Ho saputo questa mattina che è mancato Fausto Petrella: mi onoro di esserGli stato amico da molto tempo.
Egli è stato più volte ospite da me a Savona per seminari e convegni importanti, soprattutto sulla cura dei pazienti “estremi”.
Uomo simpatico e gustoso che amava stare insieme a tavola a “ciacolar” come diciamo noi veneti, uomo di bella e curiosa cultura, maestro accogliente: la musica (l’ultimo Suo libro “L’ascolto e l’ostacolo” fu presentato proprio in un seminario, con la Sua presenza, alla Tolda, seminario coordinato da Giovanni Giusto), l’arte, la filosofia accompagnavano la sua grande cultura ed esperienza di psichiatra e psicoanalista.
Egli è un modello ed un riferimento fondamentale per molti di noi, psichiatri, psicologi, psicoanalisti; ora haimé è tornata non di rado una psichiatria rozza e poco interessante che dimentica quella Sua cultura e pratica di lavoro che sono state invece alla base della mia “ Bottega della Psichiatria”.
Credo che De Martis, Fausto Petrella, abbiano rappresentato il meglio della Psichiatria italiana, e non solo italiana, certamente in compagnia di altri “ temerari sulle macchine volanti”.
Io a Fausto ho voluto e voglio molto bene e so che il sentimento era corrisposto.
A Vanna, la moglie, e ai Suoi cari, il nostro abbraccio e l’augurio che Fausto faccia loro sempre una bella compagnia: io lo porterò sempre con me, in compagnia dei miei maestri ed amici come Resnik, Racamier, Terzian e Jervis, uniti a Fausto dall’alto loro valore scientifico ed umano.
Ciao caro Fausto ed un grande abbraccio,
Antonio Maria ferro