Quella che chiamiamo motivazione è la spinta ad agire nei nostri impegni di tutti i giorni. Quando prevalgono le gratificazioni interne e sono queste ad attivarci e metterci in moto, parliamo di motivazione intrinseca. Se invece, al contrario, sono quelle esterne ad avere più forza, parliamo di motivazione estrinseca. Il processo motivatorio è fondamentale nella vita di una persona. È grazie a esso che ci mettiamo in moto. Possiamo vederlo come una sorta di molla che ci spinge e sprona all’azione. La fonte della motivazione è doppia. Può giungere dall’interno oppure dall’esterno. Essa ci suggerisce quali azioni compiere, quanta energia impiegare in ciascuna di esse e come supportare al meglio il nostro sforzo nel tempo. Generalmente, vengono utilizzate ambedue le molle, ma in proporzione differente tra loro. Ci saranno perciò alcune persone più motivate intrisecamente e altre che faranno più affidamento sulla motivazione estrinseca.
La motivazione estrinseca
La motivazione estrinseca è più interessante di quella intrinseca. Essa è infatti più utile in contesti sociali ed è uno strumento utilizzabile per coinvolgere le persone in svariati ambiti. Ogni compito, ogni obiettivo che ci proponiamo implica uno sforzo. Questo è inevitabile. Che cosa ci spinge a non mollare e a voler perseguire il nostro fine? Il semplice desiderio di ottenere qualcosa non basta. Tutti, ad esempio, vogliamo dimagrire, ma quanti continuano il loro percorso in palestra alla scadenza dei tre mesi di prova? La motivazione poggia su tre componenti di base: attivazione, persistenza e intensità. Quando si parla di quella estrinseca, tutti e tre questi elementi saranno esterni. La molla ad agire può derivare dalla realizzazione della persona e delle sue qualità oppure dalla conquista di qualche riconoscimento tangibile.
Le possibili motivazioni estrinseche possono essere di natura materiale, per esempio case, gioielli, soldi o beni di valore oppure immateriale, come fama, potere e carriera.
Per alcune persone la motivazione estrinseca può essere una protagonista anche in ufficio. C’è chi saliva alla promessa di una promozione, chi brama il riconoscimento pubblico dei propri meriti o la possibilità di distinguersi agli occhi del capoufficio. Per qualcuno, queste opportunità professionali possono essere delle vere e proprie scosse di adrenalina. Come per numerose altre molle psicologiche, bisogna stare attenti al dosaggio. L’ipermotivazione può indurre al conflitto, piuttosto che alla collaborazione, soprattutto quando si combina con un carattere arrivista e individualista. La spinta esterna deve necessariamente fare i conti con la motivazione estrinseca altrui. Qualora ciò non avvenisse, saremmo nei guai. Al fine di evitare di trasformarsi in fonte di stress e, dunque, in freno, la nostra molla verso quel che è al di fuori di noi deve convivere con quella degli altri. Specialmente in un contesto competitivo come spesso è il mondo del lavoro.
La motivazione estrinseca è dominante
Ricerche specifiche sull’argomento e studi dedicati hanno rilevato che le motivazioni della maggior parte delle persone sono estrinseche. Ci si aspetta spesso qualcosa in cambio del nostro comportamento, che si tratti di ricompense o di strumenti necessari per la sopravvivenza, come cibo, denaro o riparo. La motivazione estrinseca spinge a fare qualcosa per ottenere una ricompensa o evitare una punizione. In questo caso, la motivazione di un determinato comportamento proviene da qualcosa di esterno a te. Sebbene si possa apprezzare, in generale, il processo di raggiungimento di un obiettivo, avere principalmente una motivazione estrinseca significa che ciò che spinge ad agire sono fattori al di fuori da noi. Ciò significa che la gratificazione, o ricompensa, sarà esterna e non legata a una nostra indole o desiderio recondito interiore.
Dal momento che sono i fattori esterni a motivarci nel compiere un’azione, o evitarla del tutto, sono quelli stessi elementi a darci la forza e la volontà di portarla a compimento. Qualora tale spinta esterna venisse a mancare, con ogni probabilità smetteremmo di compiere quelle azioni. In qualche modo, dunque, la motivazione estrinseca domina anche noi ed è più forte della nostra volontà. Questo elemento funge da forza guida per ogni comportamento umano. Capire come funziona e comprendere i fattori che lo influenzano può aiutarci a governare meglio la nostra vita. Compresa l’importanza della motivazione, è fondamentale distinguere quali possano essere i motivi alla base di una bassa spinta a mettersi in gioco e inseguire il risultato migliore. Se riuscissimo a compiere questo passo, prenderemmo davvero in mano le redini della nostra quotidianità e potremmo trovarci meglio in molti ambiti, distribuendo la voglia di fare sui campi che privilegiamo.
Personalità e motivazione
Differenti personalità vivono in modo diverso la loro relazione con la motivazione, intrinseca o estrinseca che sia. La molla che ci attiva è complessa e anche tutto quel che le sta intorno non è semplice da spiegare e giustificare, poiché la definizione non è sufficiente. Occorre infatti tenere in considerazione anche le svariate personalità delle persone. Diversi caratteri vivono diversamente la motivazione e ciò va sempre tenuto presente. Così facendo, capiremmo meglio perché per alcuni è più facile rimanere motivati, mentre per altri è una vera e propria impresa. Questo spunto saprà fornirci indicazioni su come attivare al meglio la nostra molla.
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