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Mentalizzare: come capire la mente altrui

L’abilità di mentalizzare consente a un individuo di comprendere al meglio i propri comportamenti e quelli altrui, così come le sensazioni provate da una persona, in un determinato istante. Ci si può riuscire grazie a una corretta associazione tra i vari stati mentali, rappresentati da emozioni e pensieri. Pensiamo alla mentalizzazione come a un elaborato processo metacognitivo, il quale si contraddistingue per la peculiarità di riuscire a tenere a mente la mente. Ciò significa che chi sa mentalizzare è capace di afferrare molto velocemente quel che passa per la testa delle persone, come si suol dire. Questo gli garantisce, o le garantisce, un’indiscutibile rapidità nel profilare il proprio interlocutore e i suoi sentimenti.

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Il concetto di mentalizzazione

La mentalizzazione è la parte più importante della cosiddetta teoria della mente. Essa è stata elaborata con la contribuzione di numerose professionalità, tra psicologi e psicanalisti, in particolar modo l’ungherese Peter Fonagy e Anthony Bateman, professionista britannico. Questa teoria riguarda tutte le associazioni mentali che ognuno si costruisce sin dalla prima infanzia.

La teoria della mente

Con la dicitura teoria della mente, spesso definita anche dal suo acronimo TOM, dall’inglese theory of mind, indichiamo la capacità di attribuire stati mentali a sé stessi oppure agli altri. Credenze, intenzioni, desideri, emozioni, conoscenze… ognuno di questi elementi incide sullo stato mentale e chiunque di noi, in un particolare momento preso in considerazione, si trova in una condizione propria, particolare e differente da quella attraversata da ogni altra persona. La prima stesura della teoria si deve a David Premack e Guy Woodruff e risale al 1978. In seguito, però, essa ha subito innumerevoli modifiche e sviluppi. La teoria della mente è applicabile in ogni interazione sociale e consente, a chi sia capace di mentalizzare, di analizzare, giudicare e comprendere i comportamenti altrui.

All’interno della psicologia dello sviluppo, la TOM gioca un ruolo molto importante. Essa rientra nelle abilità evolutive e si configura a partire dalle esperienze raccolte nel corso dell’infanzia. I comportamenti sociali del bambino, prima, e dell’adulto, poi, si devono infatti al processo di maturazione, il quale forma le rappresentazioni mentali che educheranno la persona nel corso della sua crescita. Le capacità di ognuno sono fortemente influenzate dal contesto culturale in cui si vive e dalle persone con cui si ha a che fare. Ciononostante, hanno un certo rilievo anche le capacità personali. Per questo motivo le capacità mentali non sono le medesime per tutti. Esse risultano infatti più sviluppate in alcuni individui e meno in altri.

Mentalizzare, capire e comprendere la mente altrui
Mentalizzare ci consente di esternare le nostre sensazioni e comprendere al meglio quelle degli altri, così come le loro emozioni, anche durante una comunicazione non verbale

Cosa significa mentalizzare

Il verbo mentalizzare descrive un processo mentale di natura prevalentemente – ma non esclusivamente – inconsapevole. Attraverso la mentalizzazione, in tutte le sue componenti intuitive ed emozionali, ciascun individuo sa regolare i propri sentimenti e dimostrare la propria intelligenza emotiva. Naturalmente, non tutti sono capaci di mentalizzare alla stessa maniera: qualcuno sarà più abile e qualcun altro lo sarà meno. La mentalizzazione è un’attività particolarmente complessa. Essa comprende infatti la sintesi dei molteplici fattori e processi che si svolgono all’interno della nostra mente. Pensieri, desideri, bisogni, sentimenti, fantasie, credenze, processi psicopatologici, sogni… ognuno di questi elementi incide sulla mentalizzazione.

Si può mentalizzare in maniera implicita oppure esplicita.

La mentalizzazione esplicita

Questo tipo di mentalizzazione è di natura prettamente simbolica. Pensiamo a tutti quei processi che portano a realizzare opere artistiche, come dipinti o poesie, e che traducono, in forma visibile oppure tangibile, determinati stati mentali o sentimenti. Essi si devono a un’elaborazione possibile grazie a questo processo.

Mentalizzare esplicitamente significa costruire e alimentare un attaccamento sicuro. Parliamo di una forma di attaccamento sviluppatasi nel corso dell’infanzia, quando il bambino percepisce che i suoi bisogni e le sue istanze vengono accolte e comprese dalla figura cui è maggiormente legato (o attaccato), come può essere un genitore o, in generale, un caregiver diverso dalla madre o dal padre. Grazie a questa condizione, è possibile rielaborare correttamente i propri sentimenti e le proprie necessità, basandosi sull’esperienza costruita da bambini, ed esternarli in maniera che gli altri possano mentalizzare in maniera corretta quel che stiamo provando e desideriamo comunicare.

Mentalizzare in maniera implicita

Qui abbiamo a che fare con una forma di mentalizzazione completamente intuitiva e automatica. Si tratta di un bagaglio comportamentale acquisito nel corso del tempo, attraverso la ricezione implicita di sentimenti o giudizi. Potremmo definirla come un apprendimento inconsapevole, costruito attraverso l’esposizione, continua e prolungata nel tempo, a stimoli e ricompense. Non esiste alcuna consapevolezza di ciò che si è appreso, tanto meno del modo in cui si è arrivati ad acquisire certe cose. La nostra mente funziona come una sorta di spugna, e può assorbire un’altissima quantità di informazioni dall’ambiente circostante, senza necessità che qualcuno le dia il permesso.

Facciamo un esempio: l’intuizione è il massimo indice di apprendimento implicito. Essa ci dà modo di comprendere, nonché di rispondere tempestivamente, e in maniera adeguata, a forme di comunicazione non verbale emotive. È grazie a essa se siamo in grado di tenere aperto un canale comunicativo anche senza proferire parola.

Operazioni cognitive come percepire, immaginare, descrivere e riflettere, che spesso ci vengono così naturali, sono possibili a chi sappia mentalizzare, dunque ognuno di noi. Come già anticipato, non tutti siamo capaci di farlo alla stessa maniera. Ecco perché chiunque di noi può dire “Amo molto questa collina” prima di descrivere un rilievo florido e sinuoso, ma soltanto uno ha scritto quanto caro gli fosse quell’ermo colle.

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