Vaso di Pandora

L’importanza dell’empatia nella relazione educativa

L’importanza dell’empatia nella relazione educativa è fondamentale. Si tratta di uno dei presupposti e dei principi dell’educazione, degli educatori, degli insegnanti e dei genitori che svolgono il compito di insegnare. Cos’è l’empatia e cosa significa utilizzarla nella formazione educativa, a scuola, a casa e in ogni altro ambito educativo.

Empatia: cosa significa 

Con il termine “empatia” i dizionari definiscono la capacità di mettersi nei panni dell’altro, nella sua “situazione”, di comprendere i processi psichici dell’altro.

Deriva dal greco “en-pathos”, cioè “sentire dentro”, ovvero fare proprie, comprendendole appieno, le emozioni, i pensieri degli altri come fossero proprie.

Mettersi nei panni degli altri significa, dunque, cambiare il proprio punto di vista, usando quello dell’altro.

Non tutti sanno essere empatici, ma si tratta di una capacità fondamentale nella comunicazione interpersonale, un elemento che consente alla comunicazione interpersonale di essere efficace.

L’importanza dell’empatia è, pertanto, fondamentale anche e soprattutto nella relazione educativa, dove genitore-insegnante-educatore, comprendendo meglio ciò che i bambini pensano e sentono, possono raggiungere un grado di profondità maggiore, la metacomunicazione.

Non solo, infatti, è così possibile comprendere ciò che l’altro vuole asserire con il suo linguaggio, cogliere il significato più vero, espresso solo dal linguaggio del corpo che può essere decodificato solo usando lo strumento empatia

Perché l’empatia è così importante nella relazione educativa? Cosa significa “educare”?

Educazione, educare

L’educazione può essere intesa come lo sviluppo di tutti gli aspetti della personalità di ogni persona, da quelli fisici a quelli intellettuali, dal carattere agli aspetti affettivi, della personalità.

Quindi, con la parola “educare” si fa riferimento alla trasmissione di insegnamenti, concetti, cure, attenzioni che giungono dall’esterno, qualunque sia l’ambito di riferimento (casa, scuola, lavoro).

Ogni persona ha in sé i mezzi e gli strumenti che gli sono necessari per apprendere, in modo continuo e graduale, tutto quello che serve nella vita.

Tutti posseggono delle attitudini che, stimolate mediante l’educazione, formeranno l’individuo rendendolo capace di svolgere attività, compiti, sport, lavori.

Ciascuno ha delle inclinazioni personali, delle potenzialità per diventare una persona specifica, differente dagli altri. 

Ma tutto ciò è determinato soprattutto dall’educazione che riceve, dagli stimoli esterni che, durante il percorso di crescita, gli vengono forniti nei differenti ambiti di vita.

Formano l’educazione:

  • Parole
  • Atteggiamenti
  • Accorgimenti verso gli altri
  • Concetti trasmessi
  • Esempi.

Educano le diverse istituzioni con cui si entra in contatto, che si frequentano. 

Tra esse:

  • La famiglia, l’istituzione prima e primaria nell’educazione del bambino che non deve essere intesa solo come apprendimento di concetti, ma apprendimento di tutto ciò che occorre al bambino per diventare persona, giovane e poi adulto (dalle basi primarie, come il movimento, la parola, etc). Senza una famiglia alle spalle, lo sviluppo psico-fisico del bambino è compromesso.
  • La scuola è l’istituzione che educa il bambino alla socialità, oltre a trasmettere il sapere.
  • La chiesa responsabile dell’educazione morale e religiosa, a completamento e secondo il percorso morale e religioso iniziato in famiglia. Il suo compito, oltre alla semplice celebrazione religiosa si dipana nelle strutture ricreative (Oratorio). 
  • Le associazioni sportive, anche ad esse è affidato un compito educativo, con riferimento principale all’ambito sportivo. Come a scuola, anche nei Centri sportivi e nelle associazioni sportive si vive e si insegna la socialità, con regole specifiche legate al tipo di sport praticato.

La scienza dell’educazione si definisce pedagogia. Tuttavia, essa giunge solo in seguito, dopo l’educazione che inizia da sempre, dall’inizio della vita di ogni persona.

Empatia nella relazione educativa

L’importanza dell’empatia nella relazione educativa, qualunque sia l’ambito considerato, è fondamentale, se non imprescindibile al fine di crescere persone con valori morali, capaci di gestirsi, di comportarsi, di relazionarsi, di imparare, di comprendere e di essere compassionevoli con gli altri.

L’empatia aiuta chi riceve un’educazione empatica ad essere, a sua volta, empatico. 

La persona empatica sarà in grado di comprendere gli altri, oltre il linguaggio verbale, di mettersi nei panni dell’altro, di capire il suo punto di vista, di trasmettere agli altri valori ricevuti, di cambiare opinioni in funzione ai cambiamenti della società, etc.

Educare con empatia significa anche contrastare i prepotenti, i bulli e il bullismo in ogni sua forma.

Insegnante, educatore empatico

Se un tempo l’insegnante aveva il compito di comunicare semplicemente dei concetti legati alle materie trattate, senza molta attenzione al fatto che questi concetti possano realmente essere assimilati oppure no e senza preoccuparsi dell’aspetto educativo, oggi le cose sono cambiate.

Oggi l’empatia deve far parte del ruolo dell’insegnante. Oggi gli insegnanti egli educatori sono chiamati a comprendere la situazione degli studenti in modo completo, comprendendo e condividendo le loro emozioni, i loro pensieri e prendendosi cura di loro mediante le loro azioni.

In questo senso, le direttive del Ministero dell’Istruzione parlano chiaramente di insegnanti ed educatori empatici, chiarendo che “l’osservazione rappresenta uno strumento fondamentale per conoscere e accompagnare il bambino in tutte le sue dimensioni di sviluppo, …attraverso un atteggiamento di ascolto, empatia e rassicurazione.”L’empatia, dunque, è un mezzo fondamentale per crescere ed educare bambini, un domani adulti, responsabili, capaci, ma soprattutto empatici a loro volta, in grado di trasmettere agli altri, comprendere gli altri, vivere serenamente con gli altri.

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