Commento all’articolo di Giuliano Aluffi pubblicato su La Repubblica il 24/07/2018
Il vero inconscio? Dimenticate Freud
Povero John Bargh, autorevole psicologo americano… Povero John Bargh, autorevole psicologo americano… Povero Sigmund Freud, dimenticabile padre della psicoanalisi… O forse meglio poveri noi, lettori, normali, anormali, di oggi, di ieri. Di sempre.
Lettori ma anche inevitabili esploratori dell’inconscio, il nostro, l’altrui, insomma quello di tutti, quello che l’autorevole psicologo americano ci ricorda essere non una forza maligna e magmatica (demone?), che peraltro Freud buonanima avrebbe studiato e scoperto solo nei malati( ?), ma bensì una specie di validissimo timone (a barra o a ruota? che governa con maestria e lungimiranza il nostro presente ,futuro e talvolta anche passato, a patto che sia(naturalmente!) molto ben organizzato, magari servendosi di una agenda digitale o di un plotter.
Esempio: alle 9.00 mi sveglio e sono di buon umore, alle 9.15 mi peso e mi guardo allo specchio e mi sento un po’ irritato (che sia che sono brutto e un po’ troppo in carne?) certo che sì, allora alle 10.00 scendo a fare jogging (che mi servirà per dimagrire= inconscio ben direzionato, cioè con obiettivo preciso) con la mia bella tuta blu che è quella che ho proprio scelto io seguendo la palpabile morbidezza di quel tessuto che “caldamente” si è fatto comprare, proprio come noi scegliamo socialmente, guidati dal nostro illuminante inconscio, i compagni del nostro viaggio.
Sul resto della giornata e poi sulla notte preferisco non esprimermi, e mi pare che anche l’autorevole psicologo non si soffermi sui temi assai scabrosi che potrebbero comparire nelle ore più buie… chissà… avrà paura?!
Insomma, francamente trasalgo nella lettura di questo goffo tentativo di guidare le nostre anime/corpi del 2018 nell’universo sempre più complesso del nostro esistere come esseri umani che incontrano il desiderio o la sua tragica assenza, la possibile luminosità del capire/capirsi o la medioevale condanna allo smarrimento del non conoscere Se stessi ,naturalmente, in primis.
Così che dire dell’inconscio e della sua versione moderna (?) proposta dallo psicologo?
Sarebbe troppo facile cominciare a citare concetti che forse lui non conosce, quali preconscio, daimon quale anima, genio, spirito divino, nelle molteplici accezioni greche naturalmente, o ancora sogno della veglia, per dire che la lettura buono/cattivo, maligno/benigno, sano/malato dell’inconscio che lui propone fa un po’ sorridere.
Sarebbe troppo facile citare concetti quali la circolarità del tempo, la funzione ricostruttiva della memoria, o la genialità del verbo aoristo o dell’ottativo in greco(che indica un’azione negli effetti che produce ed un’altra nel desiderio che racchiude),per demolire questa proposta “vantaggiosa” dell’inconscio che cestina con disinvoltura l’idea di un linguaggio(inconscio) che è la matrice del linguaggio con la “Elle” maiuscola. Del nostro esistere. Ricordando, ritrascrivendo. Non è dato l’oblio a noi mortali.
Insomma, sarebbe veramente troppo facile aprire un dibattito con l’autorevole psicologo di “A tua insaputa”.Ma forse ci sono tante cose che resterebbero a sua insaputa.Così, dal momento che amo la poesia, che non è né maligna né benigna, lo saluterò cordialmente così, suggerendogli, se crede, ogni tanto ,di badare alle maiuscole.
“Le tre parole più strane”
Quando pronuncio la parola Futuro,la prima sillaba già va nel passato.
Quando pronuncio la parola Silenzio,lo distruggo.
Quando pronuncio la parola Niente,creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.
W. Szymborska