Sebbene all’arteterapia siano state associate diverse definizioni, quella più completa la annovera tra le tecniche di terapia capaci di migliorare il benessere fisico e mentale, attraverso un processo di creazione artistica, combinato alla riflessione interiore del paziente. L’arteterapia facilita la conoscenza del sé per mezzo di approcci complementari.
Inoltre, consente di rimettere in ordine gli eventi vissuti nel corso della vita in modo creativo e di trarne spunto per sperimentare nuove chiavi di lettura. Oggi, viene utilizzata in numerosi settori ed è in grado di stimolare capacità cognitive e interiori di ciascuno a livello affettivo, espressivo, cognitivo e relazionale.
L’arteterapia insegna a condividere le emozioni, i sentimenti e le esperienze con più naturalezza. Da questa disciplina traggono spunto ricercatori, psicologi, psichiatri, per ampliare gli orizzonti delle loro ricerche.
Le origini dell’arteterapia, fino a oggi
Si è iniziato a parlare per la prima volta di arteterapia in Inghilterra, nel lontano 1942, a ridosso della seconda guerra mondiale. Fu il maestro d’arte Adrian Hill il fondatore di questa disciplina, sperimentando la sua efficacia con i malati di tubercolosi.
Grazie al suo contributo, quelle forme d’arte un tempo ritenute semplici spunti di intrattenimento, divennero qualcosa di più grande. Le conoscenze psicologiche, oltre che pittoriche, di Adrian Hill, furono la base per cercare di far riflettere i pazienti sulla loro emotività attraverso la creazione artistica.
Poco più tardi, in America, anche la psicologa Margaret Naumburg, iniziò a sperimentare l’arteterapia, utilizzando un approccio leggermente differente. Credeva, infatti, che l’efficacia della terapia culminasse nel rapporto instaurato tra psicoterapeuta, paziente e arte. A tal proposito, sono stati eseguiti numerosi studi in merito, sia per verificare le intenzioni di ambedue i terapisti, che per attestarne l’efficacia.
In cosa consiste esattamente?
L’arteterapia riscuote successo sia in ambito psicologico che psichiatrico: le forme maggiormente impiegate finora sono il disegno e la pittura, in collaborazione con l’arte visiva, la musica, la danza, il dramma e la scrittura.
Con il passare del tempo, tutte queste forme di arteterapia hanno trovato il luogo e il nome entro cui essere categorizzate: come nel caso della danzaterapia, della musicoterapia, della scrittura terapeutica ecc.
Verso l’arte e oltre
Lo studio dell’arteterapia, oggi, ci consente di utilizzare questa tecnica terapeutica anche come strumento per guardarsi dentro.
L’arte, generalmente, evoca una sensazione di benessere che si configura con la cura e l’attenzione di sé. Diventa terapia nel momento in cui è in grado di supportare in modo rilevante l’individuo aiutandolo a prevenire, curare e chiarire scompensi emotivi o talvolta patologici, con l’obiettivo di ricostruire la propria identità.
Quando applicarla?
Ci sono innumerevoli studi sull’arteterapia, in grado di darci informazioni più dettagliate sull’impiego di questa tecnica correlata a diverse tipologie di pazienti. Infatti, come trattamento complementare, sembra che essa sia stata già ampiamente utilizzata in casi di depressione, ansia, autismo, schizofrenia e Alzheimer.
Un modo per riscoprire le proprie doti
Proprio per il focus sull’espressione dell’io, l’arteterapia diviene anche uno strumento per rivalutare le proprie abilità.
Infatti, moltissime persone scelgono di iniziare un percorso arteterapeutico per poi scoprire di avere una nuova passione da condividere con il mondo, così come un sogno nascosto nel cassetto. Chiaramente l’obiettivo non è trasformarsi in degli artisti, ma prendere spunto dalla forma dell’arte più vicina a noi stessi per imparare ad essere migliori.
La conferma arriva dal caso di una giovane ragazza, che prendendo parte ai gruppi di “arte che cura”, (gruppi che si servono ad esempio del diario di bordo), attraverso le sue poesie è divenuta il manifesto di questa bella esperienza collettiva.
Arteterapia e il festival Healing spaces
Oggigiorno, la diffusione dell’arteterapia è tale che, periodicamente, si svolgono numerosi convegni e festival sul tema. A Perugia, nel 2022, si è svolto il festival internazionale di arteterapia delle psicosi Healing Spaces. Molti i terapeuti che da tutte le parti del mondo hanno dato il loro particolarissimo contributo: numerosi sono stati gli interventi, i workshop e le installazioni con lo scopo di presentare pratiche terapeutiche innovative e diversificate. Un’esperienza unica del nostro territorio italiano che ha gettato le basi per contribuire all’innovazione della terapia, partendo dalle esperienze di condivisione della scienza.
La via del successo
Come accennato, l’arteterapia è una disciplina molto diffusa e in grado di generare molteplici benefici. Nasce principalmente per supportare gli individui durante la riconnessione con le proprie emozioni, consentendo loro, tramite mezzi espressivi differenti, di conoscere anche l’arte della condivisione e dell’autoefficacia.
Sono molteplici gli studi in corso sull’argomento, ma sicuramente offre un ottimo punto di partenza da integrare alle terapie tradizionali per favorire l’equilibrio fisico e mentale del paziente.