Vaso di Pandora

Fuga venosa, cause e trattamenti in ambito sessuale

Quella che i sessuologi definiscono fuga venosa è una disfunzione erettile maschile. Si tratta di un deficit legato, come si intuisce dal nome, a una incapacità delle vene o dei corpi cavernosi interni, costituiti da tessuto erettile, di trattenere a dovere il sangue all’interno del pene. Nel panorama delle problematiche sessuali dell’uomo riveste un ruolo piuttosto prominente, in quanto si tratta di una disfunzione primitiva, innata e capace di minare molto la fiducia della vittima nelle proprie possibilità durante l’amplesso. La questione si fa particolarmente grave quando chi ne soffre è un giovane adolescente, alle prese con le prime esperienze sessuali.

Il deficit erettivo da fuga venosa

Il deficit da fuga venosa si contraddistingue per alcune sue peculiarità:

  • l’insorgenza fin dai primi rapporti: la fuga venosa non guarda all’età anagrafica. Essa si manifesta fin dall’adolescenza, rivelandosi una spina nel fianco anche per chi si trovi ancora in fase di prima scoperta del sesso.
  • L’assenza di qualsiasi altra causa organica o ulteriore fattore di rischio. Questo deficit non si accompagna ad altre complicazioni. Elementi quali fibrosi, ipercolesterolemia, ipertrigliceridimemia, diabete, chirurgia pelvica o prostatica, ipogonadismo, insufficienza arteriosa, morbo di la Peyronie o altri traumi possono agevolarne lo sviluppo.
  • L’assoluta impossibilità di raggiungere piena erezione anche facendo uso di supporti farmacologici, tanto iniettivi quanto orali.

La fuga venosa comporta perdita di rigidità nel pene e scarsa prestanza dell’organo, fin dall’inizio dell’erezione. Questa condizione non è direttamente collegata all’eiaculazione precoce, che presenta cause diverse, ma può entrare in gioco e concorrere alla sua comparsa. La concomitanza con fattori vascolari, venosi o arteriosi che siano, può aggravare o, talvolta, essere addirittura la causa principale della disfunzione erettile. Ciò si verifica quando le arterie pudende interne concedono il passaggio di un flusso notevolmente ridotto di sangue arterioso all’organo riproduttivo maschile. Queste importanti vie sanguigne sono le stesse che compongono l’arteria dorsale e quella cavernosa, le quali irrorano di sangue i corpi cavernosi del pene e il corpo spongioso, che più di frequente chiamiamo glande, riunendosi alla arteria bulbo-uretrale.

Alcune patologie e comportamenti errati, come ad esempio il fumo, l’ipertensione arteriosa, il diabete, la arteriosclerosi, le vasculopatie periferiche, e ogni alterazione nella produzione di colesterolo e trigliceridi, possono aggravare questa condizione, esattamente come fanno con tutte le altre forme di disfunzione erettile. Quella venosa-occlusiva di cui ci stiamo occupando in questo articolo presenta alcune particolarità. In questo caso, infatti, non abbiamo quasi mai problemi con il sangue arterioso. L’alterazione dipende da quello venoso. Quest’ultimo defluisce in modo troppo rapido e precoce dal pene, il quale non riscontra alcuna irregolarità nell’afflusso dall’arteria. Le vene di deflusso rivestono un’importanza dinamica non trascurabile, durante il processo di erezione. Per tal motivo, un loro scompenso è capace di mettere in crisi l’intera operatività dell’organo, durante un rapporto sessuale.

Fuga venosa: un uomo riflette disteso sul letto
La fuga venosa è un deficit che può minare molto autostima e fiducia nelle proprie capacità.

La diagnosi

Come si può stabilire se si sia affetti da fuga venosa? Il primo passo da compiere, naturalmente, è quello di consultare uno specialista. Prima di effettuare accertamenti strumentali e intraprendere terapie non corrette, magari a causa di distruttivi metodi fai-da-te, rivolgiamoci a un urologo o visitiamo il nostro andrologo. La strategia di trattamento può variare di paziente in paziente, per cui consultiamo qualcuno che sia in grado di valutare la nostra condizione alla luce dell’intera cartella clinica. Generalmente, gli esami che si richiedono sono i seguenti:

  • ecocolordoppler penieno dinamico;
  • cavernosometria dinamica;
  • cavernosografia.

C’è anche la possibilità di portare avanti esami moderni, basali e non dinamici come quelli elencati, perciò molto meno invasivi. Consideriamo infatti che, al fine di portare a termine la diagnosi tramite le possibilità indicate, occorre indurre l’erezione. Per farlo, si iniettano apposite prostaglandine nei corpi cavernosi del pene prima di iniziare la procedura diagnostica.

Come trattare la fuga venosa

Il trattamento della fuga venosa si basa sull’utilizzo dei prodotti che generalmente lo specialista prescrive, a seconda del caso specifico e della serietà del deficit erettile. Piuttosto indicati nel trattamento di questa condizione sono vasoprotettori e capillaroprotettori; oxerutina; diosmina; flavonoidi o altri composti fenolici antiossidanti, le cui molecole sono in grado di proteggere e agevolare la microcircolazione. Rinforzare e potenziare i capillari è la prima cosa da fare per affrontare la fuga venosa, poiché essa è agevolata da vasi sanguigni indeboliti.

In alcuni pazienti il deficit potrebbe essere accompagnato da una fibrosi. In questo caso sarà necessario intraprendere innanzitutto una terapia contro questo disturbo, rispettando prescrizioni e raccomandazioni del curante.

C’è poi la possibilità di intervenire in maniera chirurgica. Si tratta della proverbiale ultima spiaggia. Un intervento di questo tipo si prende in considerazione soltanto in eventualità rare, nel caso in cui le altre soluzioni non riportassero risultati soddisfacenti. Gli interventi possibili sono la legatura della vena dorsale profonda e delle affluenti emissarie; l’occlusione venosa transluminale; la spongiolisi e la plicatura delle crura. Si tratta di interventi di una certa invadenza, che vengono raccomandati soltanto quando ci si trovi di fronte a deficit erettili notevolmente problematici.

Condividi

Lascia un commento

Leggi anche
diade madre bambino
26 Luglio 2024

Diade madre-bambino: fondamenti e impatto psicologico

La diade madre-bambino è un concetto fondamentale in psicologia, rappresentando il legame primario che si instaura tra madre e figlio. Questo rapporto è di vitale importanza per lo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo del bambino…

Nasce Mymentis

L’eccellenza del benessere mentale, ovunque tu sia.

Mymentis

Scopri la nostra rivista

 Il Vaso di Pandora, dialoghi in psichiatria e scienze umane è una rivista quadrimestrale di psichiatria, filosofia e cultura, di argomento psichiatrico, nata nel 1993 da un’idea di Giovanni Giusto. E’ iscritta dal 2006 a The American Psychological Association (APA)

Le Ultime dall'Italia e dal Mondo
Leggi tutti gli articoli
diade madre bambino
26 Luglio 2024

Diade madre-bambino: fondamenti e impatto psicologico

La diade madre-bambino è un concetto fondamentale in psicologia, rappresentando il legame primario che si instaura tra madre e figlio. Questo rapporto è di vitale importanza per lo sviluppo emotivo, sociale e cognitivo del bambino…

Storie Illustrate
Leggi tutti gli articoli
8 Aprile 2023

Pensiamo per voi - di Niccolò Pizzorno

Leggendo l’articolo del Prof. Peciccia sull’ intelligenza artificiale, ho pesato di realizzare questa storia, di una pagina, basandomi sia sull’articolo che sul racconto “Ricordiamo per voi” di Philip K. Dick.

24 Febbraio 2023

Oltre la tempesta - di Niccolò Pizzorno

L’opera “oltre la tempesta” narra, tramite il medium del fumetto, dell’attività omonima organizzata tra le venticinque strutture dell’ l’intero raggruppamento, durante il periodo del lock down dovuto alla pandemia provocata dal virus Covid 19.

Pizz1 1.png
14 Settembre 2022

Lo dico a modo mio - di Niccolò Pizzorno

Breve storia basata su un paziente inserito presso la struttura "Villa Perla" (Residenza per Disabili, Ge). Vengono prese in analisi le strategie di comunicazione che l'ospite mette in atto nei confronti degli operatori.