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Bipolarità: il test di autoscreening fai da te

La bipolarità, nota in passato come disturbo maniaco-depressivo, è un disturbo dell’umore che causa alterazioni del tono dell’umore, oscillando tra fasi depressive e fasi maniacali o ipomaniacali. Si tratta di una condizione complessa da diagnosticare, poiché i sintomi possono essere confusi con altri disturbi psichiatrici o con normali fluttuazioni dell’umore.

Per questo motivo, negli ultimi anni sono stati sviluppati alcuni test di screening, che possono aiutare a individuare i primi segnali di un possibile disturbo bipolare. In questo articolo parleremo di uno di questi test, il test bipolarità, analizzandone caratteristiche, funzionamento e affidabilità.

Cos’è il test di autoscreening per la bipolarità

Il test di autoscreening per la bipolarità è uno strumento sviluppato da ricercatori dell’Università di Sydney e della Clinica Mayo, con l’obiettivo di aiutare le persone a capire se i loro sintomi potrebbero indicare un disturbo dell’umore di tipo bipolare.

Si tratta di un questionario composto da 11 domande, che indaga la presenza di sintomi quali umore depresso, umore eccessivamente elevato, irritabilità, aumento dell’energia e della attività, disturbi del sonno e altri cambiamenti comportamentali associati alla bipolarità.

Il test può essere facilmente reperito online e compilato in pochi minuti. Una volta completato, restituisce un punteggio che va da 0 a 11 e fornisce un’interpretazione di questo punteggio, indicando il livello di rischio per un disturbo bipolare.

Come funziona il test di screening per la bipolarità

Il test di screening per la bipolarità si articola in 11 domande che indagano la presenza e frequenza di sintomi chiave come umore depresso o elevato, irritabilità, aumento d’interesse e attività, energia, comportamenti rischiosi e disturbi del sonno. Per ogni domanda si può indicare con quanta frequenza, da “per niente/raramente” a “molto frequentemente/quasi ogni giorno”, quel sintomo si è manifestato.

Ad ogni risposta è associato un punteggio da 0 a 5 punti. Sommando i punteggi ottenuti nelle 11 domande, si totalizza un punteggio complessivo compreso tra 0 e 55 punti. In base a questo punteggio totale, il test determina se il rischio di disturbo bipolare è basso (0-14 punti), moderato (15-21 punti) o alto (21 punti o più).

Viene poi fornita un’interpretazione del punteggio ottenuto e indicazioni sui possibili passi da intraprendere successivamente, come – ad esempio – rivolgersi a uno specialista per approfondire la valutazione clinica. Si tratta quindi di uno strumento di screening iniziale utile per comprendere se è opportuno procedere con ulteriori accertamenti diagnostici.

Affidabilità del test di screening per la bipolarità

Studi di validazione hanno dimostrato che questo test di screening per la bipolarità ha una buona sensibilità, riuscendo a identificare correttamente circa il 75% delle persone con disturbo bipolare, e una buona specificità, con soli il 40% di falsi positivi (persone senza disturbo bipolare che ottengono un punteggio alto al test).

Si tratta quindi di uno strumento utile per un primo screening, che tuttavia non è sufficiente per una diagnosi. Infatti, per confermare un disturbo bipolare sono necessari approfondimenti diagnostici con uno specialista.

Il test può però aiutare le persone con sintomi sospetti a capire se vale la pena consultare uno psichiatra per ulteriori valutazioni. Un punteggio moderato o alto dovrebbe portare a contattare uno specialista.

Quando fare il test di autoscreening per la bipolarità

test bipolarità

Il questionario di autoscreening per la bipolarità può rivelarsi uno strumento utile in diverse situazioni. Ad esempio quando si notano improvvisi e insoliti cambiamenti di umore e comportamento, oppure quando familiari o amici fanno presente la presenza di comportamenti anomali o preoccupanti.

Può essere opportuno anche in caso di ricorrenti episodi di depressione alternati a fasi di eccitazione, irritabilità, aumento di energia e iperattività. Allo stesso modo, se si soffre di disturbi del sonno e variazioni nelle abitudini alimentari associati a repentini sbalzi d’umore, il test può fornire indicazioni utili.

Infine, se si attraversano periodi caratterizzati da eccessiva fiducia in sé stessi con assunzione di comportamenti rischiosi e impulsivi, il questionario di screening può aiutare a capire se tali segnali siano legati ad un possibile disturbo bipolare. Insomma, questo semplice strumento permette di valutare la presenza di sintomi suggestivi di bipolarità e la necessità di approfondire con una diagnosi professionale.

Interpretare con cautela il risultato del test

Anche se il test di screening per la bipolarità ha una buona attendibilità, è importante interpretare il risultato con cautela e non considerarlo una diagnosi definitiva.

Un punteggio basso non esclude completamente la presenza di un disturbo bipolare, mentre un punteggio alto potrebbe riflettere altri problemi, come ansia, depressione o disturbo borderline di personalità.

Solo un medico specialista può fare una diagnosi accurata, valutando la storia clinica completa della persona e la presenza di sintomi specifici nel corso del tempo.

Il test di screening è semplicemente uno strumento orientativo, che può aiutare a capire se vale la pena approfondire con visite specialistiche. Non dovrebbe mai sostituire una completa valutazione medica.

Quando rivolgersi a uno specialista

test bipolarità

In presenza di un punteggio moderato o alto al test di screening, è in generale consigliabile rivolgersi a uno specialista per approfondimenti.

Anche con un punteggio basso, se i sintomi incidono negativamente sul funzionamento e benessere della persona, può essere utile richiedere una valutazione psichiatrica.

Il test di screening, un primo passo verso la consapevolezza

Il test di autoscreening per la bipolarità è uno strumento valido e accessibile per una prima valutazione dei sintomi sospetti. Può aiutare le persone che vivono alti e bassi del tono dell’umore a capire se questi rientrano nel quadro del disturbo bipolare e se vale la pena approfondire con uno specialista.

Si tratta solo di un primo passo, che deve essere seguito da accurate valutazioni cliniche per confermare o escludere una diagnosi. Tuttavia, il test rappresenta uno strumento prezioso per aumentare la consapevolezza su questa diffusa, ma spesso misconosciuta condizione psichiatrica. Una maggiore conoscenza dei propri sintomi è il primo, indispensabile passo verso la richiesta di aiuto e il miglioramento del proprio benessere.

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