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Amici o famiglia: chi influenza di più la nostra salute mentale?

È un modo di dire fin troppo usato: gli amici sono la famiglia che ti scegli. Ed è vero: insieme ai parenti sono loro il mondo esterno a noi con cui dobbiamo rapportarci durante la nostra vita di “animali sociali”. Gli amici e la famiglia, quando si parla di salute mentale, possono essere un grandissimo aiuto ma anche un intralcio. Tutto dipende dal loro approccio alla questione. Diversi studi hanno dimostrato come chi ci sta attorno influenza la nostra salute mentale e il nostro equilibrio emotivo, li possono influenzare sia in positivo che in negativo, facendoci sentire accettati o rifiutati, facendoci sentire parte di un gruppo oppure isolati.

L’attualità dell’argomento

Per capire quanto sia attuale l’argomento basta una ricerca su Google: sono tantissimi i risultati sul tema. “Come aiutare una persona cara con problemi di salute mentale”, “Le famiglie di fronte alla malattia mentale”, “Un amico soffre di depressione, che fare?” e così via. Il web è un po’ lo specchio della società e un così gran numero di contenuti sul tema della salute mentale in relazione ad amici e famiglia ci fa capire quanto l’argomento sia effettivamente sentito.

Lo stigma sociale

Anche a causa dei tanti tabù sociali sul tema, troppe volte non sappiamo come comportarci quando si parla della salute mentale di una persona a noi molto vicina.
Avere un’amica che ha problemi di salute mentale è molto difficile perché, oltre a dover cercare di aiutare quella persona, devi scontrarti con lo stigma sociale sull’argomento”, racconta una testimone. “Quando andavo a trovare Claudia in ospedale, durante uno dei suoi tanti ricoveri, non potevo raccontarlo quasi a nessuno. Era un vero e proprio tabù e andava a finire che io dovevo tenermi tutto dentro. È stato un incubo”, spiega.

Amici o famiglia?

Se tendenzialmente in famiglia si hanno rapporti più strutturati, le amicizie, quando si parla di salute mentale, hanno un duplice effetto: con gli amici ci si sente più liberi di affrontare liberamente certi discorsi, ma al contempo – soprattutto durante l’adolescenza – tra amici alcune abitudini poco sane possono scatenare il fenomeno dell’emulazione.
Con la famiglia, e in particolare con i genitori, durante l’adolescenza si tende ad avere un rapporto più distaccato, in nome di quel simbolico “parricidio” reso celebre dalla tragedia di Edipo. Gli effetti della famiglia sulla salute mentale tendenzialmente colpiscono durante l’infanzia, quando i genitori sono ancora l’“unico” mondo in cui il bambino si muove, prima di sviluppare delle relazioni sociali vere e proprie.

L’impreparazione

A peggiorare una situazione di disagio molte volte sono proprio la famiglia o gli amici che, pur in buona fede, non sanno come affrontare il discorso e come comportarsi. Negli ultimi anni si sta iniziando a parlare più liberamente di salute mentale e, oltre a toglierla dalla lista dei tabù, un intervento utile sarebbe quello di spiegare (magari a scuola) come comportarsi con una situazione che ha problemi di salute mentale, così da evitare di peggiorare la situazione. A riprova di questo sentimento di inadeguatezza ci sono le tantissime ricerche su Google e di conseguenza i tantissimi siti web che cercano di dare una risposta a queste perplessità. A questo bisogno però forse dovrebbero rispondere le istituzioni, prima di internet.

Non dobbiamo risolvere tutto

Che sia in famiglia o in una cerchia di amici, la cosa importante è creare un luogo sicuro per l’ascolto e per il dialogo, così da far sentire l’altra persona meno sola. Al contempo, dobbiamo renderci conto che non abbiamo il potere di risolvere qualunque situazione, di dare il consiglio perfetto che renderà tutto improvvisamente facile. Talvolta, anziché arrovellarci per trovare una risposta, la cosa migliore da fare è prenderci del tempo per restare a fianco dell’altra persona, facendole sentire la nostra vicinanza. Lasciamo a psicologi e psichiatri il loro ruolo.

Social network e salute mentale

È indubbio che negli ultimi quindici anni i social network abbiano assunto un valore enorme nelle nostre vite. Ci permettono di costruire nuove amicizie ma al contempo – soprattutto in giovanissima età – ci espongono al giudizio altrui. La mole di ricerche sulla potenziale correlazione tra utilizzo dei social network e ansia, depressione e dipendenze si moltiplica di anno in anno, e queste ricerche non raggiungono sempre risultati omogenei. Una ricerca dell’Economist ha parlato di “Depressione da Facebook”, mentre l’ansia e la depressione sono aumentate del 70% negli ultimi 25 anni tra i giovani. I social network hanno portato alla nascita di fenomeni come il FoMO (Fear of Missing Out, paura di perdersi qualcosa): vedere delle foto degli amici che si divertono in vacanza o a una festa mentre tu sei a casa può portare a un sentimento di inadeguatezza, come anche vedere foto (magari modificate) di corpi apparentemente perfetti.

Non c’è una risposta univoca alla domanda su chi influenzi di più la nostra salute mentale tra amici o famiglia. È evidente che dipende dal peso che ciascuno di noi dà a queste due sfere relazionali. L’importante però è che sia un’influenza positiva e costruttiva. E su questo dovrebbero intervenire anche le istituzioni, sfatando i tabù e portandoci a parlarne.

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