Con Hikikomori si indica una specifica condizione di isolamento volontario, che avviene solitamente nel proprio ambiente domestico con conseguente rinuncia alle interazioni sociali e alla partecipazione attiva alla vita pubblica per mesi o anni..
Il fenomeno degli Hikikomori è associato generalmente ai giovani o giovanissimi, ma, a ben vedere, riguarda anche gli adulti.
Quello dell’Hikikomori è un problema complesso e figlio del nostro assetto societario contemporaneo: la sua comparsa, e la crescente diffusione, è recente e per questo è spesso misconosciuto.
Riconosciuto inizialmente in Giappone, dove i casi di isolamento sociale volontario sono aumentati sempre di più negli ultimi decenni, l’Hikikomori non riguarda solo il paese del Sol Levante: la sua diffusione è ad oggi globale e interessa soprattutto i paesi altamente digitalizzati.
Questa particolare tipologia di isolamento domestico può essere causata e influenzata da vari fattori quali pressioni sociali, stress, problemi psicologici pregressi, ambiente esterno, difficoltà di adattamento o collocamento nel mondo.
Cosa significa “Hikikomori”?
Il termine giapponese “Hikikomori” deriva dai verbi Hiku, ossia “tirare indietro”, e Komoru che vuol dire “ritirarsi”. Con questa parola si definisce un particolare tipo di isolamento sociale grave e prolungato: una forma di ritiro patologico attraverso la volontaria reclusione nella propria abitazione.
Letteralmente, “Hikikomori” vuol dire quindi “isolarsi, stare in disparte” e viene utilizzato sia per definire il fenomeno in sé che la persona stessa che decide di ritirarsi dalla vita sociale.
Nella maggior parte, chi sceglie questo tipo di reclusione intrattiene comunque relazioni digitali di vario tipo. L’Hikikomori si dedica, ad esempio, ad attività di gaming online, a interazioni tramite social media o altre piattaforme digitali. Ma c’è anche chi si dedica ad altre attività esclusivamente solitarie, come la lettura, la visione di film, di programmi televisivi o di streaming online.
Hikikomori: un fenomeno che riguarda sia giovani che adulti
In Italia la stragrande maggioranza degli Hikikomori ha un’età compresa tra i 14 e i 25 anni.
L’età media è effettivamente bassa, ma questo non vuol dire che il fenomeno sia legato esclusivamente alla fascia d’età giovanile. Semplicemente, tale tendenza si è diffusa in Italia in tempi recenti e ci ritroviamo di fronte alla prima generazione di Hikikomori.
In Giappone invece, dove il fenomeno è largamente diffuso già dagli anni Ottanta, c’è un grande numero di reclusi sociali che superano i 40 anni. L’impatto sulla società è tale da spingere il governo giapponese a prendere provvedimenti per permettere agli Hikikomori di sopravvivere in maniera indipendente e garantirne la sussistenza dopo, ad esempio, la morte dei genitori o in altri casi di bisogno.
Con il passare del tempo, esattamente come accaduto in Giappone, anche in Italia – così come nel resto del mondo – l’età media delle persone coinvolte in questo fenomeno continuerà a salire.
Considerare l’Hikikomori come una problematica esclusivamente giovanile è scorretto: questa visione non tiene conto del fatto che siamo solo di fronte alle sue prime manifestazioni e che il numero di adulti coinvolti aumenta con il trascorrere del tempo. Un approccio di questo tipo non permetterebbe di comprendere il reale impatto sociale e psicologico del fenomeno, né potrebbe fornire gli strumenti per agire in supporto di chi la vive o per capire come contrastare la sua diffusione e individuarne le responsabilità e le cause sociali.
Tale fenomeno non si verifica come conseguenza diretta di disturbi o disagi psicologici individuali, ma è frutto di dinamiche sociali e ambientali esterne che, su alcuni soggetti o in determinati momenti della vita di una persona, possono influenzare la scelta del ritiro e dell’isolamento volontario.
A ben vedere, infatti, anche se le ricerche in merito confermano che nella maggior parte dei casi l’hikikomori si manifesta tra i 14 e i 18 anni di vita, è sempre meno raro riconoscere l’insorgere del fenomeno in giovani adulti, persone anziane o casalinghe.
Superare l’isolamento sociale: come affrontare l’Hikikomori in età adulta
Affrontare l’isolamento sociale degli Hikikomori, che siano essi giovanissimi, adolescenti o adulti, è una sfida complessa che richiede un approccio sensibile e diversificato.
Sicuramente una delle strade più efficaci per affrontare e superare questa condizione è quella offerta dal supporto psicologico. Rivolgersi a un terapeuta per una consulenza psicologica o per avviare un percorso di psicoterapia, aiuta a comprendere le ragioni interne ed esterne che si celano dietro la scelta dell’isolamento volontario. In questo modo, con la guida di uno specialista, sarà più semplice e immediato comprendere e sviluppare le giuste strategie per affrontare e superare il problema.
È fondamentale che la persona che si trova in questa condizione abbia intorno a sé una solida rete di supporto e che amici o parenti a lui vicini non smettano di fargli percepire la loro vicinanza e presenza: in casi di isolamento sociale volontario è necessario un approccio comprensivo, flessibile e non giudicante per non incoraggiare ancora di più il desiderio di rifugiarsi nella solitudine domestica.
L’Hikikomori non deve essere considerato come un soggetto da “curare”, ma da supportare.
La comprensione e la vicinanza degli affetti, unitamente a percorsi psicologici adeguati, saranno fondamentali per incoraggiarlo a uscire da una condizione la cui causa risiede più nel tessuto sociale e ambientale, che in un disagio psicologico individuale.
Il supporto e la comprensione sono fondamentali
Il supporto comunitario, di amici o familiari è essenziale per aiutare emotivamente e praticamente gli Hikikomori a intraprendere un cambiamento e risvegliare il senso di appartenenza e i benefici del sostegno reciproco.
Incoraggiarli a riprendere le interazioni sociali a piccoli passi, uscendo di casa per attività mirate, in ambienti sicuri e per periodi breve, è utile per riabituarsi alla socialità. Così come è di grande aiuto incoraggiare gli Hikikomori a coltivare hobby e interessi che possano riaccendere le sue passioni, o a praticare attività che li motivano particolarmente.
Pazienza e comprensione sono essenziali: l’Hikkikomori può riscontrare ostacoli nel processo di ripresa, periodi di rallentamento o di stasi. È necessario quindi offrire sostegno senza giudizio e rispettare e riconoscere i tempi di ognuno.
Affrontare l’isolamento sociale degli Hikikomori richiede un approccio plurale: non esiste una soluzione universale, ma combinazioni di strategie personalizzate che possono portare a un graduale ripristino della connettività sociale e del benessere mentale.
Per approfondire: