Vaso di Pandora

Alice guarda i gatti: significato psicologico

La canzone Alice, nota anche come Alice guarda i gatti dall’incipit della prima strofa, è una delle più note opere del celebre cantautore Francesco De Gregori. Il pezzo fu scritto nel 1973 e inserito nell’album dedicato alla stessa ragazza, Alice non lo sa. La raccolta è uscita nel medesimo anno di realizzazione della canzone. Da quel momento in avanti, la ballata è parte integrante della storia della musica italiana. La potenza di questo lavoro si deve al fatto che esistono più livelli di lettura. A un primo ascolto, magari distratto, il testo può apparire superficiale e persino banale. All’orecchio poco attento, infatti, le figure rappresentate, sia nei soggetti sia nelle situazioni, sembrano soltanto abbozzate e mal delineate. In realtà, le parole scelte da De Gregori sono piuttosto profonde e il significato che il cantautore ha voluto dare è molto preciso. Potremmo addirittura definirlo drammatico. Vediamo per quali ragioni.

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Leggere il testo di Alice guarda i gatti

La lettura del testo di questa canzone deve essere portata avanti più volte. Non basta leggerlo e rileggerlo soltanto in un paio di occasioni, dal momento che è necessario eseguire un’analisi approfondita. Le prime figure su cui è necessario focalizzare l’attenzione sono quelle femminili. Nelle parole di De Gregori incontriamo Irene, una figura enigmatica per tutti, a cominciare da sé stessa. Non si conosce abbastanza e non capisce il senso della sua esistenza. Per tal ragione sta riflettendo sulla vita e sul suo senso, senza però arrivare ad alcuna conclusione. Proprio per questo motivo, sta prendendo in considerazione addirittura il suicidio.

I personaggi della canzone

Lilì Marlène è invece incarnazione della vanità. Lo stesso nome, ricercato e francese, dunque esotico, vuole essere un veicolo per comunicarci come per lei conti principalmente l’apparenza. Marlène non vuole conquistarci con la sostanza, preferisce colpirci per come appare. E poi, naturalmente, c’è Alice. La protagonista della ballata è molto curiosa, guarda il mondo – a partire dai gatti della prima riga di testo – ma non riesce a vederlo. Non si concentra su esso, sebbene desideri farlo, perché è incapace, distratta e distante. È molto più facile relazionarsi con lei, in quanto presenta meno complicazioni rispetto a quelle delle altre due donne di cui abbiamo appena raccontato. Ciononostante, non è una figura semplice poiché è anch’essa dotata di una certa singolarità psicologica, come di fatto sono molti dei personaggi di De Gregori.

Poi ci sono naturalmente i personaggi maschili. Lo sposo è un innominato. De Gregori non ci dà modo di conoscere il suo nome, ma soltanto la sua storia. Si tratta di una persona costretta al matrimonio perché ha messo incinta una donna e, per quieto vivere, accetta la situazione sebbene non ne sia innamorato. C’è poi un arabo gravemente malato, estremamente povero e incapace di curarsi, dal momento che non può procurarsi i medicinali che gli occorrerebbero. Incontriamo infine Cesare, romantico incrollabile che ama una donna la quale non lo corrisponde. Ciononostante non si arrende e continua ad attenderla sotto la pioggia, instancabile.

La situazione di Alice

Alice guarda i gatti: un gatto tra le fronde
Il gatto, simbolo della curiosità, è citato nel primo verso della canzone

Capiamo fin da subito la situazione psicologica della protagonista. Con il verso Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole, De Gregori ci descrive una ragazza che desidera conoscere e capire il mondo che la circonda, ma non riesce a farlo. Rimane cieca a quello che le accade attorno e non si accorge della situazione di nessuno degli altri personaggi che abbiamo citato.

Irene, a cui nello stesso album sarà dedicata un’intera canzone, è la sua vicina di casa e sta attraversando un momento di profonda crisi personale e psicologica. Di fatto, è una donna depressa e alla ricerca di aiuto e sostegno. Alice non se ne accorge e non glieli fornisce. Alla stessa maniera, non si rende conto di quanto falsa sia l’apparenza di Lilì Marlène, un’insicura che maschera il suo essere dietro il trucco profondo e non si fa problemi a mentire su tutto, a partire dall’età, pur di sembrare più giovane. E che dire della crisi esistenziale dello sposo, il quale si ribella durante il matrimonio perché non vuole legarsi per imposizione? Il suo dramma non tocca mai la ragazza. Neppure gli invitati a dire il vero, i quali si dividono tra quelli che lo credono ubriaco e quelli che lo reputano pazzo.

Alice guarda i gatti ma non vede l’arabo, che ha un cancro nel cappello (come recita il testo originale, addolcito in qualcosa nel cappello per la versione radiofonica, dal momento che il termine appariva troppo forte. De Gregori ai concerti canterà sempre il verso nella sua forma originale) e non ha né un posto per dormire né denaro per curarsi e, di fatto, attende soltanto la morte. La sua dignità gli impedisce infatti di chiedere l’elemosina. Alla stessa maniera, Alice resterà cieca di fronte a Cesare, che sentimentalmente è già morto, perché continua ad attendere la sua amata sotto la pioggia per 6 lunghe ore, nonostante lei non lo corrisponda e continui con la sua vita. Cosa che lui è incapace di fare.

Cecità o egoismo

Alice non vede o non vuole vedere? Per quanto l’interpretazione sia libera e dipenda dal senso che l’ascoltatore vuole dare al testo, appare più corretto pensare che la ragazza non sia cieca, e neppure troppo distratta. Più semplicemente, dedica attenzione soltanto a quanto di bello ci sia nel mondo. Tutto quello che non le piace, o la fa soffrire, semplicemente lo trascura. Il brano resta molto attuale, nonostante i suoi 51 anni. De Gregori traccia il ritratto di una ragazza che è chiunque di noi, quando ci disinteressiamo dei problemi e delle preoccupazioni degli altri, poiché ci bastano le nostre questioni. La curiosità di Alice maschera un certo egoismo e un egocentrismo che sfociano, inevitabilmente, in mancata integrazione sociale.

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Commenti su "Alice guarda i gatti: significato psicologico"

  1. Cesare è in realtà Cesare Pavese, l’episodio è reale, lo scrittore, ancora giovane, si innamora di una ballerina che gli dà un appuntamento al quale non si presenterà, e lui resta sotto la pioggia ad aspettare.

    Rispondi
  2. Io penso che De Gregori volesse darci questo messaggio: non dobbiamo mai sentenziare se non conosciamo tutta la verità. Infatti Alice (che rappresenta l’ignoranza/ingenuità di ognuno di noi) sbaglierebbe a giudicare in base alle apparenze: 1) i gatti a noi possono sembrano esseri strani e pigri in quanto li vediamo solo di giorno, quando amano stare fermi a riscaldarsi al sole al punto da sembrare morti verso mezzogiorno e solo verso sera cominciare a muoversi… perché noi non sappiamo che, come tutti i felini, loro hanno bisogno di non sprecare energie preziose -che l’abbassamento della temperatura e il movimento in ore diurne comporterebbero- da consumare invece nella caccia notturna quando sono meno visibili e possono sfruttare la loro capacità di vedere al buio; 2) una persona come Irene che sembra tranquilla .. sta per suicidarsi (come dirà in una canzone successiva dello stesso album); 3) Lilì Marlene sorride e sembra felice… ma internamente sta soffrendo per l’età che avanza; 4) un uomo che sull’altare rifiuta di sposarsi e sceglie di andarsene sembra pazzo… ma non lo è affatto visto che ha scoperto che la sua promessa sposa è incinta di un altro; (oppure, secondo una diversa interpretazione, che la stava sposando solo perché lui stesso l’ha messa incinta); 5) un uomo intelligente come lo scrittore Cesare Pavese sta sei ore sotto la pioggia ad aspettare una ballerina… perché l’amore fa perdere la testa a tutti ; 6) il mendicante arabo ha un cancro in testa ma non si preoccupa… perché paragona quell’escrescenza ad un “gobbo” e quindi crede sia un portafortuna, inoltre non chiede l’elemosina né un posto per dormire… perché anche un mendicante -al contrario di quello che è l’immaginario collettivo- può avere molta dignità e quindi aspettare che siano gli altri ad aiutarlo spontaneamente.
    Insomma: l’apparenza inganna !

    ilio simone, autore del libro “Il pensiero dei Pooh”

    Rispondi

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