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Nel caleidoscopio dell’anima: il percorso verso il diventare sociologo clinico

Il sociologo clinico è una figura non troppo conosciuta che però merita un approfondimento in quanto figura interessante per il cambiamento della società. Se la sociologia studia la complessità della società umana ovvero la trama complessa di interazioni sociali, la sociologia clinica si occupa anche di superare quei problemi che in essa si creano. La sociologia clinica utilizza il metodo scientifico per la comprensione e una funzione di intervento sociale per attuare il cambiamento necessario.

Chi è il sociologo clinico

Il sociologo clinico è prima di tutto uno studioso, che integra i suoi studi e teorie sociologiche con le pratiche terapeutiche. Questa figura professionale si concentra non solo sull’analisi delle dinamiche sociali e i processi che influenzano la società, ma anche sulle esperienze dell’individuo e il contesto in cui vive e opera. In “Professione Sociologo Clinico”, la sociologa clinica Melodie Lehnerer, si riferisce al sociologo clinico come un vero e proprio “agente del cambiamento immerso nel mondo sociale del suo cliente”. Possiamo dire che il sociologo clinico lavora con il cliente individuo o comunità sempre su due fronti analisi-intervento con il fine ultimo del cambiamento e quindi della risoluzione del problema trattato. In definitiva, dato il crescente aumento di disagio sociale e collettivo, il sociologo clinico, oggi più che mai, si delinea come un operatore di elevata professionalità capace di intervenire sui processi sociali, favorire e promuovere buone prassi nei settori più vari, dalla alimentazione, alla pratica sportiva, dal benessere individuale a quello collettivo della comunità.

Come si fa a diventare sociologo clinico: non solo università e master

Se più volte nella vostra vita vi siete interessati alla società o siete rimasti affascinati dalle dinamiche che la muovono, la sociologia potrebbe essere un ottimo percorso per voi. Se vi siete anche chiesti come diventare parte attiva di un cambiamento sociale, come poter aiutare una persona o un gruppo di persone all’interno di un tessuto sociale, di sicuro la sociologia clinica fa per voi. La base del percorso di sociologia clinica è una laurea in sociologia, ne esistono sia triennali che magistrali. Ci sono master specifici in sociologia clinica che danno accesso ad opportunità di tirocini, praticantati e lavori. Ricordiamoci però che gli studi universitari non bastano per avere una conoscenza approfondita della materia, serve sempre una buona dose di curiosità, leggere libri, articoli accademici, anche internazionali, in quanto ci sono Paesi che grazie a politiche di welfare avanzate, riescono a dare alla sociologia e alle sue pratiche un grande spazio di ricerca e messa in pratica. 

Sbocchi lavorativi dello psicologo clinico

“Gli sbocchi occupazionali più immediati riguardano le attività di counseling sociologico, l’analisi e la conseguenza organizzativa, la valutazione dei programmi e degli interventi sociali, la mediazione sociale, il lavoro di facilitazione nei gruppi, l’advocacy territoriali” (fonte: unite.it). La maggior parte di queste occupazioni sono difficili da mettere in pratica in quanto spesso le politiche di welfare in Italia non permettono di dedicarsi a prassi così approfondite come potrebbe essere l’advocacy territoriale. Tuttavia, vogliamo porre l’attenzione su queste tre figure professionali che dovrebbero essere la base per un corretto funzionamento della società: mediatore sociale, facilitatore di gruppi e responsabile dell’advocacy territoriale.

  • Il mediatore sociale è il simbolo della mediazione culturale in varie occasioni di tipo diplomatico, d’accoglienza e integrazione. Lavora in strutture pubbliche e private come ospedali, scuole, centri d’accoglienza, carceri, comuni e centri di collocamento, può affiancare medici, avvocati, giudici, scuole e insegnanti.
  • Il facilitatore di gruppi è il “ponte” dei gruppi e delle comunità, facilita le interazioni e i processi di comunicazione e lavoro tra le parti. Sa creare un ambiente recettivo, positivo e propositivo in cui i partecipanti sono liberi di essere, di esprimersi, mettersi in gioco, prendere delle decisioni e contemporaneamente essere e sentirsi parte del gruppo. Il facilitatore di gruppi organizza il lavoro del gruppo e lo responsabilizza in quanto tale, gestisce gli eventuali conflitti che possono sorgere all’interno del gruppo, infine monitora i progressi e valuta il lavoro del gruppo, apportando modifiche, dispensando consigli e strategie.
  • Il responsabile dell’advocacy territoriale ha l’obiettivo di promuovere un territorio, i suoi bisogni, diritti e interessi. Questa figura professionale studia e analizza i problemi e le esigenze di una determinata comunità e/o territorio. Successivamente informa e sensibilizza riguardo i problemi affrontati attraverso eventi, campagne e qualsiasi mezzo di comunicazione che possa aiutare a raggiungere l’obiettivo della comunità. A un responsabile dell’advocacy non deve mancare una buona dose di passione per la politica e le leggi con cui ha a che fare ogni giorno, oltre a dialettica e carisma in quanto è anche un tessitore di reti e coalizioni.

Perché la sociologia clinica è importante

Come abbiamo visto, la sociologia clinica affronta le problematiche della società e cerca di risolverle e dare strategie vincenti per raggiungere una funzionalità sociale ma anche una qualità dei rapporti tra gli individui. Studiare sociologia clinica significa voler essere parte attiva di questo processo, voler dare il proprio contributo non solo al singolo individuo, bensì all’intera comunità. Grazie alla sociologia clinica si comprendono le sfide individuali in un contesto complesso come quello sociale e come intervenire su quelle che sono alcune delle grandi problematiche della nostra società: disuguaglianze, disinformazione e incomunicabilità tra le parti. Il sociologo clinico ha una visione olistica e lavora a favore dell’integrazione, dell’orientamento, del cambiamento sociale e del miglioramento di qualità di vita della società, quindi di tutti noi.

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