Il gioco è lo strumento primario tramite cui il bambino esprime la propria identità e accresce le proprie conoscenze.
Esistono molti studi che dimostrano come il gioco libero e socializzato sia importante e fondamentale per sviluppare le capacità cognitive, creative e relazionali. Il gioco per i bambini è un esercizio molto serio e può essere paragonato all’attività di un adulto in cui ha la percezione di potersi esprimere
Metaforicamente, il gioco del bambino si può equiparare all’adulto che lavora con passione e che per tale motivo, si reca piacevolmente sul posto di lavoro.
Partendo da questo presupposto, la scuola anche d’infanzia, dovrebbe saper valorizzare al massimo la dimensione ludica.
È necessario quindi che nella didattica si possa motivare il bambino ad agirepartendo dai suoi interessi.
Un intreccio avverabile se l’infante vive la scuola in un ambito ricco di stimoli dove può sperimentare e avere l’opportunità di mettersi alla prova. Inoltre, deve poter assumersi responsabilità verso gli altri e sé stesso. Solo una scuola che agisce come comunità cooperante può davvero offrire tali possibilità.
Con questo obiettivo, alcuni insegnanti solitari hanno saputo sviluppare una “didattica operativa”
I punti salienti di questa educazione sono sei.
Prima su tutte, l’individualizzazione come punto di partenza per un bambino in equilibrio con i suoi interessi e la sua unicità.
La socializzazione, per cui ogni persona è un essere sociale e membro attivo nella comunità.
Ne consegue l’operatività. Non si conquista un valore se non mettendolo in pratica ed esercitandolo.
La motivazione con cui il bambino deve raggiungere l’obiettivo acquisendone man mano le competenze.
La concretezza nel proporre attività che debbano partire da un concreto vero, nonché quello che si realizza nella concretezza della vita della persona.
L’organicità, coordinare quindi le attività che si svolgono nell’ambito scolastico è alla base perché la scuola possa porsi come collettività confortevole.