Troppo stress, tensione e fatica. Sono queste le motivazioni che stanno spingendo sempre più persone a rallentare il proprio ritmo ricercando uno stile di vita meno caotico, scandito da tempistiche diverse da quelle quotidiane, dettato dal lavoro, ma non solo.
È l’allarme lanciato dagli psicologi di tutto il mondo soprattutto in seguito al report realizzato da Euromonitor International su un campione di cittadini di 100 paesi nel mondo secondo il quale, aumentano sempre più i casi di questo tipo con persone che lasciano addirittura il lavoro.
Il fenomeno, che porta il nome di “thrivers”, vede, ad oggi, il 55% del campione vedersi più felice – da qui ai prossimi cinque anni, solo con un cambiamento di rotta rispetto all’attuale quotidianità. Il 48% invece, dichiara addirittura di vedersi più in salute nel futuro. Entrando ancora di più nel merito, il 53% sostiene di aver ridotto troppo il limite tra lavoro e vita personale, mentre il 45% si è sentito “troppo sotto pressione”.
Si tratta di dinamiche che, indubbiamente, conducono molti ad un crollo psicologico che spinge a voler mollare cercando soluzioni che possano costituire elemento di equilibrio e serenità nella propria vita. Complice di tale fenomeno, anche l’emergenza sanitaria, che dopo due anni di lockdown e stop a tratti, ha portato molti ad assaporare uno stile di vita più lento, diverso da quello in cui ci si ritrova catapultati a pandemia rientrata.
Il consiglio degli esperti è quello di avviare un percorso terapeutico capace di affrontare le problematiche e ritrovare il giusto equilibrio tra la quotidianità dettata dal lavoro e la volontà di fuggire e mollare tutto. Situazione, quest’ultima, che sebbene sia una soluzione accattivante presa in considerazione da tanti, potrebbe portare molti a vivere condizioni di disagio legate all’abbandono del proprio lavoro o delle attività a cui sono appassionati.