Vaso di Pandora

L’egoismo intelligente

Siamo abituati a pensare di essere tutti molto egoisti, ma non è così”, dice il filosofo Alain de Botton. “Il problema, anzi, è che siamo una versione ridotta di ciò che potremmo essere proprio perché non pensiamo abbastanza a noi stessi”.

Spesso sacrifichiamo l’esplorazione di noi stessi e la nostra crescita personale in favore di quelli che riteniamo siano i doveri sanciti dalla società, ci dimentichiamo di quelli che sono i nostri sogni, i nostri desideri e viviamo una vita scandita da regole imposte da altri, da una quotidianità organizzata dalle persone che ci circondano, e siamo vivi, perché respiriamo, ma effettivamente non esistiamo più.

Alain de Botton consiglia di fissare come priorità l’acquisizione della capacità di essere educatamente ma decisamente più egoisti, imparare a dire di “no”, fare solo cose realmente significative per la nostra persona, frequentare chi abbiamo voglia di incontrare e smetterla di sacrificarci per compiacere gli altri ed iniziare a compiacere solo noi stessi.

“L’egoismo intelligente” come lo definisce il filosofo, non mina la nostra anima, ma anzi se ne prende cura, alimentando reali interessi e valorizzando predisposizioni assopite da troppo tempo. “Essere sanamente egoisti significa aver cura del nostro bene, legittimare i nostri bisogni senza per questo danneggiare gli altri, ferirli o sottrargli qualcosa. Nel sano egoismo convivono il rispetto di sé e quello degli altri, e, di più, spesso il sano egoismo ci permette proprio di essere maggiormente efficaci quando ci troviamo ad aiutare gli altri. Essere soddisfatti della nostra vita ci spinge anche maggiormente ad occuparci degli altri e ci dà le energie per farlo” afferma la Dott.ssa Lucia Montesi, Psicologa e Psicoterapeuta.

Imparare ad essere sanamente egoisti ci insegna ad essere padroni della nostra vita, ad essere più consapevoli delle responsabilità che ciascuno di noi deve essere in grado di assumersi, e ci rende più forti nell’avere il coraggio di rifiutare di delegare le nostre scelte ad altri, perché nessuno conoscerà mai i nostri reali bisogni.

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