Vaso di Pandora

Profili criminali: analisi psicologica dei volti dell’oscurità

Ormai alcuni dei criminali più efferati della storia vengono descritti con precise caratteristiche psicologiche. La creazione dei profili criminali, infatti, ha portato a una svolta nell’investigazione sui reati anche più gravi e il profiling risulta ad oggi un potente strumento nella lotta contro il crimine.

Cos’è la profilazione criminale

I profili criminali vengono identificati tramite la profilazione criminale, o criminal profiling. Questa altro non è che uno strumento della scienza investigativa, un insieme di tecniche psicologiche usate per profilare e dunque identificare l’autore di un reato.
Seppur gli studi sulla materia risalgano al Settecento, è solo negli anni Settanta del secolo scorso che la disciplina criminologica si concretizza e la profilazione criminale diventa una delle parti investigative più importanti, con la nascita negli Stati Uniti della Behavioral Science Unit nel FBI.
Le tecniche di profilazione prevedono l’analisi di prove e testimonianze con lo scopo di sviluppare un profilo criminale, quindi una descrizione del soggetto ricercato. La descrizione può includere sia caratteristiche psicologiche, come schemi comportamentali e della personalità, disturbi, orientamento sessuale, che caratteristiche demografiche quali età, provenienza geografica, etnia. Ulteriori elementi analizzati sono le cosiddette “connessioni”: i criminologi teorizzano che determinati reati possano essere stati commessi dallo stesso individuo. Si giunge così a un quadro più ampio della personalità del soggetto, che comprende anche il modus operandi, la firma o altri comportamenti rituali.
L’attività di profiling pare essere particolarmente efficace quando si è di fronte a certe tipologie di delitto, soprattutto quelli a sfondo sessuale e con caratteristiche di serialità, come nel caso dei serial killer.

Profili criminali: le tipologie di soggetti

Diversi sono stati gli studi per arrivare alle tecniche di profilazione criminale attuale e, di conseguenza, diverse sono anche le classificazioni e suddivisioni di profili criminali che sono stati sviluppati.
Nel Crime Classification Manual, scritto da Ann W. Burgess, John E. Douglas e Robert Ressler, i profili criminali vengono divisi e studiati in base alle tipologie di reato descritte nel manuale. Si parla di omicidio singolo (single murder), omicidio seriale (serial murder), omicidio di massa (mass murder), omicidio compulsivo (spree killing), stupro (rape), incendio doloso (arson), attentato dinamitardo (bombing).
Si ha poi la distinzione che prende in considerazione le caratteristiche generali del soggetto, che viene distinto come organizzato o disorganizzato. Nel F.B.I. Law Enforcement Bulletin vengono descritte le peculiarità delle due tipologie di soggetti:

  • Il profilo criminale organizzato presenta: intelligenza media o superiore, alto ordine di genitura, emotività controllata durante il crimine, stress situazionali precipitanti; è socialmente competente, predilige lavori che richiedono abilità, è sessualmente adeguato, non ha avuto disciplina nell’infanzia, utilizza alcol durante il crimine, vive con il partner lontano dalla scena del crimine, segue il crimine compiuto attraverso i media, sa integrarsi.
  • Il profilo criminale disorganizzato presenta: intelligenza sotto la media, basso ordine di genitura, ansia durante l’esecuzione del crimine, minimi stress situazionali; è socialmente inadeguato, predilige lavori semplici e generici, è sessualmente inadeguato, ha avuto una disciplina rigida nell’infanzia, fa uso minimo di alcol, vive da solo vicino alla scena del crimine, non ha interesse per le notizie dei media, va incontro a significative modificazioni comportamentali (es. abuso di sostanze, religiosità eccessiva).

Entrambi i profili presentano poi delle differenze significative nella scelta delle vittime e nel compimento del crimine.

Le fasi della profilazione

L’approccio alla profilazione criminale si può suddividere in cinque fasi principali.
La prima fase (profiling input) prevede la raccolta e l’analisi di tutte le informazioni dalla scena del crimine, l’eventuale rapporto autoptico del medico legale, le deposizioni testimoniali, il verbale della polizia e l’analisi vittimologica (victimal profiling). Le informazioni raccolte vengono organizzate ed elaborate nella seconda fase (decision process models), in cui il profiler si pone diverse domande sulla complessità dell’attività criminale. Nella terza fase (crime assessment), il criminologo prova a ricostruire le modalità operative del profilo criminale analizzato, ossia il suo modus operandi. Si arriva così all’elaborazione di una descrizione tipologica del sospettato (debriefing), ossia alla quarta fase (criminal profiling). Questo include sesso, età, etnia, stato civile e sociale, credenze, passato lavorativo, caratteristiche psicologiche e sociologiche, eventuali precedenti penali e relazioni con genitori e istituzioni. Infine, nella quinta fase (investigation) viene stilato un rapporto e consegnato agli investigatori, così che questi possano usarlo per la lista dei sospettati.
Ci sarebbe anche una sesta e ultima fase, quella dell’individuazione e cattura del colpevole (apprehension), seguita dall’interrogatorio, dove le informazioni raccolte sul soggetto possono aiutare a condurlo nella maniera più efficace.

Dal criminal al digital profiling

Nell’era del web e delle connessioni in rete, la profilazione criminale ha visto nuovi sviluppi che si sono adattati alle tecnologie contemporanee. È nato così il digital profiling, ossia una nuova metodologia d’indagine che prevede la raccolta e l’analisi delle informazioni su un individuo che esiste online. I profili criminali digitali, così, risultano includere informazioni su caratteristiche personali, comportamenti, affiliazioni, connessioni e interazioni ricavate dall’analisi dei movimenti online del sospettato. I profiler, in questo modo, possono ampliare la descrizione e cercare di capire il movente del crimine anche analizzando il modo in cui il soggetto utilizza i mezzi di comunicazione. I dati vengono raccolti ed elaborati tramite l’uso di algoritmi, che permettono di rivelare una serie di correlazioni che altrimenti magari non sarebbero state notate.
Il digital profiling è risultato particolarmente efficace nei casi di hacking, ma anche di pedofilia, frode, terrorismo e delitti di vario genere, per le tracce digitali lasciate dagli autori.

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