Tra le forme più gravi ed estreme di sofferenza psicologica, troviamo i cosiddetti disturbi psicotici. Essi possono essere piuttosto difficili da inquadrare, principalmente qualora si trattasse di una prima insorgenza. Il termine ombrello può comprendere numerosi problemi, di diversa natura. Ciò che accomuna tutti questi disturbi è la perdita di contatto con la realtà, manifestata attraverso la comparsa di convinzioni a carattere delirante e allucinazioni percettive, in particolar modo di tipo uditivo. Tra i disturbi dello spettro psicotico vi è anche quello schizofreniforme. Per tal motivo si può generare confusione. In realtà, esiste una sostanziale differenza tra psicosi e schizofrenia, che sviscereremo nelle righe sottostanti al fine di metterla in chiaro a ogni lettore.
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Comprendere la psicosi
Con il termine psicosi si indica, in psicologia, una alterazione grave della percezione e del pensiero. Il disturbo non va mai sottovalutato, in quanto può portare a una perdita di contatto, anche profonda, con la realtà. Una persona che sperimenti la condizione psicotica può avere difficoltà serie a distinguere quel che sia reale da quel che nasca invece dalla sua immaginazione, o dalle proprie fantasie, e sia figlio di una percezione distorta, non più aderente al qui e ora. Ciò può manifestarsi in svariati modi, i quali dipendono dalle condizioni di ognuno e dalla gravità del suo disturbo. Principalmente, chi soffre di psicosi cade vittima di allucinazioni: ode voci inesistenti e vede cose non percepite da nessun altro. Talvolta, si rende protagonista di deliri, dunque convinzioni false e irrazionali.
Il disturbo psicotico può essere causato da numerosi fattori, anche molto distanti tra loro. Tra le cause possiamo annoverare, in un elenco non esaustivo e neppure ordinato: una lunga serie di disturbi mentali; alcune condizioni mediche; talune situazioni di forte stress, generato da una moltitudine di situazioni, oppure l’abuso di sostanze stupefacenti. Per fare chiarezza, si può definire la psicosi come il sintomo principe di una più ampia alterazione nella corretta funzionalità mentale.
Ciò significa che essa sia più il risultato di altre situazioni problematiche che un disturbo in sé e per sé. Riconoscere e trattare in maniera accurata la psicosi è cruciale. Solo in questo modo è possibile garantire il benessere e la qualità della vita di chiunque ne sia affetto.
Per poter enunciare quanto più accuratamente possibile la differenza tra psicosi e schizofrenia occorre descrivere prima anche che cosa si intenda quando si parla di disturbi schizofreniformi. È quanto stiamo per fare.
Esplorare la schizofrenia
La schizofrenia si definisce come disturbo psichiatrico complesso. Essa rientra nella categoria delle psicosi. Per questo motivo, alcune delle sue problematiche caratterizzanti rimandano a quelle degli altri disturbi psicotici: deliri, allucinazioni, disorganizzazione di pensiero e di comportamento… In aggiunta a queste complessità, però, ne troviamo di ulteriori, come ad esempio dei problemi nella sfera emotiva e in quella relazionale. Anche in questo caso, i disturbi elencati non sono scolpiti nella pietra. Non tutte le persone che soffrono di disturbi schizofreniformi manifestano gli stessi sintomi e comunque, anche nel caso di due pazienti con un’identica sintomatologia, la gravità può essere molto diversa.
Tipicamente, la schizofrenia emerge in giovinezza o nella prima età adulta, per cui può avere un impatto davvero significativo sulla vita di un individuo. La condizione schizofreniforme è cronica ma resta possibile garantire a chi ne soffra una vita soddisfacente e produttiva, con poco da invidiare a chi non sia vittima del disturbo. Per poterci riuscire, naturalmente, occorre un trattamento appropriato e l’adeguato supporto delle persone vicine al paziente, nonché di chi se ne prenda cura.
La differenza tra psicosi e schizofrenia
La psicosi e i disturbi a essa associati, compresi quelli più severi, possono manifestarsi in una varietà di condizioni ed essere provocati da una moltitudine di cause. Tra le condizioni più serie e complesse associate a essa troviamo proprio la schizofrenia. La prima differenza tra le due sta nella loro durata. Una psicosi può essere temporanea, legata a una serie di condizioni determinate e specifiche che non persistono per molto tempo e possono venire rapidamente accertate e combattute. Molto spesso, il disturbo si supera proprio in questa maniera. La schizofrenia, d’altro canto, è cronica e deve essere affrontata sul lungo termine, secondo terapie durature e continue.
Una seconda importante distinzione si deve al fatto che la psicosi non è un vero e proprio disturbo in sé, e viene così definita più che altro per comodità. Si tratta infatti di una somma di sintomi mentali e condizioni mediche che affliggono lo stesso paziente, causandogli, o causandole, il disturbo psicotico esteso che potrà essere sgonfiato, come si è scritto, non appena verranno meno le problematiche che lo abbiano provocato. La schizofrenia è invece patologia autonoma e invalidante che può persistere anche quando la psicosi sia stata curata. Coinvolgendo alterazioni del pensiero, dell’umore e del comportamento, essa va oltre la sintomatologia psicotica e può continuare a gravare sulla quotidianità di chi ne soffra anche molto a lungo.
Per portare a termine una diagnosi accurata e stabilire un trattamento efficace, è naturalmente fondamentale riuscire a distinguere tra le due condizioni.
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