Vaso di Pandora

Regretting motherhood, come affrontare i rimpianti materni

La maternità è una delle più belle esperienze nella vita di una donna, spesso la più bella in assoluto. Una gioia che apre gli occhi, una famiglia che cresce e intraprende un viaggio da percorrere assieme: l’insieme di sensazioni offerto dal termine di una gravidanza è straordinario, tanto che si fa davvero molta fatica a descriverlo attraverso la scrittura. Emozioni di questo tipo devono essere vissute in prima persona. Eppure, talvolta l’euforia e la felicità durano poco. Non tutte le madri sono infatti adatte a vivere la maternità, tanto che possono sentirsi fuori posto, a disagio, quasi come se fossero estranee a loro stesse. In questo caso, si parla di regretting motherhood, utilizzando un termine preso in prestito dalla lingua inglese e traducibile letteralmente con rimpiangere la maternità.

Leggi anche: “Amore in tempi d’autunno: riflessioni psicologiche

Regretting motherhood, che cosa significa

Diventare genitori significa cambiare completamente la propria vita, talvolta sconvolgerla completamente. È infatti necessario adattarsi a una quotidianità nuova e precedentemente sconosciuta che comporta indubbiamente gioie, ma anche numerose fatiche e diversi dolori. A volte, può emergere un vissuto di pentimento, dovuto alla nostalgia delle proprie abitudini precedenti. Ciò non significa amare meno i propri figli, che restano adorati, bensì fare difficoltà ad accettare la nuova condizione genitoriale. Quando si diventa madre, o padre, si varca una linea. Inevitabilmente, da una parte resta il prima e su quella in cui ci si ritrova c’è il dopo.

Alla luce di queste considerazioni, si è acceso in tempi recenti un vero e proprio dibattito. Se è giusto rivendicare il diritto di essere genitori e di esserlo anche in forma atipica, come nel caso di coppie separate, arcobaleno, omogenitoriali e così via, allora lo è anche non esserlo e non sentirsi in colpa per questo motivo. E che dire di chi si pente di esserlo diventato, allora?

Sono ancora numerose le famiglie che mettono al mondo un figlio più perché lo sentono come un obbligo o un atto dovuto che perché lo desiderino veramente. È come se si trattasse di una condizione mitizzata. Non esistono risultati scientifici che affermino come le coppie con figli siano più felici di quelle senza. In quest’ottica, può capitare che una neomamma si trovi a ripensare la sua scelta. Regretting motherhood significa proprio questo: farsi prendere da dubbi, incertezze o rimorso relativamente alla decisione di concepire.

Regretting motherhood: ogni madre ama suo figlio, ma non tutte concepirebbero di nuovo, potendo tornare indietro
Regretting motherhood: la sensazione non riguarda mai l’amore verso il proprio bambino, sempre incrollabile, bensì la decisione di diventare madri

Testi di riferimento

Regretting motherhood è il titolo di un libro che si dedica proprio a questo tema. L’autrice è la sociologa israeliana Orna Donath, la quale ha raccolto nel suo volume le dichiarazioni di 23 mamme, intervistate relativamente alla loro esperienza. Il testo mette in risalto tutte le pressioni sociali e culturali che possono contribuire alla scelta della genitorialità. L’atteggiamento che emerge è ambivalente. Tutte le intervenute amano immensamente i loro figli, eppure tutte ripenserebbero la loro scelta, potendo tornare indietro. Prima di questo libro ne era uscito uno simile, intitolato No Kids. Quaranta ragioni per non avere figli e scritto da Corinne Maier, psicanalista francese e madre di due bimbi. Il volume è una demonizzazione delle cosiddette gioie della maternità, estremamente realista su quello che l’esperienza effettivamente comporta.

Aspetti psicologici

Quando i sentimenti di rimpianto o delusione nei confronti della maternità cozzano con l’aspettativa sociale che la genitorialità debba portare solo gioia e soddisfazione si vive quello che è stato ribattezzato come regretting motherhood. Si potrebbe utilizzare la traduzione italiana, pentimento della genitorialità, ma il termine viene ovunque mantenuto nella sua versione originale.

Questo fenomeno è spesso tabù, pur rappresentando una realtà con cui numerose donne devono confrontarsi. I rimpianti materni non devono essere vissuti come un segno di fallimento o inadeguatezza, essi sono infatti piuttosto un’opportunità di esplorare e comprendere a fondo le proprie emozioni e necessità. I cambiamenti nelle dinamiche relazionali, la perdita di autonomia e il peso della nuova responsabilità possono alimentare il pentimento e rimarcare una discrepanza tra aspettative e quotidianità.

Psicologicamente ci si può sentire intrappolati. Le madri, soprattutto, ma anche i padri, potrebbero percepire tutto il peso delle aspettative sociali e culturali legate al loro nuovo status e non capire perché la società richieda loro di mostrarsi sempre felici e realizzati, se in realtà non lo sono affatto. In tale condizione, frustrazione e delusione hanno gioco facile.

Regretting motherhood, come si affronta la situazione?

Quando ci si ritrova in una simile situazione occorre tenere un approccio empatico e comprensivo verso sé stessi. Si parte dall’esplorazione e validazione delle proprie conflittuali emozioni, senza auto-giudizio e vergogna. La comunicazione aiuta molto: deve restare aperta e complice con il partner, così come con i professionisti della salute mentale a cui eventualmente si dovesse scegliere di rivolgersi, per un sostegno. Ritagliamoci uno spazio sicuro e meditiamo sulle nostre sensazioni, condividendole se l’azione ci faccia sentire meglio. Ricerchiamo supporto e sostegno, come quello che ci possono offrire gruppi di discussione o semplicemente forum online. Creare una rete con altre mamme e papà che condividono questa esperienza ci offrirà un ambiente di comprensione e aiuto reciproco.

La consulenza professionale con psicologo o terapeuta specializzato in genitorialità non è un obbligo, può però rappresentare un passo importante nel processo di navigazione attraverso i rimpianti materni e suggerirci il miglior modo di affrontarli. Il professionista sa fornire strumenti e strategie per la gestione delle emozioni. Egli, o ella, esplorerà le dinamiche familiari e spiegherà come sviluppare un senso di equilibrio tra esigenze personali e legate alla maternità.

Quella di chi attraversa una situazione di regretting motherhood è un’esperienza delicata. La condizione richiede gentilezza verso sé stessi e raccomanda supporto adeguato. Affrontare questa situazione in modo empatico e aperto può portare a una maggiore comprensione di noi e alla possibilità di trovare equilibrio e soddisfazione nella genitorialità.

Leggi anche: “Paura di andare dallo psicologo: come superare l’apprensione

Condividi

Lascia un commento

Leggi anche

Nasce Mymentis

L’eccellenza del benessere mentale, ovunque tu sia.

Scopri la nostra rivista

 Il Vaso di Pandora, dialoghi in psichiatria e scienze umane è una rivista quadrimestrale di psichiatria, filosofia e cultura, di argomento psichiatrico, nata nel 1993 da un’idea di Giovanni Giusto. E’ iscritta dal 2006 a The American Psychological Association (APA)

Le Ultime dall'Italia e dal Mondo
Leggi tutti gli articoli
Migliori podcast di psicologia: una ragazza con le cuffie di fronte al computer
15 Settembre 2024

Migliori podcast di psicologia: ascolti consigliati

Il settore dei contenuti ascoltabili, o podcast, ha avuto una crescita vertiginosa negli ultimi anni. La serialità di questo format e la libertà di poterlo ascoltare anche mentre si fa altro, diversamente da quanto accada,…

Storie Illustrate
Leggi tutti gli articoli
8 Aprile 2023

Pensiamo per voi - di Niccolò Pizzorno

Leggendo l’articolo del Prof. Peciccia sull’ intelligenza artificiale, ho pesato di realizzare questa storia, di una pagina, basandomi sia sull’articolo che sul racconto “Ricordiamo per voi” di Philip K. Dick.

24 Febbraio 2023

Oltre la tempesta - di Niccolò Pizzorno

L’opera “oltre la tempesta” narra, tramite il medium del fumetto, dell’attività omonima organizzata tra le venticinque strutture dell’ l’intero raggruppamento, durante il periodo del lock down dovuto alla pandemia provocata dal virus Covid 19.

Pizz1 1.png
14 Settembre 2022

Lo dico a modo mio - di Niccolò Pizzorno

Breve storia basata su un paziente inserito presso la struttura "Villa Perla" (Residenza per Disabili, Ge). Vengono prese in analisi le strategie di comunicazione che l'ospite mette in atto nei confronti degli operatori.