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La piramide di Maslow spiegata in maniera chiara

La piramide di Maslow è un celeberrimo indicatore grafico che misura i cinque bisogni fondamentali dell’essere umano. La teoria porta il nome del suo ideatore, Abraham Maslow, che per primo la propose nel 1948. Negli anni successivi, il modello ha subito numerose modifiche, alcune per mano dello stesso psicologo statunitense, tanto che ora non corrisponde più a quello descritto nella sua Teoria della motivazione umana. Molti studiosi la mettono in dubbio, ritenendola non integralmente corretta o superata. Ciononostante, la piramide resta il riferimento di base quando si analizzano bisogni e necessità umane.

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La piramide di Maslow

La piramide di Maslow si presenta come una rappresentazione visuale della gerarchia dei bisogni umani. Il nome si deve al fatto che la sua forma è piramidale. Essa si suddivide in 5 livelli, posti a seconda della loro importanza nell’inseguimento di una vita dignitosa e soddisfacente. La scelta della silhouette a piramide si deve alla semplicità di lettura. I bisogni più in basso saranno quelli basilari, i primi che andranno soddisfatti e, salendo, si incontreranno quelli secondari, perseguibili soltanto dopo aver raggiunto quanto li preceda. La logica di Maslow si basa sulle osservazioni dei suoi studi comportamentali.

Egli era convinto del fatto che, dopo aver soddisfatto le necessità fisiologiche, l’uomo sviluppasse immediatamente altri bisogni. Realizzati questi ultimi, ecco che ne incontrava di nuovi, e così via. Per tal motivo, tra l’asservimento dei bisogni fisici e fisiologici di base senza i quali non è possibile la vita, collocati al primo livello, e la piena autorealizzazione, che occupa l’ultimo, pose una serie di necessità concatenate tra loro. Quanto occupa il gradino inferiore è sempre propedeutico a quel che sta sul superiore. I livelli più bassi sono legati alla nostra biologia di persone, esseri che non possono restare in vita senza cibo oppure ossigeno. Quelli più alti, invece, sono figli del desiderio incrollabile di crescere e migliorare come uomini e donne.

Le critiche al modello

Il progresso verso il livello più ambito, ovvero l’ultimo, quello della autorealizzazione, è spesso impedito dall’incapacità di raggiungere i piani inferiori, o da episodi che avvengono durante il cammino della vita e ci riportano indietro di un gradino. Il modello di Maslow, molto apprezzato, è utilizzatissimo, in psicologia e non solo. Ha però anche subito numerose critiche. Non tutti concordano sul fatto che sia indispensabile superare un gradino, prima di potersi occupare di quello seguente. Alcuni ritengono che 5 livelli siano troppo pochi. Inoltre, vi è una scuola di pensiero, che fa capo a Pamela Rutledge, secondo la quale un bisogno come l’appartenenza umana non può essere considerato di terzo livello, perché si tratta della forza trainante del comportamento umano.

Al di là di queste legittime critiche, non esiste alcun modello per lo studio dei bisogni e delle necessità umane che sia strutturato e popolare come la piramide di Maslow. Essa resta tuttora il grafico di riferimento per chiunque affronti questi argomenti.

I 5 livelli

Piramide di Maslow: il grafico
La piramide di Maslow: i bisogni essenziali sono i primi, indicati in giallo e rosso (rispettivamente fisiologici e di sicurezza), mentre quello di autorealizzazione, in blu, è il più alto, il fine ultimo della crescita umana.

Compreso il background della piramide di Maslow e illustrato il suo funzionamento, entriamo nel merito dei 5 livelli in cui è stata suddivisa dal suo creatore:

  • il livello base corrisponde ai bisogni fisiologici di ognuno di noi. Non possiamo evitare di mangiare, bere, respirare oppure dormire. Qualora alcune di queste esigenze, o tutte nei casi peggiori, non vengano adeguatamente soddisfatte, difficilmente la persona potrà sperare di ascendere ai livelli successivi.
  • Salendo troviamo il bisogno di sicurezza. La sussistenza vista al primo piano è chiaramente imprescindibile, ma difficilmente sopravvivere può essere sinonimo di vivere. All’essere umano occorre anche una certa stabilità: fisica, emotiva, affettiva ed economica.
  • Poi giunge il bisogno di appartenenza, messo al terzo piano nonostante le obiezioni della corrente di pensiero della celebre psicologa dei media, Pamela Rutledge. Amicizia, relazioni, connessioni e interazioni sono importanti. L’uomo in quanto specie è animale sociale, non è fatto per trascorrere la sua intera vita da solo.
  • Tra i bisogni di stima includiamo naturalmente l’autostima, ma non solo. Anche il desiderio di approvazione e rispetto da parte degli altri è molto importante, specialmente per bambini e adolescenti.
  • Al piano più alto troviamo, come si anticipava, l’autorealizzazione, ovvero il pieno sviluppo del proprio potenziale. Maslow lo descrisse come desiderio di portare a termine tutto ciò che si può e diventare quello che si desidera essere. Non si tratta di un bisogno statico come alcuni dei precedenti, bensì di una necessità in divenire, che si modifica continuamente, a seconda delle fasi della vita.

L’autorealizzazione secondo la piramide di Maslow

La piramide di Maslow, nelle sue versioni più avanzate, fornite dallo stesso Maslow negli ultimi anni di carriera e vita, si può arricchire di bisogni estetici, cognitivi e di trascendenza. Nessuno è però superiore, dunque più importante, di quello autorealizzativo.

Una persona può ritenersi realizzata quando desidera sperimentare nuove cose, come fosse un bambino che vuole vivere la vita in maniera totalizzante, senza grosse preoccupazioni. Per riuscirci, è necessario dare peso alle proprie idee e ai propri pareri, piuttosto che lasciarsi trascinare dagli altri. Chi è autorealizzato è onesto, poiché non ha nulla da nascondere o motivi per fingere, dal momento che gli importa relativamente di essere popolare. Le autodifese di chi siede sul piedistallo più alto sono state identificate e, spesso, vi si è coscienziosamente rinunciato, privilegiando il lavoro sodo e l’assunzione di responsabilità in quel che si fa.

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