Vaso di Pandora

Ascoltiamoci

Un gruppo di direttori da sempre impegnati nella salute mentale pubblica si organizzano in una chat su whattsapp. Decidono di incontrarsi tutti i mesi per parlare del loro lavoro, dei problemi di tutti i giorni, si scambiano impressioni, delibere, articoli scientifici, paure e conquiste. Parlano delle proprie famiglie, delle piccole e grandi preoccupazioni della vita, scherzano, si prendono in giro, tessono una rete, come pescatori al mattino, intrecciando un filo di esperienze e di umanità. Imparano a parlarsi e soprattutto ad ascoltarsi, uno che corre da una parte all’altra con la sua macchina, uno che si è appena svegliato, uno già alla scrivania, alle 8 del mattino, in una stanza ordinata e piena di faldoni. Tutta gente che ha avuto fortuna, o bravura, o entrambe, che ha fatto carriera, che è arrivata a ricoprire ruoli di grande responsabilità. Regioni diverse, epidemiologie diverse, scelte economiche diverse, ma sullo sfondo gli stessi pazienti, i più gravi, quelli che danno pensiero a tutti, che non si sa come aiutare. E ancora sullo sfondo tanti operatori, stanchi, arrabbiati, pieni di passione, nonostante tutto.

L’idea Alessandro Coni me l’aveva buttata là un giorno a Cagliari. Voglio fare un gruppo di direttori, mi disse, per darci una mano reciprocamente. Ho pensato subito che era tanto bella quanto pericolosa. Ma ho capito anche che, ad uno che ha portato centinaia di pazienti gravi su per le montagne della Sardegna, la paura non l’avrebbe fermato. Così ha fondato il gruppo, ci ha messo i suoi modi gentili, la sua autenticità, una disposizione all’umiltà e al rispetto dell’altro, e con questi ingredienti, per me in perfetto stile Garcia Badaracco, abbiamo cominciato a riparare le reti al mattino. Si dice che la salute mentale è tutta nelle reti, ma quanto tempo ci vuole a ripararle, quanta pazienza e quanta arte.

Per me, che venivo da una esperienza di dipartimento di struttura multifamiliare, come lo avevamo chiamato con Andrea Narracci, negli anni in cui il visiting ce lo veniva a fare nientedimeno che Jorge Garcia Badaracco, attraversando l’oceano, per il solo piacere di condividere, di diffondere le sue scoperte, sentire sullo sfondo la voce di Ascoltiamoci, un gruppo così eterogeneo di umanità e responsabilità, è stato di grande aiuto. Chi ha ruoli di responsabilità sente molta solitudine, perde quella dimensione paritaria che fa sentire al sicuro, di fare parte di un gruppo. Sono cambiato, lavorando con i Gruppi di Psicoanalisi Multifamiliare che ho fondato nella nuova UOC che ho cominciato a dirigere, dando con loro una spallata a quella sensazione di isolamento e morte che aveva portato la pandemia e le sue regole. Sono cambiato, sentendo di potere condividere in modo semplice ed umano con i miei colleghi del dipartimento, con Giuseppe Ducci, che avevo sentito come “l’altro direttore”, non come il mio, con stili di lavoro ed identità che non conoscevo, e che sulle prime, tendevo a criticare, contrapponendomi. Ho re-imparato ad ascoltare le idee degli altri, le loro ragioni, a scoprire differenze utili ed interessanti con cui potere crescere. Sono cambiato, ascoltando i pazienti de Lo Spiraglio muovermi accuse, sentendosi poco considerati, poco ascoltati, come sicuramente è stato negli anni in cui siamo dovuti sopravvivere alla grande crisi sociale del cinema, della cultura, che a Roma è stata violentissima.

Tanti anni di supervisioni, di lezioni magistrali, di congressi, non hanno prodotto gli stessi risultati di alcune azioni che nell’organizzazione possono veramente determinare cambiamenti. Atti clinici, li definirei. Mettere la clinica in un gruppo di direttori, e definirsi come auto-mutuo-aiuto. Mettere la clinica in una consulta e definirla gruppo di psicoanalisi multifamiliare, mettere la clinica in un’assemblea, in un audit, in ogni riunione. Dare una dimensione clinica al governo non è facile per nulla. Ma senza clinica si diventa in pochi attimi burocrati, si esercita la disciplina della contrapposizione piuttosto che quella della complementarietà, e la mente si chiude, invece che aprirsi.

L’ultima trovata di Alessandro Coni, che ho capito riesce sempre a mettermi in mezzo, forse perché incrociamo inconsciamente una stessa disposizione infantile, è stata quella di incontrarci tutti a Roma, e fare un visiting nella “mia” UOC, Salute Mentale Distretto 13.

Ad Andrea Narracci coordinatore ha pensato il gruppo, sentendolo come uno che ha l’esperienza per moderare un incontro del genere. Secondo me ha pensato a lui proprio come terapeuta, pensandosi come un gruppo bisognoso di ascolto e cure, ma questo lo dico sottovoce.

Tutto il resto deve ancora avvenire, di seguito aggiungo il programma della giornata che cercherò di registrare, nel caso venga fuori qualcosa di interessante.

Un ultimo particolare. In questi anni sono martellanti i pranzi e gli aperitivi per i colleghi che vanno in pensione. Discorsi, saluti, prosecco al mattino che fa girare la testa, e qualche lacrima.

In occasione di questa giornata ci sarà anche un saluto ad Angelo Maliconico, un altro che va in pensione, uno del gruppo Ascoltiamoci. Ma invece che con le pizzette e i brindisi abbiamo pensato di salutarlo come si deve, con un fuori programma al Filmfestival della Salute Mentale, con un film serio e impegnato che ha curato lui stesso, con i contributi di Benedetto Saraceno. Mi viene da parafrasare una battuta che un fisico, amico di Giorgio Parisi, Nobel per la fisica, faceva sempre: fare lo psichiatra è una faticaccia, ma pensa se avessi dovuto lavorare!

Conclude così Massimo Mari:

Una volta i direttori dei manicomi vivevano dentro e nel bene e nel male erano implicati nell’ istituzione poi ci è stata insegnata la “giusta distanza” ma per chi fa sul serio la nostra professione si è capito che così si eludevano la implicazione e la risonanza necessarie per dialogare con le Parti psicotiche del vincolo terapeutico sia col singolo paziente che con le famiglie che con l’istituzione che con la comunità. Un gruppo di colleghi che a tal livello deve e vuole lavorare ha pensato dì darsi uno spazio virtuale per prevenire il burn-out per gestire la fatica di tirare la carretta in salite molto ripide. Per costruire un senso comune, una mente ampliata, una cooperazione tra portavoce di multi-equipe che fosse all’altezza della complessità che quotidianamente dobbiamo affrontare…

“UNA MENTE MOLTO AMPLIATA” Giornata di incontro e visiting del gruppo Ascoltiamoci* con la UOC SM Distretto 13 ASL Roma 1

14 aprile 2023, Centro Diurno Valle Aurelia e Voce della Luna, Via di Valle Aurelia n. 257, Roma

*Gruppo indipendente di “auto-mutuo-aiuto” tra professionisti della salute mentale dei servizi pubblici – Direzioni di Unità Complesse e Direzioni di DSM:

Raffaele Barone (Sicilia), Giuseppe Cardamone (Toscana), Alessandro Coni (Sardegna), Edvige Costanza Facchi (Toscana), Marco Grignani (Umbria), Angelo Malinconico (Molise), Massimo Mari (Marche), Fedele Maurano (Campania), Stefano Milano (Lazio), Federico Russo (Lazio).

PROGRAMMA

Mattina, ore 10:00-13:00

Coordina: Andrea Narracci – Presidente Laboratorio Italiano Psicoanalisi Multifamiliare

1° fase (1h) Acquario e grande gruppo

Conversazione nell’acquario del gruppo Ascoltiamoci. Riflessione su:

I dieci principi di “Buone Pratiche” per Servizi di Salute Mentale dialogici e democratici orientati al benessere mentale di Comunità

2° fase (1h) Piccoli gruppi

Conversazione e discussione dalla teoria alla realtà delle organizzazioni.

Riflessione su: situazione attuale, preoccupazioni future, organizzazione dei diversi servizi, cosa funziona e cosa no. Riflessi della discussione nell’acquario.

3° fase (1h) Seduta plenaria

I due gruppi si fondono: discussione aperta.

13:30-15:30 pausa pranzo

Pomeriggio, 16:00-20:00

Spazio Scena – Regione Lazio

FilmFestival della Salute Mentale lo Spiraglio, 13° edizione (13-15 aprile, Spazio Scena-16 aprile MAXXI)

Via degli Orti d’Alibert 1, Roma

Ore 16:00

Evento Speciale fuori concorso:

Introduce: Angelo Malinconico

Lungometraggio: Varchi Attivi di Pasquale D’Imperio 52’

Discussione a seguire con il gruppo Ascoltiamoci e il pubblico

Le proiezioni del festival proseguono con i film in concorso, selezionati su attualità della psichiatria nel mondo.

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Commenti su "Ascoltiamoci"

  1. La formazione del gruppo che dirigo ha avuto questo anno un tema centrale: l’educazione.
    Educazione all’ascolto è stato sviluppato e continua ad esserlo dal prof. Conforto.
    Esercizio difficile, non scontato, spesso si pensa di ascoltare ma nel confronto dell’altro si ascolta solo se stessi e quindi coloro con i quali ti identifichi.
    Il dialogo ed il confronto, tollerando il diverso, garantisce un ascolto faticoso perché manca la gratificazione narcisistica, ma senz’altro più significativo.
    Un tema sul quale prossimamente si dibatterà in un convegno organizzato da Roberto Carrozzino, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Savona, è quello della contenzione fisica negli Spdc.
    Stesso dicasi per il tema che il sottoscritto e Pietro Ciliberti dibatteranno nel convegno della Sipf ad Alghero ovvero: la violenza.
    Propongo che il VdP tenendo fede al sottotitolo “dialoghi in psichiatria e scienze umane” si faccia interprete di tale esigenza di confronto.
    Grazie ai colleghi del gruppo presentato da Mari e Russo che vorranno partecipare con le loro idee e i loro scritti.

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 Il Vaso di Pandora, dialoghi in psichiatria e scienze umane è una rivista quadrimestrale di psichiatria, filosofia e cultura, di argomento psichiatrico, nata nel 1993 da un’idea di Giovanni Giusto. E’ iscritta dal 2006 a The American Psychological Association (APA)

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