Fare attenzione alla propria alimentazione, avendo cura di nutrirsi di alimenti sani, e farlo in maniera equilibrata, è il primo passo per tenersi in salute. Al solito, però, il troppo stroppia, come si suol dire. Quando l’abitudine di mangiare sano si trasforma in ossessione, possono insorgere complicazioni anche gravi. Chi è così attento a quel che ingurgita da rinunciare persino a pranzi e cene fuori casa, potrebbe essere affetto da ortoressia nervosa. Lo stesso vale per quelle persone che hanno eliminato dalla propria dispensa tutti gli alimenti sospettati di essere nemici della salute. E che dire di chi pianifica la propria dieta e la propria spesa fin nei minimi dettagli, per essere sicuro di non sgarrare su nulla?
Chi insegue una dieta sana ma lo fa fino al punto di rendere questo obiettivo una ossessione finisce spesso per ottenere l’effetto opposto. Quando parliamo di ortoressia indichiamo proprio il disturbo alimentare di queste persone.
Tipici comportamenti di chi soffre di ortoressia nervosa
Il fenomeno dei disturbi alimentari, che comprende anoressia, bulimia, ortoressia e vigoressia, è in forte crescita in Italia. Secondo il Ministero della Salute, oltre 3 milioni di nostri connazionali sono intrappolati in questa gabbia. Per quanto riguarda l’ortoressia nervosa, contiamo a oggi 300.000 italiani affetti, ma il loro numero è in aumento. Le vittime di questo disturbo alimentare sono prevalentemente uomini. Il 78% di loro pianifica in maniera a dir poco meticolosa i suoi pasti. Il 76% evita uscite galanti al bar o al ristorante e il 72% preferisce rinunciare a vedere i propri amici, se si incontrano per una cena. L’ortoressico non ha alcun problema a dedicare il proprio weekend a cucinare verdure per la settimana successiva. Nel farlo, calcolerà le dosi al milligrammo e suddividerà i nutrienti in maniera precisa e specifica per colazioni, pranzi e cene.
L’operazione di recarsi a fare la spesa, complicata per chiunque, diventa quasi insormontabile per chi si ritrovi in questa condizione. L’ortoressico infatti vede l’acquisto di alimentari come una sorta di spedizione scientifica e vive la visita al supermercato di conseguenza (quando di supermercato si tratta, poiché tipicamente si rifornisce in negozi più piccoli e specializzati, ritenuti più sani). La missione dell’ortoressico è quella di evitare qualsiasi alimento possa essere dannoso per la sua salute. Si tratta però di un’operazione degna di Ethan Hunt perchè, di fatto, ogni cibo può essere potenzialmente dannoso. Per questo motivo, chi soffre di ortoressia nervosa tende a scegliere tra una platea molto scarsa di alimenti, non considerando che difficilmente un cibo è pericoloso in sé, in quanto tale. Più di frequente, diviene una minaccia quando si esagera e lo si assume in quantità eccessive.
Il modus operandi dell’ortoressico
Generalmente, chi è attanagliato dall’ortoressia nervosa elimina dalla propria dieta, in maniera progressiva e inarrestabile, tutti gli alimenti ritenuti nocivi. Per farlo si basa generalmente su evidenze scientifiche ma, a lungo andare, comincerà a determinare cosa consumare e cosa no in base al proprio istinto e alle proprie sensazioni. Così facendo, finirà per eliminare dalla propria alimentazione anche cibi utili all’organismo. Una lista nera stilata da chi soffra di ortoressia comprende solitamente OGM, dolci, ortaggi non biologici e tutti i cibi considerati potenzialmente cancerogeni: carne rossa, insaccati, latticini, patate… Non tutti coloro i quali curano in maniera esagerata la propria alimentazione sono necessariamente ortoressici. Alcune personalità sono però considerevolmente più esposte di altre alla possibilità di incorrere in questo disturbo. È il caso, ad esempio, dei salutisti estremi e degli atleti troppo dipendenti dalla propria alimentazione.
Altri soggetti che incorrono con facilità nell’ortoressia nervosa sono i maniaci del perfezionismo e le persone che lottano contro disturbi ossessivi della personalità. Anche chi fronteggia monomanie o psicosi, e porta avanti comportamenti compulsivi e ripetitivi, oppure si caratterizza per una personalità particolarmente ansiogena, ha più possibilità di rimanere vittima di questa condizione. L’ortoressia comporta disagi di tipo mentale e sociale, ma anche fisici. Escludendo troppi alimenti dalla propria dieta infatti si perderà peso, divenendo più deboli e gracili, e si mangerà in maniera tutt’altro che equilibrata. Ecco perché questo disturbo alimentare diventa controproducente: pensando di farsi del bene si finisce a farsi del male. Tutti gli organi del nostro corpo sono infatti messi alla prova quando si verifica un brusco calo dei nutrienti introdotti nel nostro corpo mediante l’alimentazione.
Si può curare l’ortoressia nervosa?
L’ortoressia nervosa può causare demineralizzazione dell’apparato scheletrico, disturbi all’apparato cardiovascolare e carenze vitaminiche, in particolare di vitamina B12, contenuta nei grassi di origine animale. Curare soltanto i sintomi senza affrontare il disturbo alimentare, serve a ben poco. L’ortoressia è una dipendenza e come tale va considerata. Iniziamo con l’ammettere che abbiamo un problema e consultiamo uno psicoterapeuta e un nutrizionista. L’azione combinata dei due professionisti è un metodo piuttosto affidabile per affrontare questa sfida. Superato questo primo step, riprendiamo a mangiare in maniera corretta. Ripartiamo dal rispetto di quella che è ampiamente considerata la migliore dieta possibile, la mediterranea.
Privilegiamo sempre frutta e verdura, ma non rinunciamo ai gustosi carboidrati e ad alcuni grassi, come l’olio extravergine di oliva. Legumi e proteine di origine vegetale sono molto importanti, così come il pesce, che andrebbe consumato 2 o 3 volte alla settomana. Le proteine animali vanno invece ingurgitate in quantità moderate. Ogni pasto deve essere vario ed equilibrato, dimentichiamoci cene (o pranzi) a base di soli ortaggi o proteine. Limitiamo sale, zucchero e dolci ma non inauguriamo inutili crociate contro i carboidrati. Non è vero che a cena vanno evitati come la peste bubbonica.