“Ai bambini non si permette di avere cattivo umore, giorni no, toni irrispettosi o cattive abitudini, ma gli adulti lo fanno sempre. Nessuno di noi è perfetto, e dovremmo smettere di fare in modo che i nostri figli raggiungano un livello di perfezione più alto di quel che possiamo raggiungere noi stessi”.
Sono parole di Rebecca Eanes, autrice di diversi bestseller e fondatrice del sito positive-parents.org che ha raccolto oltre settecentomila seguaci dalla sua fondazione.
Ma di che cosa stiamo parlando quando citiamo il “positive parenting?”
Nel nostro idioma questa espressione viene resa con il nome di genitorialità positiva. Essere genitori è uno dei compiti più difficili al mondo; capita, spesso, che i modi di educare appaiano dannosi e sbagliati e sembrino rovinare – piuttosto che creare – un legame con i figli.
È qui che entra in scena il “gentle parenting”, altro nome per riferirci a questa filosofia educativa adottata da Rebecca Eanes, avvocato che difende i diritti dei bambini ed educatrice di genitori. Mamma di due ragazzi, scrive dalla prospettiva di genitore che ha abbandonato un modello convenzionale per passare al “positive parenting”.
Analizziamo nel dettaglio i cinque principi di questo modello educativo:
- Affetto: affinché un bambino cresca e si sviluppi bene, è importante che si senta sicuro dell’amore di chi si prende cura di lui. In questo modo, il bambino segue più prontamente la guida del genitore e accetta facilmente i suoi limiti. Come dice Rebecca Eanes, “solo quando abbiamo i loro cuori abbiamo un’influenza duratura nella loro vita”;
- Rispetto: atteggiamento che deve essere reciproco: se vogliamo che i bambini mostrino rispetto, devono essere rispettati;
- Genitorialità proattiva: è necessario (e bello) dedicare tempo ed insegnare in anticipo prima che sorgano problemi, creando così una relazione forte che renda più efficace l’influenza del genitore;
- Leadership empatica: il bambino non deve prendere l’iniziativa, sono i genitori a dover mantenere la leadership ma il guidare con empatia, gentilezza e rispetto distingue il “positive parenting” dal modello autoritario convenzionale;
- Disciplina positiva: non servono punizioni, bisogna insegnare ai bambini le competenze necessarie per fare scelte migliori, fare ammenda e correggere i propri errori.
Questi principi facili da comprendere sono, però, complicati da mettere in atto. Ma spesso i genitori stessi non si rendono conto che quello che già fanno è genitorialità positiva. Una volta capito questo, sarà semplice implementare il resto.