Normalmente, si parla di attaccamento ansioso all’interno dei rapporti di coppia. In realtà però, la definizione è valida in qualsiasi tipo di relazione. La condizione si caratterizza per la presenza di sentimenti di irrequietezza, insicurezza o possessività. È tipico che sia una delle due parti della coppia a scatenare il comportamento ansioso, a suscitarlo nel partner e, in questo caso, non è corretto parlare di attaccamento, poiché si tratta di una semplice reazione al modo di porsi dell’altro. Possiamo parlare, senza timore d’errore, di questo stato quando si insinua la sfiducia nel rapporto, prendendone il sopravvento. L’attaccamento ansioso mina la relazione e incrina la partnership, finendo per farla vacillare e, talvolta, scatenandone la rottura. Vediamo, nei prossimi paragrafi, di che cosa si tratti e come si manifesti.
La manifestazione dell’attaccamento ansioso
Nelle persone che manifestano forte insicurezza, questo elemento si configura come una variabile che può scardinare le loro relazioni più significative ma non è quasi mai la causa principale che finisce per generare attaccamento ansioso. Semmai, si tratta di una concausa. Come ci suggerisce la stessa denominazione, è l’ansia a generare attaccamento ansioso. Essa porta disagio all’interno del rapporto e può mettere in luce problematiche dormienti in una o in entrambe le componenti del rapporto di coppia, fino a generare un attaccamento poco sano.
Date le sue cause e ragioni d’essere, la classificazione dell’attaccamento ansioso è tutt’altro che semplice. Dobbiamo scinderlo dalla semplice ansia generata da un partner sfuggente nella sua dolce metà, distinguerlo dall’insicurezza che contraddistingue un carattere non forte e stabilire che, effettivamente, si tratti di attaccamento. Può essere utile, a chi sospetti di trovarsi in simile condizione, porsi una semplice domanda, e darsi una risposta seria e onesta, al termine di un esame di coscienza:
“È la mia insicurezza a generare ansia oppure è il comportamento di chi ho accanto che origina questo mio malessere?”
Darsi una risposta può essere complicato. Addirittura, potremmo non esserne capaci, da soli. In questi casi, un terapista può aiutarci. Difficilmente si può evitare l’ansia, poiché è un’emozione troppo forte da contrastare. Possiamo però ridurla, finanche normalizzarla se siamo in grado di sfruttarne le potenzialità. Difficilmente da quanto si creda, infatti, essa ha il potenziale di aumentare il nostro senso di percezione e aiutarci in numerosi frangenti della vita, compresi quelli trascorsi in coppia. Quando sviluppiamo un atteggiamento di risposta ad alcuni determinati, e ripetuti, comportamenti del partner, i quali mettono in difficoltà il benessere e l’armonia all’interno della relazione, non ci troviamo di fronte a una manifestazione di attaccamento ansioso, bensì stiamo vivendo un atteggiamento che la psicologia definisce evitante.
Le caratteristiche dell’attaccamento ansioso
In termini da professionisti, l’attaccamento ansioso si definisce anche insicuro-ambivalente. La ragione di questa denominazione si deve al fatto che l’ambivalenza sia una caratteristica predominante della condizione. La vittima di attaccamento prova infatti un forte desiderio di intimità con il proprio partner ma, d’altra parte e allo stesso tempo, è terrorizzata dal pensiero di perderlo e ciò lo porta ad attaccarsi a lui (in quanto partner, può naturalmente anche trattarsi di una donna) come se non volesse mai lasciarlo andare. Va da sè che vivere così una relazione significa trovarsi in un rapporto non sano, né salutare, per entrambi. Chi soffre di attaccamento ansioso accetta molto male ogni rifiuto, persino il più minimo.
La chiave per comprendere chi conviva con questo disturbo sta tutta qui. Occorre mettersi nei panni di qualcuno che, in maniera totalmente irrazionale, percepisca ogni comportamento non totalmente accondiscendente del partner come una volontà di rifiuto o allontanamento. Anche se in realtà può trattarsi di un no detto a fin di bene, o magari motivato da impegni circostanziali che non inficiano in alcun modo sulla tenuta della relazione. Quando l’ansia divora una persona, la sfiducia si fa caratterizzante e le reazioni diventano inadeguate, eccessive o addirittura spaventose. Un partner intelligente dovrebbe comprendere questa situazione e mantenere un atteggiamento comprensivo nei confronti di chi soffre di attaccamento. Non di rado, l’ansia deriva da forti traumi psicologici subiti in passato, che non sono mai stati risolti nel corso del tempo.
Forza e resilienza
La fiducia è l’arma più potente contro l’attaccamento ansioso. Se chi ne soffre sente di essere compreso e accolto con calore dalla persona, o dalle persone se parliamo di amicizia piuttosto che di amore, a cui tiene di più, la sua ansia, generata da diffidenza, inizierà a perdere di forza e farsi più blanda, fino a non essere più in grado di originare l’attaccamento. La coppia forte e resiliente sa far fronte agli episodi che generano ansia e diffidenza poiché si sorregge su sentimenti assolutamente positivi. Comprensione, accoglienza e amore sono più forti della sfiducia e possono ribattere, colpo su colpo, all’attaccamento ansioso. Gestire l’ansia non è compito semplice, ma non si tratta neppure di qualcosa di impossibile.
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