All’inizio dell’ouverture compare la scritta “Lo strano sogno ricorrente di H.”. La scena descrive un piccolo villaggio dove una donna, forse una prostituta, amoreggia con Daland, osservata di nascosto da un bambino, forse il figlio. Successivamente la popolazione è in piazza per un banchetto e ha nei confronti della donna un atteggiamento stigmatizzante ed escludente. Lei si dispera e Daland la respinge. Infine si impicca ad una finestra e viene scoperta dal bambino che protende le mani verso l’alto. Undici minuti di altissima tensione sostenuta dalla musica di Wagner. A questo punto compare una seconda scritta “H. ritorna nel suo villaggio natale dopo molti anni”.
Il regista Dmitri Tcherniakov costruisce un’Olandese Volante senza mare e senza navi in cui il protagonista non ha i tipici tratti alieni della leggenda, il marinaio che nella tempesta non invoca ma sfida Dio e viene punito (potrà toccare terra ogni sette anni per cercare una donna che lo redima restandogli fedele fino alla morte) ma quelli di una persona danneggiata nell’infanzia che torna al paese per vendicarsi seducendo Senta, la figlia di Daland.
Colpisce la capacità dei cantanti-attori e della direttrice d’orchestra Oksana Lyniv (prima donna sul podio di Bayreuth) a sostenere in modo coerente un’idea registica tanto originale e in particolare un finale in cui l’Olandese spara sugli abitanti e viene ucciso da Mary descritta come una sorta di madre di Senta (tradizionalmente il finale prevede che Senta redima il protagonista gettandosi in mare per dimostrargli la sua fedeltà).
In particolare i due protagonisti tratteggiano i loro fantasmi in modo sofisticato alludendo con mimica e gesti a una sorta di stereotipata psicotizzazione. Lo spettatore viene catturato da un incedere implacabile di musica e scena verso l’epilogo.
Siamo ben lontani dalle descrizioni teatrali della follia così frequenti nel teatro musicale e spesso non all’altezza delle magistrali descrizioni musicali (ad esempio nella Lucia di Lammermoor di Donizetti).
Non è questa la sede per entrare nella querelle sulle regie liriche che tanto infiamma critica e pubblico. Voglio solo segnalare una performance artistica, a mio giudizio di notevole impatto, che allude al disagio psicologico.
Per chi fosse interessato il video dell’opera è interamente fruibile su You Tube (essendo una produzione del periodo pandemico è stata trasmessa dalla tv) ma con i sottotitoli in tedesco.