Vaso di Pandora

Arteterapia e adolescenza

Approccio, metodologia  e intervento di arteterapia all’interno della Comunitànità Terapeutica “Il porto d’attracco”, Creto (Ge)

di Elisa Giustarini  Arteterapeuta –

INTRODUZIONE

L’adolescenza è una stagione della vita complessa, caratterizzata da cambiamenti profondi, dal punto di vista fisico, emozionale e comportamentale,  il cui fulcro è la ricerca di una propria identità unica e definita.

L’adolescente necessita di differenziarsi dalla propria famiglia per identificarsi progressivamente con il gruppo dei pari, che diventa fonte di sostegno nel processo di separazione. La molteplicità di scelte davanti a sé, il desiderio di sperimentare situazioni ed emozioni nuove, è fonte di crescita, ma genera confusione e insicurezza, rischiando di sfociare in sensazioni di abbandono, delusione o sconfitta.

All’interno di Comunità Terapeutiche per adolescenti le criticità di questo periodo di crescita vengono amplificate dal disagio, dai tratti caratteristici delle patologie personali e da dinamiche di gruppo non sempre equilibrate. Intraprendere una psicoterapia verbale può risultare difficoltoso per i ragazzi di questa età, che spesso incontrano blocchi e stereotipi linguistici, che ne alterano la comunicazione a causa di una limitata consapevolezza. L’arteterapia, in questo contesto, offre all’adolescente una nuova esperienza all’interno della quale contattare le risorse personali minacciate dal contesto familiare e sociale in cui si sono evoluti.

La creatività in adolescenza svolge un ruolo importante, consente di riorganizzare le proprie idee in modo originale, innovativo ed utile alla nuova rappresentazione di sé. Il bisogno dell’adolescente è quello di simbolizzare qualcosa di enigmatico e profondo, e trasformarlo nella propria verità ed identità. La creatività assume il ruolo di comunicare all’esterno le proprie espressioni individuali o di gruppo, attraverso prodotti culturali ed artistici come la musica, la danza e le immagini che offrono la possibilità ai giovani di percepirsi e rappresentarsi.

Nell’attività artistica si stabilisce un dialogo che precede la parola, offrendo all’adolescente la possibilità di esprimere pensieri, emozioni, vissuti e dare loro una forma. All’interno di un percorso di arteterapia, i ragazzi, hanno la possibilità di sviluppare la creatività, il piacere di fare e apprendere da un’esperienza che ha effetto riorganizzante sui molteplici vissuti interni, favorendo infine la percezione unitaria di sé. L’atelier di arteterapia rappresenta uno spazio all’interno del quale fare esperienza relativa al limite, esprimere e trasformare l’aggressività e la paura in modi liberatori e condivisibili, in un clima non giudicante di libertà espressiva. Attraverso l’uso dei materiali artistici è possibile dare forma e comunicare creativamente agli altri pensieri e contenuti emotivi difficilmente verbalizzabili con le parole. Un percorso che pone l’accento sull’apertura, l’osservazione, la condivisione, il confronto e l’integrazione sociale.

IL PERCORSO

Il percorso di arteterapia all’interno della Comunità Terapeutica “Il Porto d’attracco” (Ge) ha avuto inizio nel marzo del 2018 e svolge tutt’oggi la sua regolare attività con appuntamenti settimanali. Il progetto ha visto coinvolti più di 20 ragazzi, che si sono alternati usufruendo di uno spazio creativo di libera espressione.

L’atelier di arteterapia è stato allestito in uno spazio comune e che assume le caratteristiche di luogo aperto per affrontare l’opposizione e la trasgressione tipica adolescenziale. Questo tipo di impostazione prevede la possibilità di accogliere nuovi membri in qualsiasi momento del percorso, il numero dei partecipanti non è rigido ma fluttuante, pur mantenendo l’accesso ad una determinata fascia oraria. Il funzionamento del gruppo chiuso, il quale non prevede nuovi ingressi, si rivela inadeguato in questi contesti, contrariamente al gruppo aperto che rispecchia un movimento vitale più conforme alla cultura adolescenziale. Il luogo aperto tuttavia, si è modificato nel corso del tempo e dopo alcuni incontri è stato possibile strutturare un gruppo stabile. Alcuni ragazzi infatti hanno partecipato all’attività fin dai primissimi incontri, diventando essi un riferimento per tutti i nuovi ingressi.

L’atelier è stato attrezzato con materiali artistici di varia natura, offerti in maniera invitante su una tavola imbandita, diventando a livello simbolico, un nutrimento dal quale attingere energia creativa.

Accanto ai materiali tradizionali quali pennarelli, matite, pastelli, il cui utilizzo ricorda le incombenze scolastiche, è stato importante offrire ai ragazzi materiali specifici come fumetti, tatuaggi, collage, materiali di recupero che più si avvicinano al mondo adolescenziale. Il fumetto infatti fornisce ai ragazzi la possibilità di rappresentarsi attraverso l’identificazione con i personaggi protagonisti, senza il rischio di rivelarsi. Attraverso il collage è possibile strappare, ritagliare, frantumare e successivamente incollare, ricomporre e strutturare una creazione di sé che spinge il giovane a riflettere sugli aspetti simbolici di queste operazioni. La componente aggressiva, che spesso si manifesta in questi contesti, viene ben incanalata grazie all’utilizzo della creta. Impastare, levigare, accarezzare, colpire, sono gesti corporei che riflettono il modo con cui l’adolescente si percepisce e si relaziona.

Il metodo “Arte come Terapia”, creato da Edith Kramer (1916-2014), pioniera dell’arteterapia, è stato alla base del mio intervento. La Kramer delinea delle precise linee metodologiche che riconoscono la centralità del processo creativo e artistico nel percorso terapeutico, sostenendo che “le sue virtù curative dipendono da quei procedimenti psicologici che si attivano nel lavoro creativo”.

Questa particolare metodologia prevede la realizzazione di una o più opere, senza che i ragazzi si sentano vincolati ad un tema. Il tema, infatti potrebbe essere un elemento disturbante che rallenta i processi psicologici che si attivano durante il lavoro creativo.  Il confronto con le proprie immagini personali, in assenza di tematiche specifiche, incoraggia inoltre le libere associazioni, favorendo una produzione artistica più sincera e veritiera.

I ragazzi hanno lavorato in gruppo ad uno stesso grande tavolo diventando  compagni di una stessa esperienza. Ciò ha permesso loro di sperimentare nuove dinamiche e le loro abilità sociali senza sentirsi esposti, grazie al linguaggio metaforico dell’arte. L’arte permette di indossare in atelier la stessa “maschera” che l’adolescente solitamente porta anche al di fuori, gli consente di incanalare e dare una forma ad energie e contenuti emotivi talvolta dolorosi, che possono emergere in maniera dirompente, senza manifestare in modo chiaro la propria identità, ancora in corso di strutturazione.

Il gruppo e la particolare relazione instaurata con l’arteterapeuta,  ha consentito loro di sentirsi visti, riconosciuti e compresi. Il clima di non giudizio, l’accettazione incondizionata degli elaborati dei ragazzi e la flessibilità sono state le caratteristiche fondamentali dell’intervento.

ADOLESCENTI IN ATELIER

Incontrare gli adolescenti è un’avventura singolare che coinvolge il corpo, la mente e le emozioni. Delineare un tipo di trattamento specifico è un’impresa ardua in quanto l’adolescente è immerso in un processo di trasformazione che si ripercuote in ogni ambito di relazione. Il primo approccio pertanto può essere ostacolato dalle resistenze interne dei ragazzi, che vivono la figura del terapeuta negativamente, in quanto adulto. Ogni tipo di intervento viene percepito come un intrusione a quello spazio intimo e soggettivo che faticosamente cercano di conquistare.

L’intervento con gli adolescenti richiede un lavoro di equipe in quanto i ragazzi consegnano frammenti del loro vissuto e delle loro emozioni a soggetti differenti a seconda delle competenze, dell’età, del sesso e del ruolo che rivestono. Riunire tutti questi elementi permette di avere una visione profonda degli aspetti conflittuali che si manifestano sotto varie forme.

Un percorso di arteterapia necessita di un certo numero di incontri per diventare un percorso terapeutico. L’esperienza con gli adolescenti in particolar modo, richiede tempo per conquistare la fiducia dei ragazzi e accettare gli abbandoni, che sono parte integrante della relazione terapeutica. La capacità di attendere pazientemente è una dote imprescindibile, le richieste di aiuto trapelano in modo fuggevole e casuale e, riconosciuti i segnali, è fondamentale intervenire tempestivamente, affinché i ragazzi non si sentano rifiutati.

L’arteterapeuta è una figura flessibile, umile e pragmatica, capace di modificare il suo operare affinché il ragazzo si riconosca nel processo terapeutico. L’ascolto profondo, l’empatia, l’assenza di giudizio ed il contenimento offerto dal terapeuta, accompagnano l’adolescente nel processo di scoperta e di libera espressione aprendo la strada ai cambiamenti verso cui l’utente può essere condotto.

I ragazzi spesso sono pervasi da un senso di vuoto che inibisce la loro capacità espressiva. Questo sentimento sovente viene riempito da impulsi incontrollabili che sfociano in agiti violenti. L’arteterapeuta in questi casi svolge un ruolo attivo, introducendo temi e suggestioni affinché il processo non venga interrotto. Molte volte mi sono trovata a fornire stimoli e suggerire giochi artistici con l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione dei ragazzi. Le pause tra una creazione e l’altra non venivano infatti vissute come un momento rigenerante ma come destrutturanti.

L’arteterapia per gli adolescenti è un’esperienza concreta che, seppur con alcune difficoltà, offre loro la possibilità di ritrovare il piacere di fare, di creare, di percepirsi artefici della loro esperienza. Lavorare con gli adolescenti è un’esperienza che comporta un continuo lavoro sia su se stessi, sia sulla metodologia da applicare, essa richiede strategie originali e innovative, capaci di stupire  e meravigliare.

Bibliografia

Bencivenga C., Uselli A. (2016), Adolescenti e Comunità Terapeutiche, Alpes Italia, Roma 2016

Charmet G.P. (2000), I nuovi adolescenti, Raffaello Cortina Editore, Milano 2013

Kramer E. (1971), Arte come terapia nell’infanzia, La Nuova Italia Editrice, Firenze 1977 

Sudres J.L. (1998), L’arteterapia con gli adolescenti, Edizioni Scientifiche Magi.

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