La vita negli ultimi decenni ci ha abituati a continui cambiamenti ed incertezze.
L’unica cosa che sembra indistruttibile, è il clima di isolamento creatosi maggiormente nel mondo occidentale.
Come spiega lo storico israeliano Yuval Noah Harari nel suo libro Sapiens. Da animali a dèi, ci sono narrazioni che aiutano a progredire come singoli e come pluralità ma ne esistono anche di deleterie, che si rivelano devianti.
E’ questo il caso della ricerca dell’autonomia personale, diffusa a partire dal dopoguerra. L’indipendenza è diventata un vero e proprio ideale nella società contemporanea.
Il consumismo ci spinge verso l’indipendenza e quindi l’isolamento per modificarci in consumatori prima che cittadini, individui e non comunità.
Naturalmente, il raggiungimento dell’autosufficienza è un passo fondamentale nello sviluppo psico-emotivo dell’essere, l’autonomia diventa però contestabile, nel momento in cui rappresenta l’unico modello di vita accettabile.
Una volta schiacciate tutte le relazioni ogni uomo è solo e non c’è più modo di costruire ed esprimere alcuna metamorfosi.
Secondo Hegel, il progresso si snodava attraverso il legame tra servo e padrone e attraverso l’insurrezione che l’essere umano manifestava nel momento in cui si rendeva conto di essere vessato. Quando però l’oppressione non deriva dalla struttura del sistema tutto, la rivoluzione diventa inattuabile.
L’esaltazione dell’indipendenza si accompagna alla negazione del naturale bisogno di appartenere all’altro, e la tendenza a vederlo anzi come una volubilità.
Se necessiti degli altri per raggiungere i tuoi obiettivi sembra che questi perdano di valenza, che ci sia, assieme all’appagamento, una parte rilevante di disagio e imbarazzo.
In questa società, la libertà acquisisce un’accezione differente: divenire libero da, inteso come il raggiungimento della privazione dell’interrelazione.
I legami vengono sconfitti, primi fra tutti quelli amorosi.
In un contesto in cui il merito si persegue con l’attuarsi dell’essere soli, prediligere la condivisione della propria essenza affidandosi a qualcun altro, non può che risultare un limite.