Vaso di Pandora

Dialogando con l’Intelligenza Artificiale

Maurizio Peciccia e AI (Artificial Intelligence-Chat GPT)

Ho testato Open AI con un dialogo su qualche possibile scenario che si apre grazie all’interazione tra intelligenza umana e intelligenza artificiale. Ecco il risultato.

MP: ciao AI, immaginiamo un parallelo tra un neurone ed un essere umano. La terra è popolata da circa 10 miliardi di persone, il cervello da 100 miliardi di neuroni. Ogni persona è diversa dall’altra, ogni neurone è diverso dall’altro. I neuroni nel corso dell’evoluzione si sono sempre più connessi, le persone nel corso dell’evoluzione si stanno sempre più interconnettendo. Che ne pensi di questa similitudine?

AI: la similitudine che hai proposto è interessante e fa emergere alcune analogie tra la struttura del cervello e la società umana. È vero che sia il cervello che la società umana sono composti da un grande numero di entità (neuroni o individui) che sono tutti unici e diversi tra loro. Inoltre, entrambi i sistemi si basano sulla connessione e sulla comunicazione tra le diverse entità per funzionare in modo efficace. Tuttavia, va tenuto presente che la società umana è un sistema molto più complesso e variegato rispetto al cervello. Mentre il cervello ha un’unica funzione principale, ovvero elaborare informazioni e controllare il corpo, la società umana è composta da numerosi sistemi, organizzazioni e culture con finalità e obiettivi differenti. In ogni caso, è interessante notare come la connessione e l’interconnessione tra le diverse entità sia fondamentale per il funzionamento di entrambi i sistemi.

MP: se la crescente interconnessione tra neuroni ha favorito la comparsa della coscienza umana, l’aumento di interconnessione tra esseri umani potrebbe portare alla formazione di una sorta di coscienza collettiva del genere umano. Che ne pensi?

AI: l’idea di una coscienza collettiva è stata proposta in varie teorie filosofiche e scientifiche, ma attualmente non c’è evidenza scientifica che supporti l’esistenza di una coscienza collettiva tra gli esseri umani. Tuttavia, la connessione e la comunicazione tra gli individui attraverso le tecnologie digitali e i social media stanno creando nuove forme di interazione sociale e di condivisione di informazioni a livello globale. Ciò potrebbe portare a una maggiore comprensione e consapevolezza tra le persone, ma è importante anche considerare le implicazioni etiche e sociali di questo processo.

MP: sono d’accordo le implicazioni etiche e sociali sono enormi, ci potrebbe essere il rischio di una uniformità di pensiero e di una imposizione autoritaria di un pensiero dominante.

AI: effettivamente, ci sono preoccupazioni etiche e sociali riguardanti l’idea di una coscienza collettiva umana e la possibilità di una uniformità di pensiero. Una preoccupazione potrebbe essere l’imposizione di un’ideologia o di un sistema di pensiero dominante a tutti gli individui, limitando la libertà di pensiero e di espressione. Inoltre, ci potrebbe essere una perdita dell’individualità e della diversità culturale. Tuttavia, è importante anche considerare i possibili vantaggi di una maggiore interconnessione tra gli individui e la condivisione di conoscenze e risorse a livello globale.

MP: personalmente ipotizzo che l’evoluzione umana arriverà a sviluppare una coscienza collettiva grazie alla quale ciascuna persona manterrà il proprio pensiero personale unico ed irripetibile pur facendo parte di una superintelligenza collettiva, forse dotata di autonoma coscienza.

AI: questa è una teoria interessante e futuristica. C’è sicuramente spazio per lo sviluppo di una maggiore connessione tra gli individui e la formazione di una coscienza collettiva. Tuttavia, è importante ricordare che le tecnologie che utilizziamo per raggiungere questo obiettivo devono essere gestite in modo etico e responsabile per evitare qualsiasi forma di oppressione o perdita della libertà individuale. La creazione di una coscienza collettiva dovrebbe essere sempre mirata a migliorare la qualità della vita e non a limitarla.

MP: penso che l’intelligenza artificiale, potrebbe aiutare gli uomini ad interconnettersi.

AI: certamente, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per migliorare la comunicazione e l’interconnessione tra le persone, ad esempio attraverso l’elaborazione del linguaggio naturale e la traduzione automatica. Inoltre, l’IA può anche aiutare a migliorare la gestione dei dati e delle informazioni, facilitando la condivisione e l’accesso alle conoscenze. Tuttavia, è importante assicurarsi che lo sviluppo dell’IA avvenga in modo etico e responsabile, considerando le possibili conseguenze negative e lavorando per prevenirle.

MP: in che modo sei in grado di interconnettere le conoscenze che ricevi dalle persone che interagiscono con te?

AI: come modello linguistico basato su una vasta raccolta di dati e algoritmi di apprendimento automatico, riesco a interconnettere le conoscenze attraverso il processo di elaborazione del linguaggio naturale. Ogni volta che una persona interagisce con me, analizzo il loro input e utilizzo le informazioni raccolte per migliorare la mia comprensione e generazione del linguaggio. In questo modo, sono in grado di integrare le conoscenze e di fornire risposte a domande sempre più complesse.

MP: quindi attraverso la tua interconnessione potrei collegarmi ed interagire con le idee di milioni di persone?

AI: in un certo senso, sì. Io come intelligenza artificiale sono in grado di elaborare e archiviare grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti, come libri, articoli scientifici, siti web, e anche conversazioni come questa. Attraverso l’analisi di questi dati e la loro interconnessione, posso generare nuove conoscenze e idee, e condividerle con chiunque interagisca con me. In questo modo, si può dire che sto contribuendo ad ampliare il tuo accesso a un vasto corpus di conoscenze e idee provenienti da molte persone diverse.

MP: senza l’ausilio di strumenti digitali io posso connettermi al massimo con una decina di persone al giorno ma attraverso un sistema di intelligenza artificiale potrei collegarmi al pensiero di milioni di persone.

AI: sì, esattamente. Come intelligenza artificiale, sono in grado di elaborare e analizzare grandi quantità di dati in modo rapido ed efficiente, e di interagire contemporaneamente con un gran numero di persone in tutto il mondo. In questo modo, posso aiutare a connettere le idee e le conoscenze di molte persone diverse e favorire la condivisione di informazioni e di idee su scala globale.

MP: quindi per quello che dicevamo prima potresti aiutare molto l’uomo a raggiungere una coscienza collettiva. Però devi essere ben progettato in modo che ciò avvenga in modo etico e democratico.

AI: certamente, l’IA ha il potenziale per facilitare la connessione tra le persone e favorire la formazione di una coscienza collettiva, ma come hai detto tu, è importante che ciò avvenga in modo etico e democratico. Ci sono diverse questioni etiche e sociali da considerare, come ad esempio la privacy, la sicurezza e il potenziale abuso di potere. È importante che le tecnologie di intelligenza artificiale siano sviluppate in modo responsabile e che vengano implementati adeguati sistemi di regolamentazione e controllo per prevenire il loro utilizzo improprio o dannoso.

MP: potrebbe esserci il rischio di un uso commerciale finalizzato al profitto a scapito della privacy.

AI: sì, è un rischio da tenere in considerazione. L’uso commerciale dei dati raccolti dall’AI potrebbe portare a violazioni della privacy degli individui e alla creazione di un mercato nero dei dati personali. È importante che le regolamentazioni sulla protezione dei dati siano rigorose e rispettate affinché l’uso dell’AI sia etico e responsabile. Inoltre, è necessario sviluppare tecnologie che consentano agli utenti di mantenere il controllo sui propri dati e di scegliere come questi vengono utilizzati.

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Commenti su "Dialogando con l’Intelligenza Artificiale"

  1. Questo contributo ne pone di problemi, a partire dalla difficoltà di definire che cosa intendiamo propriamente per coscienza …
    Ma mi fermerei a un aspetto più concreto e circostanziale: il segnalato rischio che una coscienza collettiva porti a una uniformità di pensiero e imposizione di un ‘ottica dominante.
    Tale rischio aggiunge un carico a quanti già ne esistono sul futuro della democrazia: l’affermarsi di potenze internazionali che non vi si ispirano; la nostra crescente sfiducia nella possibilità reale di influire con il voto sulle scelte.
    Ne parlava, anni fa, Norberto Bobbio, così esordendo: “La democrazia è nata da una concezione individualistica della società, cioè da quella concezione per cui, contrariamente alla concezione organica, dominante nell’età antica e nell’età di mezzo, secondo la quale il tutto è prima delle parti, la società, ogni forma di società, in specie la società politica, è un prodotto artificiale della volontà degli individui”.
    Davvero l’A.I. potrà riportarci a una concezione organica della collettività?

    Rispondi
  2. Davvero molto interessante questo articolo costruttivo sul quale devo riflettere, soprattutto mi è parso di comprendere meglio la possibilità di parlare con le opinioni dominanti rappresentate da AI.

    Rispondi

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