cruciale, in questo momento. Parliamo con amici, familiari o, se occorre (e spesso è così), picologi. Ci aiuterà a chiarire i nostri sentimenti e prendere decisioni razionali. Acquisiamo poi consapevolezza del fatto che non tutte le relazioni possono essere salvate. Specie se coinvolgono abusi o manipolazioni gravi. In tali situazioni, la separazione è la scelta migliore. Talvolta, addirittura l’unica possibile.

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