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Perché le amicizie finiscono: psicologia delle relazioni sociali

La sempre attendibile APA, l’Associazione Psicologica Americana, ha dato una definizione completa di amicizia. Nel 2018, la Association scriveva che essa era definibile come una relazione volontaria e relativamente duratura tra due o più persone, le quali si preoccupano solamente di soddisfare i reciproci interessi, oltre che soddisfare i propri desideri. C’è dunque meno di mutuale, rispetto a quanto ci aspetteremmo, in un rapporto di questo tipo. Il pattern relazionale amicale, che tutti conosciamo, si sviluppa attraverso esperienze condivise. In questi frangenti, le persone coinvolte maturano una certezza e apprendono come la loro associazione reciproca sia gratificante per entrambi. Nonostante questo tacito patto a restare fedeli l’uno all’altro, o l’una all’altra, il rapporto può interrompersi. Perché le amicizie finiscono? Nelle righe seguenti, cercheremo di dare una spiegazione a episodi di questo tipo.

Relazione amorosa e relazione amicale

Paragonato al campo, di diversa complessità, della vita di coppia, quello delle relazioni amicali rimane, senza ombra di dubbio, un ambito vasto e non sempre inquadrato correttamente dai limitati impianti metodologici delle odierne scienze sociali. A oggi, le ricerche sul campo poggiano le proprie basi pluridecennali su un quesito che, tra una fase e l’altra del nostro viaggio esistenziale, ci può cogliere sprovvisti di ogni risposta. Perché le amicizie finiscono? La rottura di una relazione significativa, di tipo amoroso o amicale, è un fenomeno noto ai più e temuto da tutti (come ha indicato Leslie Baxter, nel 1982). Fin qui nulla di strano, considerando che non vi sono, di primo acchito, delle risposte universali e speculari per ogni individuo. In quanto umani, nella maggior parte dei casi della nostra quotidianità, siamo programmati per stare in relazione reciproca con i nostri simili, da sempre.

L’uomo è infatti un animale sociale e, in virtù di questo, potrebbe apparire strano il fatto che le relazioni di amicizia finiscano. Com’è facilmente immaginabile, in tempi antichi, avere una rete sociale su cui contare era fondamentale e poteva fare la differenza tra la vita e la morte. Le tribù di agricoltori dovevano poter contare su altri nel caso in cui le loro colture non portassero frutto. Quelle di cacciatori anche, se volevano avere compagni per sfidare animali più forti e veloci. Alla luce di ciò, sarà chiaro a tutti che la relazione amicale si intesse, storicamente, per un semplice motivo: il bisogno. Al giorno d’oggi non abbiamo più bisogno di alleati che ci guardino il fianco su cui poter contare, in caso di necessità. Ciononostante, anche le più recenti evidenze sociologiche ascrivono l’amicizia come principale fonte di supporto. È questa esperienza che ci consente di sperimentare le prime forme di autonomia al di fuori del contesto familiare.

Dal punto di vista più strettamente psicologico, c’è chi puntualizza come lo sviluppo e il mantenimento di tali relazioni possa costituire un forte fattore di protezione dalle psicopatologie.

Perché le amicizie finiscono e si dissolvono?

Perché la amicizie finiscono: una donna litiga di fronte al cellulare
L’amicizia è la principale fonte di supporto nella nostra vita, eppure, spesso anch’essa di dissolve

Giungiamo alla domanda cardine di questo approfondimento: perché le amicizie finiscono? La psicologia ha riportato alcune cause e motivazioni. Occorre specificare che vanno prese con le pinze. In ogni relazione amicale possono venire alla luce situazioni differenti e generalizzare non è corretto. Volendo dare un’esaustiva risposta, abbiamo preso in considerazione alcune cause comuni di rottura tra amici. A incrinare la vicinanza possono concorrere elementi come distanza fisica ed eventi destabilizzanti cruciali. Le amicizie più blande, contraddistinte da basso grado di vicinanza, hanno maggiori probabilità di dissoluzione nel tempo. Altre cause di dissoluzione scaturiscono tipicamente da cambiamenti drastici nella rete sociale di uno dei due amici. Qualora uno dei due reclami un maggiore impegno da parte dell’altro, l’ammonimento (che, va detto, talvolta cementifica il rapporto) potrebbe essere causa di cali di affetto reciproco.

Le concettualizzazioni indicate sono approssimative. Ciò non deve stupire. È impossibile standardizzare un fenomeno così complesso e frastagliato come l’amicizia. Le ricerche sul campo prendono in considerazione svariati elementi, come ad esempio i sempre più rilevanti stili di attaccamento. A fattori dovuti alla vita, come allontanamenti, trasferimenti o cambi di abitudini, dobbiamo aggiungere quelli contingenti alla socialità: liti, invidie e incomprensioni. In base al carattere dei coinvolti, anche questi frangenti possono portare alla dissoluzione di amicizie.

Perché le amicizie finiscono: le principali dinamiche

Siamo a conoscenza di tre differenti dinamiche di rottura di un rapporto amicale. Queste non ci spiegano perché le amicizie finiscono, ma chiariscono come avvenga un fatto del genere. Le più utilizzate – che fanno più male – sono quelle indirette. Qui non si giunge a un allontanamento faccia a faccia ma, semplicemente, lo si subisce. È il caso di trasferimenti in nuclei urbani lontani che, inevitabilmente, danneggiano i rapporti esistenti; delle manipolazioni per conto terzi, dove una persona esterna alla relazione interviene per comunicare alle parti (o a una delle due) la volontà di distanziamento o delle subdole strategie, sgradevoli e difficili da accettare, come l’odioso ghosting.

Accanto a queste dinamiche indirette, troviamo quelle dirette. Esse sono più semplici da comprendere, ma anche più rare. Innanzitutto abbiamo le strategie bilaterali, ove ambedue le parti decidono di chiudere il rapporto, attraverso una chiara comunicazione che può essere più o meno positiva. In secondo luogo, troviamo quelle unilaterali, dipendenti da un solo vertice ma non meschine come le dinamiche indirette. In questo ambito, possiamo parlare di strategie che riguardano la comunicazione aperta e orizzontale, dove la parte che intendere chiudere o congelare il rapporto spiega, con chiarezza, le sue ragioni, oppure di una dinamica nota come genuine de-escalation, all’interno della quale chi vuole uscire dalla relazione non punta sulla chiarezza, ma si concentra sulla propria necessità di maggior spazio e si focalizza sempre più su sé stesso, o sé stessa, e sempre meno sull’altro.

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