I problemi fanno parte della quotidianità di chiunque, siano essi di grande o di piccola entità, che riguardino la famiglia, il lavoro, l’università o le finanze. Insomma, tutti sono alle prese con le più disparate difficoltà quotidiane, e ognuno le percepisce e le affronta in maniera diversa: per esempio, se per un soggetto un supermercato trovato chiuso può rappresentare un grande problema, per un altro non sarà la fine del mondo. Tutto dipende dall’approccio personale che ogni soggetto ha con le difficoltà che gli si presentano davanti.
L’unica cosa certa è che a nessuno piacciono i problemi e che tutti vorrebbero superarli il prima possibile, con il minimo sforzo, trovando soluzioni semplici anche ai problemi più complessi, così da non far sì che impediscano di vivere serenamente. Proprio a questo proposito esistono delle tecniche di problem solving che permettono di risolvere in maniera efficace anche le situazioni più complicate. In particolare, la tecnica formalizzata dal professor Giorgio Nardone, “Il Problem Solving Strategico” è una strategia composta da sette passi, in cui vengono proposti autoinganni strategici che spingono i soggetti ad andare oltre le solite forme di ragionamento, consentendo alla propria mente di esprimersi in tutta la sua creatività.
Quando ci si ritrova difronte a un problema, di solito, la maggior parte delle persone tende a utilizzare strategie con cui ha avuto successo in passato, e se la strategia scelta funziona, il problema si risolve in tempi brevi, ma se invece la strategia non funziona si continua a insistere, finendo per complicare ancor di più la situazione iniziale.
Per far sì che ciò non accada ci si dovrebbe focalizzare su come funziona il problema, piuttosto che sul perché della sua esistenza, bisognerebbe impegnarsi a cercare delle soluzioni, non le sue cause. È soltanto rompendo questo circolo vizioso che si riesce a spostare il punto di osservazione verso una prospettiva più elastica e funzionale, con molte più possibilità di scelta.
Grazie al Problem Solving Strategico è possibile vedere le cose da una prospettiva non ordinaria, visto che questa tecnica non è costituita su una teoria da rispettare, ma sulla base degli obiettivi da raggiungere: varia in relazione alla realtà con cui si ha a che fare, ma mantiene sempre le stesse strutture.
Di seguito verranno elencati e analizzati uno per uno tutti e sette i passi del Problem Solving Strategico, in modo da rendere alla portata di tutti anche il problema più complesso.
1. Definire il problema in maniera concreta
Molto spesso definire il problema viene considerato un passaggio scontato, quando, invece, non è assolutamente da sottovalutare. Per trovare la soluzione bisogna sviscerare il problema, e tanto più nel dettaglio si riuscirà a definirlo, tanto più velocemente si arriverà alla soluzione. Inoltre, per avere una visione più ampia del problema bisognerebbe cercare di guardarlo da quante più angolazioni possibili, e per farlo, ci si potrebbe aiutare immaginando come potrebbero percepire il problema le persone a noi care.
L’accento va posto su come il problema si presenta ora, in questo preciso momento, e su come funziona. Bisogna chiedersi: cos’è effettivamente il problema? Chi ne è coinvolto? Dove si verifica? Quando appare? Come funziona?
2. Stabilire l’obiettivo
Dopo aver chiarito qual è il problema, bisogna stabilire quali sarebbero i cambiamenti che, una volta realizzati, porterebbero alla risoluzione del problema. Solo in questo modo si riuscirà ad aver ben chiaro l’obiettivo da raggiungere. Quindi, bisogna chiedersi, cosa è necessario toccare, vedere, sentire e provare affinché si possa diredi aver effettivamente risolto il problema.
Nel caso in cui si stia perseguendo un obiettivo con più persone, concordarne insieme l’evoluzione consoliderebbe il team di lavoro e lo renderebbe allineato verso lo scopo da raggiungere. Così facendo si svilupperebbe un forte spirito di collaborazione e coesione.
3. Valutare tutte le soluzioni fallimentari adottate
Nella terza fase bisogna individuare e valutare tutti i tentativi fallimentari che si sono messi in atto per cercare di risolvere il problema. Infatti, è attraverso quei tentativi che non hanno avuto successo che si può individuare cosa non fare, progettando così una soluzione verso un nuovo punto di vista.
4. La tecnica del come peggiorare
Questa tecnica consiste nel porsi la domanda: “se volessi peggiorare ulteriormente la situazione invece di migliorarla, come potrei fare?” Rispondendo a questo quesito si creerà un’avversione verso tutte le possibili azioni fallimentari compiute in precedenza, aumentando la motivazione verso il cambiamento.
5. La tecnica dello scenario oltre il problema
La quinta fase consiste nell’immaginare nel dettaglio lo scenario che si presenterebbe una volta risolto il problema. Tramite la visualizzazione di tutte le caratteristiche della situazione ideale si riusciranno a selezionare gli aspetti realizzabili concretamente, e di conseguenza a circoscriverli.
6. La tecnica dello scalatore o dei piccoli passi
In questa fase bisogna concentrarsi sul primo piccolo passo da muovere, spesso difficile da individuare. Per questo la tecnica consiglia di agire come farebbe un vero scalatore: partire dalla vetta e non dalla base, procedendo a ritroso verso il punto di partenza. Così facendo, si potranno evitare tutti i percorsi fuorvianti che porterebbero ad allontanarsi dall’obiettivo.
7. Aggiustare progressivamente il tiro
Qualora ci si trovasse difronte a un problema complesso, che richiedesse più di una soluzione, sarebbe fondamentale affrontare un problema per volta, iniziando da quello più accessibile sul momento. In questo modo sarà possibile aggiustare progressivamente il tiro, non dimenticandosi del proprio obiettivo e agendo in modo dinamico per affrontare tutti i cambiamenti che si potrebbero presentare lungo il percorso, fino al raggiungimento della soluzione stabilita.
Questi sono i sette passi della tecnica del “Problem Solving Strategico” di Giorgio Nardone, attraverso cui è possibile trovare in tempi brevi soluzioni ai problemi che ognuno affronta in ogni ambito della propria vita, privata o professionale che sia.