Se tuo figlio ha un amico immaginario, non devi allarmarti. Si tratta di un fenomeno molto comune e normale nella prima infanzia, che riflette la ricchezza della fantasia e della creatività dei bambini. Tuttavia, ci sono alcuni casi in cui l’amico immaginario può nascondere un disagio o una difficoltà del bambino a relazionarsi con il mondo reale. In questo articolo, ti spiegheremo cos’è l’amico immaginario, perché compare, come comportarti se tuo figlio ne ha uno e quando preoccuparti.
Cos’è l’amico immaginario
L’amico immaginario è una figura inventata dal bambino, che può assumere le sembianze di un coetaneo, di un fratello o di una sorella, di un animale, di un personaggio di un film o di un libro, di una fata o di qualsiasi altra cosa. L’amico immaginario accompagna il bambino nella sua quotidianità, condivide i suoi giochi e i suoi interessi, lo ascolta, lo consola, lo aiuta a risolvere i problemi e a crescere. L’amico immaginario ha spesso molte qualità: è saggio, ha molte conoscenze, ha vissuto esperienze insolite, ha viaggiato e sa dare consigli per le situazioni più difficili.
Per il bambino, l’amico immaginario è reale nella sua mente, anche se sa che si tratta di un gioco. Per questo motivo, il bambino pretende che ci sia anche un posto a tavola per lui, che gli si parli e che si rispettino le sue esigenze. L’amico immaginario è un personaggio della fantasia e come tale deve restare nell’immaginazione del bambino.
Perché compare l’amico immaginario
L’amico immaginario compare solitamente tra i 2 e i 3 anni, quando il bambino inizia a relazionarsi con il mondo esterno, fuori dalla propria famiglia. In questa fase, il bambino prova dei sentimenti contrastanti: sta diventando grande, sempre più autonomo, ma allo stesso tempo ha bisogno di sicurezza e di affetto. Può anche vivere dei cambiamenti importanti, come l’abbandono del pannolino, l’addio al ciuccio, l’ingresso alla scuola materna o la nascita di un fratellino.
L’amico immaginario serve al bambino per elaborare queste emozioni, senza sentirsi giudicato o incompreso. È un modo per il bambino di esprimere i suoi pensieri e i suoi sentimenti, prendendone le giuste distanze. L’amico immaginario gli dà sicurezza, consolazione e compagnia quando mamma e papà non sono presenti o quando non si sente capito come vorrebbe dai genitori.
Come comportarsi se tuo figlio ha un amico immaginario
Se tuo figlio ha un amico immaginario, non devi fare nulla di particolare. Non devi deriderlo, mortificarlo o costringerlo a confessare che non esiste. Devi rispettare il suo gioco e assecondare la presenza dell’amico a cui il bambino racconta i suoi segreti. Devi mostrare interesse ma discrezione, osservando il bambino e cercando di capirlo. Devi anche incoraggiare il bambino a socializzare con altri bambini reali e a partecipare ad attività che stimolino la sua fantasia in modo sano e costruttivo.
Non devi neanche esagerare in senso opposto: non devi apparecchiare la tavola per l’amico immaginario o trattarlo come una persona in carne ed ossa. Non devi incentivarlo in questo gioco o attribuirgli responsabilità o colpe che spettano al bambino.
Quando preoccuparsi per l’amico immaginario
Nella maggior parte dei casi, l’amico immaginario scompare con il tempo, quando il bambino matura e sviluppa altre abilità sociali ed emotive. Di solito l’amichetto se ne va entro il primo anno della scuola primaria, ma ci sono casi in cui rimane anche fino alla fine del quinquennio scolastico.
I genitori devono iniziare a preoccuparsi se il bambino, a 10/11 anni, continua a mantenere viva la figura dell’amico immaginario, escludendo i rapporti reali e la socializzazione con i compagni e con i coetanei, mostrando un carattere chiuso e difficoltà a relazionarsi con gli altri bambini. In questo caso, l’amico immaginario può nascondere un disagio o una sofferenza del bambino, che potrebbe avere bisogno di un sostegno psicologico.
Un altro motivo di preoccupazione è se il bambino attribuisce all’amico immaginario comportamenti negativi o violenti, come rubare, distruggere, picchiare o uccidere. Questo potrebbe indicare che il bambino ha delle pulsioni aggressive o dei conflitti interiori che non riesce a gestire. Anche in questo caso, è consigliabile consultare uno psicologo infantile per capire le cause e le conseguenze di questi comportamenti.
L’importanza della fantasia
La fantasia è una risorsa preziosa per lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dei bambini, in quanto permette loro di apprendere nuove cose, di esprimere se stessi, di affrontare gli ostacoli e di realizzare i propri sogni.
I genitori devono incoraggiare e valorizzare la fantasia dei propri figli, senza soffocarla o ridicolizzarla. Devono anche essere attenti ai segnali che possono indicare un malessere o una difficoltà del bambino, che potrebbe riflettersi nella sua fantasia. In questi casi, devono essere pronti ad ascoltare, a capire e ad aiutare il bambino a superare i suoi problemi.