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Proiezione in psicologia: dinamiche, cause e implicazioni comuni

Contrariamente a quanto qualcuno potrebbe credere, non è affatto raro vedere negli altri aspetti negativi che, in realtà, non appartengono a loro, bensì a noi stessi. Questo fenomeno psichico, conosciuto e studiato ormai da tempo, prende il nome di proiezione. Non si tratta che di un meccanismo di difesa primitivo, molto importante, di cui tutti ci serviamo nel corso della nostra vita. È molto difficile che ce ne accorgiamo ma ne facciamo un impiego più o meno consistente, a seconda del carattere che ci contraddistingue. Il sistema, per contorto che possa apparire, è in realtà un’importante difesa contro le minacce esterne. Impariamo a fare uso di questo strumento durante l’infanzia e ce ne serviamo per distinguere quali esperienze provengano dal mondo che ci circonda e quali da dentro di noi. Nei paragrafi seguenti, approfondiremo il ruolo e il significato della proiezione in psicologia.

Le dinamiche della proiezione in psicologia

La proiezione in psicologia si descrive come un meccanismo difensivo tramite cui interpretiamo qualcosa proveniente dal nostro conscio come originario del mondo esterno. Se usata in modo maturo e adeguato, è l’elemento cardine per giungere all’empatia, ovvero quella capacità chiave di immedesimarsi nell’altro, intuendone vissuti e stati d’animo. Tale difesa consente di proiettare l’esperienza di noi stessi e del mondo in modo da comprendere la soggettività di un’altra persona. Non pensiamo alla proiezione soltanto come a un meccanismo che distorce la percezione della realtà. Essa può anche essere impiegata in modo costruttivo, allo scopo di favorire la crescita personale e relazionale. Per utilizzare la proiezione in modo maturo e adeguato, è importante sviluppare una giusta consapevolezza di sé. Riconoscere quando stiamo proiettando i nostri sentimenti, o pensieri, sugli altri è il primo passo per gestire questo meccanismo in maniera positiva.

Una proiezione matura comporta la capacità di riflettere sulle proprie emozioni e comprendere che esse potrebbero influenzare il modo in cui vediamo e interpretiamo il comportamento altrui. Per esempio, se avvertiamo un vissuto di insicurezza in una situazione, possiamo proiettare tali timori sugli altri, rendendoli critici o giudicanti ai nostri occhi, anche se in realtà non lo sono affatto. Invece di reagire impulsivamente, una gestione matura della proiezione potrebbe implicare il fermarsi a riflettere se stiamo davvero percependo un atteggiamento negativo dall’altra persona oppure se si tratti soltanto di una proiezione delle nostre insicurezze. Questo meccanismo proiettivo è in grado di migliorare le relazioni interpersonali. Quando riconosciamo che tendiamo a proiettare le nostre esperienze e sensazioni sugli altri, possiamo usare questa consapevolezza in modo da renderci più empatici.

La forza della proiezione

proiezione in psicologia: una donna alterata
Proiezione in psicologia: anche in videocall si possono proiettare le proprie insicurezze sull’interlocutore

Se comprendiamo che un’altra persona può proiettare le sue paure, o insicurezze, su di noi, saremo portati a rispondere con pazienza e comprensione maggiori. Similmente, possiamo fare uso della proiezione sfruttandola per l’auto-riflessione e la crescita personale. Quando ci accorgiamo di proiettare certi sentimenti o desideri sugli altri, possiamo usare questa consapevolezza per esplorare meglio i nostri bisogni e desideri profondi. In questo modo, la proiezione diventa un’opportunità per conoscere meglio noi stessi e affrontare come si deve le nostre paure o insicurezze. Il potere di questo meccanismo, dunque, è quello che può diventare uno strumento di comprensione e connessione. Usare la proiezione in modo maturo e adeguato richiede consapevolezza, riflessione e impegno verso la crescita personale e relazionale. In questo modo, non soltanto comprenderemo meglio noi stessi ma miglioreremo anche la qualità delle nostre interazioni con gli altri.

Proiezione in psicologia: cause e implicazioni

Solitamente, il contenuto che viene proiettato è indesiderato e dà fastidio. Per tal motivo, lo si disconosce e butta fuori, attribuendolo a qualcun altro. Molti gruppi politici, sette religiose, istituzioni o associazioni a connotazione marcatamente identitaria sfruttano la proiezione. Lo fanno per attribuire tutto quanto c’è di negativo agli altri e ogni elemento positivo al proprio gruppo. I meccanismi proiettivi sono costantemente in mezzo a noi e fanno parte della nostra vita quotidiana. Qualcuno ne ha contezza e sa sfruttarli a proprio vantaggio, mentre la maggior parte delle persone li vive inconsciamente. Le cause del meccanismo vanno ricercate nel funzionamento della nostra mente, la quale spesso fatica a ritenersi responsabile ma riconosce bene i suoi limiti e difetti, tanto da proiettarli sugli altri.

Utilizzando la dinamica proiettiva in modo eccessivo, si possono causare seri problemi, tanto a livello individuale quanto sociale. Una proiezione massiccia può portare a conflitti continui. Le persone possono arrivare a vedere negli altri difetti o intenzioni negative che, in realtà, appartengono a loro stessi. Questo può generare incomprensioni e/o tensioni, rendendo difficile una autentica comunicazione. Su un piano più strettamente sociale, la proiezione può alimentare la polarizzazione tra gruppi, creando divisioni profonde basate su percezioni distorte della realtà, secondo le dinamiche esemplificate nel paragrafo precedente. In casi estremi, questa dinamica può persino sfociare in violenza o in discriminazione. Non deve stupire. È facile giungere a questo punto quando un gruppo percepisce l’altro come una minaccia esagerata o ingiustificata. La proiezione non solo distorce la realtà, bensì erode anche le relazioni e crea un ambiente carico di ostilità.

È importante saper declinare questo meccanismo al meglio perché, come si è visto, è un’arma a doppio taglio.

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