L’autismo è un disturbo neurologico complesso caratterizzato da difficoltà nelle interazioni sociali, nella comunicazione e dal comportamento ripetitivo e stereotipato. Spesso, le persone con autismo possono anche presentare altre condizioni mediche o psicologiche, note come comorbidità. Queste comorbidità possono avere un impatto significativo sul funzionamento sociale delle persone autistici.
In questo articolo, esploreremo gli effetti delle comorbidità sull’autismo e sul suo funzionamento sociale.
Le comorbidità più comuni nell’autismo
Le comorbidità sono condizioni mediche o psicologiche che si verificano contemporaneamente a un’altra condizione principale. In questo casi ci riferiamo prettamente all’autismo e alle comorbidità più comuni associate a questo disturbo. Tra queste, vi sono:
- Disturbi dell’umore, come depressione e ansia
- Disturbi dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD)
- Disturbi del sonno
- Disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa o la bulimia
- Disturbi gastrointestinali
- Disturbi neurologici, come l’epilessia
- Disturbi psichiatrici, come il disturbo ossessivo-compulsivo (OCD)
- Disturbi dello spettro bipolare
La tipologia di comorbidità e il modo in cui si manifesta può variare notevolmente da persona a persona e influenzare il funzionamento del soggetto autistico a seconda dei casi.
Gli effetti della comorbidità sul funzionamento sociale
Tra gli effetti principali che le comorbidità hanno sul funzionamento sociale delle persone con autismo, i più comuni sono i seguenti:
- Difficoltà nell’interazione sociale: le persone con autismo che presentano uno o più comorbidità possono sperimentare difficoltà ancora maggiori nell’interagire con gli altri e nello stabilire e mantenere relazioni sociali significative. Le condizioni come l’ansia sociale o la depressione possono contribuire ad aumentare l’isolamento e la ritirata sociale, già tipiche dell’autismo in generale.
- Variazioni nell’umore e nel comportamento: la presenza di comorbidità come la depressione o l’ADHD possono influenzare l’umore e il comportamento, rendendo particolarmente sfidante per i soggetti autistici partecipare ad attività sociali o regolare le proprie emozioni durante le interazioni sociali.
- Difficoltà nella comunicazione e nella concentrazione: se già l’autismo comporta notevoli difficoltà nella comunicazione e nel mantenere l’attenzione, la comorbidità risultano spesso come un’aggravante in questo senso. Iperattività e disturbi del sonno possono influenzare gravemente la capacità della persona di concentrarsi e rimanere impegnata durante le interazioni sociali, rendendo la comunicazione ancora più difficile.
- Impatto sull’autoregolazione emotiva: gestione dello stress e autoregolazione emotivi sono processi particolarmente difficoltosi per le persone autistiche. Se a questo si sommano comorbidità come disturbi alimentari, disturbo bipolare e molte altre, i comportamenti impulsivi o le reazioni emotive possono essere ancora più impattanti e difficili da gestire.
Come gestire le comorbidità nell’autismo
Gestire le comorbidità nell’autismo è un processo complesso che richiede un approccio olistico e individualizzato. Il rischio di sottovalutare i sintomi delle comorbidità, associandoli all’autismo in sé, è molto alto, ma è bene ricordare che i comportamenti anomali e i disagi psicologici possono affliggere le persone autistiche proprio come tutti gli altri e non sono sintomi dell’autismo stesso.
Anzi, in caso di autismo è ancora più importante riuscire a identificare e diagnosticare precocemente le comorbidità e intervenire tempestivamente e in maniera per gestire i sintomi e migliorare il funzionamento sociale. La gestione delle comorbidità richiede infatti l’intervento di terapie specifiche per ridurre i sintomi. Ad esempio, in caso di ansia e depressione, di disturbi dell’alimentazione e di ADHD, può essere particolarmente utile la terapia cognitivo-comportamentale, mentre la terapia occupazionale può essere la scelta migliore per affrontare le sfide sensoriali.
In caso di autismo, è consigliabile coinvolgere una varietà di professionisti della salute mentale, tra cui terapeuti, psichiatri, psicologi e assistenti sociali. Fornire un supporto completo e personalizzato per gestire le comorbidità è fondamentale per aiutare la persona a interagire socialmente e vivere una vita appagante.
Coinvolgere la famiglia e la rete di supporto
Il coinvolgimento della famiglia e della rete di supporto sociale della persona autistica può fornire un sostegno essenziale per affrontare le comorbidità: gli affetti svolgono un ruolo essenziale nel processo di superamento di questi disagi, soprattutto in caso di autismo. La comprensione, l’empatia e il supporto pratico possono contribuire a favorire la guarigione e il benessere ed essere una risorsa importante anche per i professionisti coinvolti nella comprensione delle necessità specifiche, e dunque nella cura, del paziente.
In conclusione, le comorbidità possono avere un impatto significativo sul funzionamento sociale delle persone con autismo, peggiorando ancora di più la loro capacità di interagire con gli altri, di comunicare in modo efficace e di regolare le proprie emozioni durante le interazioni sociali. Affrontare le comorbidità richiede un approccio complesso e individualizzato che tenga conto delle esigenze e delle sfide uniche della persona autistica. Con il supporto adeguato e un intervento tempestivo, è possibile gestire le comorbidità e migliorare il funzionamento sociale delle persone con autismo, contribuendo così al loro benessere complessivo.