Con l’incremento del lavoro in smart working aumentano anche i rischi psicosociali. Lo sottolinea l’Unione Europea che, in tal senso, proprio per evitare un aggravarsi della situazione, ha deciso di portare avanti delle proposte utili per preservare l’equilibrio mentale.
In particolare, secondo il Parlamento, le istituzioni dell’Ue e gli Stati Membri, dovrebbero riconoscere “la portata dei problemi di salute mentale legati al lavoro“, trovando il modo di regolamentare e attuare normative che vedano maggiore controllo del lavoro digitale, per prevenire i problemi. Attualmente, moltissimi lavoratori, soprattutto dopo l’emergenza sanitaria, lavorano in smart working, una soluzione comoda che però rende possibile l’innescarsi di altre dinamiche, tra queste il lavorare fino a tardi, non avere pause, non riuscire effettivamente a scindere i momenti in casa, da quelli al lavoro. Ma non solo. Molto spesso, i lavoratori che operano in smart working, si sentono costantemente “affannati” o “oberati” di lavoro, tanto da sentire la necessità di voler mollare. Arrivare a vivere in questo modo il proprio ambiente lavorativo, seppur al sicuro e tra le mura di casa, porta a una serie di problematiche che non permettono di poter superare con il giusto equilibrio la giornata. Molte persone, hanno infatti sottolineato di aver lasciato quella vita, per cimentarsi in qualcosa che avesse ritmi del tutto opposti. Non aiuta, in questo senso, la distanza tra le persone: se per chi lavora sul posto è più facile socializzare e dunque trovare conforto nei colleghi, per chi lavora da casa, spesso pesa la solitudine.
Si tratta di fattori che, a lungo andare, stanno contribuendo a far crescere determinati problemi andando a gravare moltissimo in termini psichici su milioni di cittadini. La richiesta dell’Europarlamento è semplice: oltre a regolamentare il lavoro digitale è necessario integrare assistenza sanitaria per la salute mentale, oltre a quella fisica, affinché in maniera graduale, problematiche di questo tipo possano essere arginate rendendo il lavoro digitale e a distanza un punto di forza e non di debolezza.