Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista di settore Jama Psychiatry, chi abita in zone fortemente inquinate sarebbe più soggetto a soffrire di ansia e depressione. L’analisi si sofferma soprattutto sugli effetti nocivi derivanti dal particolato (PM2.5), ovvero da quell’insieme di sostanze liquide e solide presenti nell’aria (fumo, metalli, pollini etc.) che possono essere inalate e trattenute dall’organismo provocando danni a livello polmonare e respiratorio in genere.
I dati forniti dallo studio
Lo studio è stato effettuato nel Regno Unito. Sono stati presi in esame circa 390.000 differenti individui: 13.131 di essi hanno presentato sintomi di depressione e 15.835 sono risultati sofferenti d’ansia. Dall’analisi è emerso inoltre che nelle zone ad alta densità di particolato il rischio di soffrire d’ansia sembrerebbe più alto negli uomini che nelle donne.
In merito alla ricerca Anna Hansell, professoressa di Epidemiologia Ambientale presso l’Università di Leicester, spiega che sono state fornite ulteriori prove relative al pericoloso impatto dell’inquinamento atmosferico sull’attività cerebrale.
Un pericolo per bambini e adolescenti
Già in precedenza era stato condotto uno studio dai ricercatori della Duke University di Durham, negli USA, in merito alla correlazione tra bambini e adolescenti esposti all’inquinamento e lo sviluppo di depressione e ansia negli stessi durante l’età adulta.
Dalle analisi effettuate era stato riscontrato un pericoloso legame tra inquinamento dell’aria e insorgenza di patologie e disturbi quali psicosi, ansia, depressione, disordini alimentari, dipendenze da droghe o alcool, deficit di attenzione e iperattività. Lo studio effettuato dalla prof.ssa Hansell e dal suo team, quindi, non fa che avvalorare una teoria già da tempo tristemente nota.