In un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”, Alex Schlegel del Dartmouth College ad Hanover, primo firmatario dell’articolo, riporta come per la prima volta un gruppo di ricercatori ha identificato su 15 volontari, attraverso uno studio di risonanza magnetica funzionale, dove e come si sviluppa nel cervello l’immaginazione, lo strumento mentale che permette all’uomo di inventare ed essere creativo.
Gli studi neuroscientifici degli ultimi anni si sono concentrati sulle rappresentazioni mentali statiche più che sulle operazioni mentali che le riguardano.L’analisi dei risultati ha rivelato l’esistenza di una rete corticale e sottocorticale distribuita su gran parte del cervello, responsabile delle manipolazioni creative. Inoltre, sulla base del confronto fra i modelli di attivazione delle diverse aree nei differenti tipi di compiti, i ricercatori hanno ottenuto una conferma dell’ipotesi che alcune regioni contengono informazioni relative a specifiche operazioni mentali e che questi modelli sono in grado di evolvere nel tempo, in parallelo con la manipolazione delle rappresentazioni mentali. Identificata per la prima volta la rete diffusa di collegamenti neurali che entra in funzione quando manipoliamo immagini mentali e comprendendone i meccanismi, i ricercatori sperano un giorno di ricreare gli stessi processi creativi nelle macchine. Qualcosa di simile è stato già tentato con i fenomeni di apprendimento nelle reti neurali, aprendo la porta a scenari fantascientifici ma anche a funzioni vicarianti, quando compromesse dalla patologia neurologica, e ad un ulteriore sviluppo di “appendici virtuali” chimeriche uomo-macchina. Le implicazioni funzionali, mediche ma anche etiche, ecologiche ed evolutive dello sviluppo di questi filoni di studio, ora solo embrionali, sono rilevantissime.
Alexander Schlegel, Peter J. Kohler, Sergey V. Fogelson, Prescott Alexander, Dedeepya Konuthula, and Peter Ulric Tse
Network structure and dynamics of the mental workspace