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Il ciclo della violenza: dinamiche e soluzioni

La violenza di genere è un fenomeno che colpisce milioni di donne in tutto il mondo, causando danni fisici, psicologici ed emotivi. Si tratta di una forma di discriminazione e di violazione dei diritti umani, che si basa su un’asimmetria di potere tra i sessi e su stereotipi che relegano la donna a un ruolo subalterno e dipendente dal partner. La violenza di genere non è un fatto isolato, ma si ripete in maniera ciclica, seguendo delle fasi ben definite. Questo articolo vuole illustrare il modello del ciclo della violenza, proposto dalla psicologa Leonor Walker nel 1979, e le possibili soluzioni per uscire da questa spirale distruttiva.

Cos’è il ciclo della violenza

ciclo della violenza

La teoria del ciclo della violenza spiega le dinamiche delle relazioni violente, basandosi sulle testimonianze di donne maltrattate. Secondo Lenore Walker, la violenza non è costante ma alterna momenti di tensione, aggressione e riconciliazione che si ripetono in modo prevedibile e progressivo, creando dipendenza psicologica della vittima. Il ciclo si compone di quattro fasi:

Nella fase dell’accumulo di tensione si assiste a un aumento graduale di litigi, scenate di gelosia e insulti. La vittima cerca di calmare l’aggressore adattandosi ai suoi desideri ed evitando i conflitti, arrivando a incolparsi e giustificarlo.

Nella fase dell’esplosione l’aggressore perde il controllo e sfoga rabbia con violenza fisica, sessuale o psicologica, spesso per un motivo banale. La vittima subisce con paura, dolore e impotenza, senza reagire. Prova vergogna, senso di colpa e isolamento.

Nella fase della luna di miele l’aggressore chiede scusa, si mostra pentito e promette di cambiare. La vittima accetta le scuse, sperando in un miglioramento e convincendosi che l’amore possa vincere sulla violenza.

Nella fase della normalizzazione sembra tornare la calma, ma l’aggressore continua a controllare e manipolare la vittima, che nega o minimizza la violenza subita, rinunciando a sé stessa.

Come uscire dal ciclo della violenza

Emerge con chiarezza che sottrarsi al circolo vizioso della violenza non rappresenta un compito agevole, tuttavia è fattibile. È necessaria una profonda presa di coscienza da parte della vittima riguardo alla serietà della situazione e una determinata volontà di cambiamento. Per disimpegnarsi dalla violenza, si devono compiere determinati passaggi fondamentali.

Un primo, significativo passo è rappresentato dal rompere il silenzio: esprimere a una persona di fiducia la propria esperienza di violenza potrebbe rappresentare l’inizio di un percorso per sottrarsi all’isolamento e alla vergogna. È altresì possibile fare riferimento a un professionista qualificato, ad esempio uno psicologo o un avvocato, che possa offrire sostegno, ascolto e consulenza.

Un altro passo importante è quello di cercare aiuto. Esistono molteplici risorse e servizi dedicati alle donne vittime di violenza: da centri antiviolenza a case rifugio, da numeri verdi a sportelli di ascolto. Tali strutture possono erogare assistenza legale, psicologica, sanitaria e sociale a donne che desiderano denunciare l’aggressore, ottenere una misura di protezione o avviare un percorso di recupero.

In aggiunta, è fondamentale ricostruire la propria identità. La violenza provoca un deterioramento dell’autostima, della fiducia e del senso di sé. Per sottrarsi al circolo della violenza, è imperativo riscoprire il proprio valore, i propri diritti e i propri desideri. Questo processo può essere facilitato attraverso attività che promuovano il benessere personale, come lo sport, l’arte, la meditazione o il volontariato. È altresì importante ripristinare il contatto con le proprie reti sociali, come la famiglia, gli amici o i colleghi, che possono offrire sostegno e affetto.

Infine, è di vitale importanza prevenire le ricadute. Il rischio di ritornare in una relazione violenta è sempre presente, specie se l’aggressore continua a esercitare pressioni o a fare promesse. Per prevenire le ricadute, è necessario mantenere una distanza fisica e emotiva dall’aggressore, bloccando ogni forma di contatto. Riconoscere i segnali di allarme che possono indicare una possibile ripresa della violenza, come le minacce, le manipolazioni, le richieste eccessive o le critiche, è un altro aspetto fondamentale. Infine, avere un piano di sicurezza che preveda cosa fare in caso di emergenza, a chi rivolgersi e dove andare, rappresenta un elemento essenziale di questo percorso.

La violenza di genere è una scelta consapevole dell’aggressore. Tuttavia le donne che ne sono vittime non sono sole, ma possono contare su una rete di aiuto e protezione. Uscire dal ciclo della violenza significa riacquistare la propria libertà e dignità.

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