L’anoressia nervosa non ha un’unica faccia. Dietro questo grave disturbo del comportamento alimentare, contraddistinto da restrizioni alimentari ossessive e distorta percezione corporea, si celano quadri clinici molto diversi tra loro. Accanto alla classica presentazione restrittiva, con marcata perdita di peso, amenorrea e isolamento sociale, esiste infatti una forma definita “atipica”. In questi casi il disturbo si mostra con tratti più sfumati e parziali: il peso, pur ridotto, può non raggiungere livelli allarmanti, il ciclo mestruale è mantenuto e l’immagine corporea appare meno compromessa. Ciò nonostante, la patologia è ben presente, con tutti i rischi ad essa connessi, e necessita di precoce individuazione e trattamento.
È importante sensibilizzare medici e pazienti sull’esistenza di queste “nuove facce” dell’anoressia, che rischiano di non emergere subito in tutta la loro gravità. Solo riconoscendo la complessità del disturbo sarà possibile garantire a tutte le persone che ne soffrono, anche nelle forme meno note, adeguata assistenza.
Vediamo nel dettaglio in cosa consiste l’anoressia nervosa atipica e quali sono le sue caratteristiche distintive.
I criteri diagnostici classici
Per poter diagnosticare l’anoressia nervosa devono essere presenti alcuni criteri standard. Il primo è una significativa e intenzionale perdita di peso, indice di massa corporea inferiore a 17,5 kg/m2. Il secondo è la paura ossessiva di ingrassare, con distorsione dell’immagine corporea.
Altri sintomi tipici sono l’iperattività fisica finalizzata a bruciare calorie e la tendenza a contare ossessivamente le calorie assunte. Nelle donne scompaiono il ciclo mestruale e l’interesse per il sesso. A livello psicologico si osservano irritabilità, rigidità mentale e chiusura sociale.
L’anoressia atipica in cosa si differenzia
Accanto a questa forma “classica”, esiste l’anoressia nervosa di tipo atipico o parziale. In questi casi non sono presenti tutti i criteri standard per la diagnosi. Ad esempio il peso corporeo può non essere gravemente sottopeso, pur in presenza di una spiccata paura di ingrassare.
Oppure il ciclo mestruale può essere mantenuto, nonostante la restrizione alimentare e l’iperattività fisica. Anche l’immagine corporea può non essere necessariamente distorta. Ciò che accomuna le diverse forme atipiche è comunque la severa limitazione nell’introito calorico.
Le caratteristiche dell’anoressia nervosa atipica
L’anoressia nervosa atipica si manifesta attraverso una serie di segni meno intensi rispetto alla sua controparte classica, eppure non per questo meno seri.
Tipicamente, chi ne soffre mantiene un peso che si aggira attorno alla norma o leggermente inferiore, evitando uno dei campanelli d’allarme più comuni dell’anoressia. Un altro aspetto distintivo è la persistenza del ciclo mestruale, elemento spesso assente nelle forme più note del disturbo. Inoltre, la percezione che la persona ha del proprio corpo è leggermente più aderente alla realtà, anche se persistono delle distorsioni.
Le abitudini alimentari rimangono irregolari e disfunzionali, ma si verificano in maniera intermittente, rendendo il riconoscimento del problema un po’ più complesso. La vita sociale di chi ne è affetto non risente in maniera così marcata e, fortunatamente, i sintomi associati a depressione e ansia si presentano con una frequenza minore.
Gli individui con anoressia atipica tendono ad avere una maggiore consapevolezza del pericolo che il loro comportamento comporta per la salute, il che può essere un doppio taglio, poiché convivono con la consapevolezza del danno che si stanno infliggendo. Nonostante la condizione sembri meno grave, il livello di benessere generale rimane comunque compromesso.
È essenziale riconoscere che, nonostante le manifestazioni meno severe dell’anoressia atipica, rimane una condizione seria e degna di attenzione. Non bisogna lasciarsi ingannare dalla sua presentazione sottile, perché richiede un intervento tempestivo e mirato quanto la sua versione più estrema.
Le possibili evoluzioni del disturbo
L’anoressia atipica in una certa percentuale di casi può evolvere verso la forma pienamente conclamata. Alcuni fattori di rischio sono l’avere familiarità con disturbi alimentari e tratti ossessivo-compulsivi della personalità. Anche eventi stressanti come un lutto o la perdita del lavoro possono far precipitare il quadro.
Tuttavia, le forme atipiche hanno spesso un decorso più favorevole rispetto all’anoressia conclamata. La maggiore consapevolezza di sé e la minore compromissione psicofisica possono facilitare il percorso di cura. Fondamentale è un intervento precoce, appena compaiono i primi segnali d’allarme.
I rischi dell’anoressia atipica non vanno comunque sottovalutati. La malnutrizione protratta nel tempo può causare gravi danni a vari organi e apparati, oltre a squilibri elettrolitici e ormonali. Anche a livello psicologico le ripercussioni sulla qualità di vita sono notevoli.
Approccio terapeutico multidisciplinare
Per trattare efficacemente l’anoressia atipica, così come quella classica, è necessario un approccio multidisciplinare. Devono collaborare diverse figure: psichiatra, psicoterapeuta, dietista, endocrinologo. Obiettivi del percorso terapeutico sono normalizzare i comportamenti alimentari, ristrutturare l’immagine corporea e trattare eventuali comorbidità psichiatriche come depressione e disturbi d’ansia.
Farmacoterapia, psicoterapia e riabilitazione nutrizionale sono i cardini del trattamento. Fondamentale è motivare il paziente a cambiare, facendogli comprendere i rischi che corre. Con impegno e costanza è possibile ritrovare un rapporto sano con il peso e il cibo. Una guarigione completa richiede tempo, ma è un traguardo raggiungibile.