Il famoso psicoanalista Massimo Recalcati pubblica la sua opera “La legge della parola. Radici bibliche della psicoanalisi” nel settembre del 2022. All’interno del suo libro riordina le sue precedenti tesi e ne costituisce un testo unico, nel quale propone la lettura di alcune scene capitali del testo biblico per evidenziare come siano legate alle fondamenta della psicoanalisi freudiana.
Lo stesso autore afferma che il suo non è né un tentativo d’interpretazione psicoanalitica della Bibbia, né una declinazione religiosa della psicoanalisi. Si tratta di un incontro di linguaggi diversi con un presupposto comune: l’esperienza della parola, che occupa un ruolo centrale sia nel culto religioso sia nella psicoanalisi. Infatti, il Dio ebraico rivolge incessantemente la sua parola all’uomo e, a sua volta, la psicoanalisi è una pratica istituita sul fondamento della parola.
Chi è Massimo Recalcati?
Massimo Recalcati è uno psicoanalista, filosofo e scrittore italiano. Nato nel 1959 a Milano, ha conseguito il dottorato in Psicologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dal 2005 è docente di Psicologia clinica all’Università degli Studi di Pavia. Recalcati ha scritto numerosi libri di filosofia e psicoanalisi, ed è molto noto in Italia per le sue frequenti apparizioni in programmi televisivi e radiofonici come esperto di psicologia e cultura. Inoltre, ha fondato nel 2015 l’Associazione Lacaniana Italiana, un’organizzazione che promuove lo studio e la diffusione della psicoanalisi lacaniana in Italia.
Temi del libro
L’opera si compone di nove capitoli, ciascuno dei quali analizza un tema specifico che corrisponde ad un episodio del testo biblico.
Il testo si apre con il racconto biblico della Creazione, dove è la parola di Dio a dare vita al mondo, a dare ordine all’informe. Qui Recalcati sottolinea che è la nominazione delle cose a farle esistere, e che la parola non è solo un mezzo per comunicare, ma ha un potere intrinseco nel plasmare la nostra esperienza e il nostro pensiero.
Il libro si concentra poi sulla figura di Adamo, il primo uomo. L’autore afferma che “uomo” deriva da “homo” cioè dalla parola “humus” che vuol dire “terra”, mentre “Adamo” viene da “adam” cioè “zolla, terra” e da “adamah” cioè “polvere”. Questo per ricordarci che l’uomo viene dalla terra e non può pretendere di esserne padrone, può solo concepirsi come suo ospite provvisorio. Adamo è un esempio di come la parola divina possa creare una nuova realtà e la sua obbedienza lo porti a una maggiore comprensione di sé e del mondo.
Pagine intense sono riservate al tema della differenza sessuale, dove viene ribaltata la visione patriarcale della società ebraica che vede la donna subordinata all’uomo. Infatti, la visione fuorviante che identifica Eva come “originata” da una costola di Adamo viene capovolta dall’autore, che la attribuisce al mito d’origine del desiderio umano: la ricerca nell’altro della parte più irraggiungibile di sé stessi.
Recalcati affronta la vicenda del fratricidio di Caino per spiegare la radice violenta dell’uomo che fa prevalere la rivalità con il suo simile rispetto all’amore per il prossimo. Infatti, solo in seguito verrà posto il comandamento dell’amore al centro della vita cristiana.
Sempre riprendendo il tema della violenza l’autore ci riporta al racconto del diluvio universale e spiega l’atteggiamento tracotante dell’uomo nei confronti della natura, il modo in cui la sfrutta e si impone sovrano di un mondo in cui il suo ruolo dovrebbe essere solo quello di ospite provvisorio.
Recalcati si sofferma poi sul Cantico, che commenta in maniera molto profonda e affascinante esaltando la gioia della vita, lo splendore delle creature e l’erotismo che accompagna l’incontro dei corpi. Pone al centro la figura dell’altro come meta del desiderio, ma sottolinea come non possa diventare di proprietà dell’amante.
Altri capitoli sono dedicati alle vicende del delirio dei babelici, del sacrificio di Isacco e della figura di Giacobbe, seguendo sempre il filo rosso della legge della parola, cioè quella legge che capovolge la logica umana dell’odio e della violenza e si delinea sempre più come legge divina dell’amore.
L’autore, avendo una conoscenza approfondita sia della psicoanalisi sia della teologia cristiana riesce nel suo testo a unire le due discipline e a creare un quadro unico, offrendo un’analisi convincente della loro relazione. Recalcati utilizza una vasta gamma di fonti, dalla Bibbia ai testi freudiani e lacaniani, per dimostrare che molte delle idee fondamentali della psicoanalisi sono presenti nella Bibbia e che queste possono aiutare a comprendere meglio il significato dei simboli e delle metafore utilizzate dai pazienti durante l’analisi.
Trattasi sicuramente di un’opera raccomandata soprattutto agli appassionati di psicoanalisi e della teologia cristiana, ma comunque accessibile a tutti. Infatti, nonostante la complessità dei temi affrontati, l’autore utilizza un linguaggio molto chiaro che rende la lettura piacevole, coinvolgente e adatta a un vasto pubblico.
